Produttori, studiosi e giornalisti insieme per un convegno dedicato al Nero di Troia
CANOSA - Una degustazione innovativa che ha proposto in sequenza l'assaggio di uva, mosto, vino. È stato questo uno dei momenti centrali del convegno “Di acino in meglio”, promosso dal Consorzio doc Canosa e svoltosi a Canosa (nella foto, un momento della degustazione). Comune denominatore il Nero di Troia, uno dei vitigni simbolo della Puglia, intorno al quale si sono confrontati grandi nomi del mondo dell'enologia, della ricerca universitaria, della comunicazione,
“Questo convegno non intende essere la fotografia di una situazione statica – ha spiegato Nicola Rossi, Presidente del Consorzio – ma un momento di riflessione su un processo in pieno svolgimento. In pochi anni – ha continuato Rossi – le aziende del Consorzio hanno fatto passi da gigante per migliorare la qualità e la competitività dei loro prodotti, ma siamo consapevoli che c'è ancora tanto da lavorare. Ed è anche per favorire e sottolineare questo confronto – ha concluso Rossi – che abbiamo voluto invitare anche gli altri produttori di Nero di Troia del territorio.”
Una scelta significativa e molto apprezzata da tutti i presenti, sia per l'importante segnale di apertura e collaborazione con gli altri produttori del territorio, sia per il valore tecnico-enologico legato alla possibilità di assaggiare esempi di Nero di Troia molto diversi l'uno dall'altro. Ed è stata proprio questa palese disomogeneità - segno di un'identità territoriale non sempre pienamente decifrabile dietro lo schermo di pratiche colturali ed enologiche e strategie aziendali ancora eccessivamente diversificate - un punto cardine degli interventi: dalle autorevoli relazioni del prof. Mario Fregoni e del dott. Donato Antonacci, a quelli dei giornalisti Andrea Gabbrielli, moderatore dell'evento, Francesco D'Agostino (Cucina & Vini), Antonio Paolini (Il Messaggero), Luciano Pignataro (Il Mattino), Michèle Shah (Wine Spectator), Michele Peragine (TG 3 Puglia), Pasquale Porcelli (Corriere del Mezzogiorno), Paola Jadeluca (Affari e finanza-Repubblica), Mayumi Nakagawara.
Al centro di riflessioni e provocazioni anche l'importanza di continuare ad investire nella ricerca, nella sperimentazione e, parallelamente, nella comunicazione. Tutti concordi dunque nel definire il Nero di Troia vitigno dalle grandi qualità e potenzialità che, tuttavia, bisogna continuare ad esplorare con grande competenza e tenacia.