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Processo farma-truffa. Arrestato il medico Michele Facilone di Molfetta Gli sono stati concessi i domiciliari. L'accusa: avrebbe inquinato le prove
06 ottobre 2009

MOLFETTA - Arrestato Michele Facilone, 55 anni, medico di base di Molfetta con l'accusa di aver inquinato le prove del processo in corso al Tribunale di Bari nei suoi confronti e di altri 100 imputati accusati di aver organizzato e preso parte a una farma-truffa da 20 milioni di euro. Il medico nel processo è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa e falso assieme a informatori scientifici e farmacisti. A Facilone sono stati concessi gli arresti domiciliari fino al 12 ottobre, data in cui scadrà il provvedimento restrittivo e saranno ascoltati tutti i testimoni che riferiranno sulla posizione processuale del medico. La richiesta di arresto è stata avanzata dal Pm inquirente Ciro Angelillis . Il medico molfettese, impegnato in passato anche in politica, nel processo è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa e falso assieme a informatori scientifici e farmacisti. Secondo i giudici, la necessità dei domiciliari è motivata dal fatto che tutti gli attuali pazienti dell'imputato hanno reso nell'udienza del 28 settembre «dichiarazioni assolutamente contrastanti con quanto affermato nel corso delle indagini preliminari (...) a volte giustificando tale difformità sulla base della circostanza che all'epoca il teste ricordava peggio rispetto all'attualità». Secondo il tribunale, la «contraddittorietà delle dichiarazioni, unita alla illogicità della spiegazione di tale difformità», deriva dal fatto che i testi hanno spiegato di «aver incontrato il medico pochi giorni prima dell'udienza e che questo aveva dichiarato che "non c'entrava nulla"». «A questo si aggiunge - concludono - che quasi tutti i testi sono persone anziane e affette da patologie croniche, per le quali la figura del medico curante riveste una particolare importanza». Ma sul processo di Bari, avviato nel 2008, rischia di ricominciare da capo. Quasi tutti i reati si prescriveranno nel 2010. Il rischio che il processo ricominci da zero potrebbe diventare una certezza già nella prossima udienza quando dovrebbero cambiare i due giudici a latere del collegio giudicante, trasferiti ad altra sezione. Tra i 101 imputati vi sono capi area e informatori scientifici di case farmaceutiche, medici di base e farmacisti, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa, corruzione, falso, riciclaggio e comparaggio. Il cambio dei due giudici comporta il consenso degli avvocati difensori al proseguimento del dibattimento. Se questo non avverrà, come è molto probabile, il Pm Ciro Angelillis dovrà nuovamente citare tutti i testimoni d'accusa finora ascoltati e farli deporre dinanzi al nuovo collegio, col rischio di prolungare i tempi e arrivare alla prescrizione del reato. Secondo l'accusa, i medici di base dopo aver ricevuto danaro ed altre utilità dagli informatori scientifici avrebbero prescritto farmaci all'insaputa dei loro pazienti ma avvalendosi della complicità dei farmacisti. Questi, dopo aver tolto le fustelle dai medicinali, provvedevano a gettare le confezioni nella spazzatura: in questo modo si sarebbero sbarazzati anche di farmaci "salva vita" che avevano un prezzo unitario che arrivava fino a 700 euro per confezione. Al termine delle indagini nove case farmaceutiche (Pfizer, Astrazeneca, Lusofarmaco, Novartis, Recordati, Bracco, Bristol Myers Squibb, Biofutura, Glaxosmitkline) hanno patteggiato la pena versando 7,120 milioni di euro, di cui 2,950 milioni destinati alla Regione Puglia, la restante parte all'Erario.
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