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Primarie, parlano gli sconfitti: analisi e prospettive
15 dicembre 2005

Salvemini: i Ds accettano il risultato “Noi le primarie le abbiamo volute fortemente, una volta accettato che Di Gioia facesse parte della coalizione di centro sinistra e stabilite le regole di partecipazione, cui lui si è attenuto, non possiamo ora che accettarne il risultato. Non vi sono motivazioni di carattere giuridico-formale per invalidarle. Del resto anche gli organi provinciali dei partiti dell'Unione si sono espressi per l'accettazione – dice Mino Salvemini, segretario politico dei Ds e candidato sindaco alle primarie del centrosinistra -. Vi è, sì, un problema politico. Per questo gli abbiamo chiesto di condannare in maniera inequivocabile la partecipazione al voto di esponenti di centro destra, di rifiutare i voti e qualsiasi apporto, anche per il futuro, di quanti non si riconoscono nel progetto di centro sinistra, posto la questione de “L'Italia dei valori”, una prima prova del nove sul rispetto di queste regole. Inoltre, ben lungi da cedere ad ipotesi politico di segno moderato, abbiamo chiesto a Di Gioia, non solo di rispettare rigorosamente il documento dell'Unione, ma di tenere nel debito conto le priorità politico-programmatiche della sinistra vera e propria. Per finire, data la chiara prevalenza nell'ambito del risultato delle primarie dell'Unione, pari al 60%, questo non può non incidere sulla composizione della squadra di governo e sul programma. Tutto il contrario di un cedimento al moderatismo o alla cultura politica della palude centrista. Aggiungerei che, va assolutamente sottolineato il valore della squadra, Lillino di Gioia deve essere solo un primus inter pares. All'elettorato va offerto il valore aggiunto di una squadra abile e fortemente caratterizzata”. La mozione Ds è sembrato quasi anticipasse le mosse degli altri partiti e incrinasse l'unità a sinistra. “I Ds non vogliono assolutamente mettere in discussione né l'unità a sinistra né l'unità fra i partiti dell'Unione. Il direttivo dei Ds ha ricevuto mandato per mettere in campo le iniziative necessarie a confermare l'unità dei partiti di sinistra ed il recupero della compattezza delle forze che si riconoscono nell'Unione, per giungere, dopo le assemblee interne, alla convocazione dell'assemblea degli stati generali della sinistra unita e lì definire la strategia politica comune. Il nostro è un contributo al dibattito interno dell'Unione, anche per rompere un gioco a rimpiattino in cui ci stavamo impaniando dopo le primarie. Naturalmente, se questa posizione dovesse risultare minoritaria, è evidente che mai andremo da soli in giunta con Lillino di Gioia, sarebbe assurdo rompere con Rifondazione da un lato e sulla nostra destra con la Margherita. Copertino: c'è il rischio che la sinistra non voti Di Gioia Qual è la sua valutazione sulle primarie? “Non ho avuto difficoltà ad essere schietto ed immediato, già nella notte delle primarie, a commentarne l'esito come un vero successo di partecipazione e democrazia, hanno evidenziato la diffusa voglia di partecipazione dei cittadini al cambiamento effettivo nella vita amministrativa della comunità molfettese. Un risultato, questo, conseguito anche grazie all'attivo concorso di movimenti e associazioni, il Movimento del Buon Governo, la rivista Le Passioni di Sinistra, l'associazione Madre Terra e il Laboratorio di Città Partecipata, che hanno proposto la mia candidatura, e dei numerosi cittadini che hanno scelto di sostenerla. Subito manifestai, e oggi confermo, anche la mia preoccupazione per il fatto che alcuni esponenti del centrodestra molfettese fossero entrati in una prova di consultazione democratica a cui erano estranei, con l'intenzione di sbeffeggiare e modificare il significato davvero avanzato di una coalizione candidatasi al cambiamento politico, sociale, economico e morale nel governo cittadino. Il contenuto alternativo espresso dal centrosinistra nei documenti programmatici rappresenta il fondamento immodificabile dell'azione futura della coalizione in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera e non può essere minimamente mutato da una lettura in chiave moderata dell'esito delle elezioni primarie”. Qual è la sua posizione ora? “Ben 894 molfettesi hanno creduto in una prospettiva di forte alternativa, riconoscendola nella mia candidatura e di sicura sarebbero stati molti di più se i partiti dell'Unione avessero concordato una proposta unitaria e coraggiosa, insieme a movimenti e associazioni. Inoltre, il 60% dei votanti, cioè 3.722 cittadini, non hanno scelto Di Gioia ed è altissimo il rischio che non lo votino neppure alle elezioni amministrative, non riconoscendolo capace del cambiamento necessario nel governo cittadino. Prenderne atto è gesto di responsabilità verso la città che vuole il riscatto: il candidato sindaco non lo trascuri e dimostri tutta l'apertura che è necessaria specialmente nei momenti difficili. Resto convinto che solo la ritrovata unità di tutte le forze di sinistra, partiti, associazioni, movimenti, insieme ai tanti cittadini dubbiosi che hanno criticato il ricorso dell'Unione alle elezioni primarie, possa costituire la più ferma garanzia che il programma del centrosinistra punti sia all'obiettivo della rottura con il passato che al reale cambiamento, verso una città migliore, libera dal potere della speculazione e del malgoverno. Per evitare altri cinque anni di dominio Azzollini-Amoruso, occorre un programma basato su scelte urbanistiche di sicura svolta, sulla tutela delle nostre risorse agricole e ambientali, su politiche culturali capaci di esprimere i valori e le qualità della città, su una socialità e un'accoglienza che esaltino il volto plurale e solidale della comunità molfettesi: e tutto questo con progetti e investimenti destinati a incentivare l'occupazione e tutelare il lavoro”. Altomare: non si possono rendere nulle le Primarie Qual è la sua valutazione del voto del 4 dicembre? “Non vi sono ragioni formali per rendere nulle le primarie del 4 dicembre. Semmai, esse hanno rivelato un' intrinseca fragilità, essendo il diritto a parteciparvi basato solo su una dichiarazione di adesione politica ad una coalizione e al suo documento programmatico, atto non formalmente verificabile e, quindi, sanzionabile. Ma tutti noi questo lo sapevamo e il rischio lo abbiamo ugualmente corso. Tutti i partiti dell'Unione avevano lavorato perché questa esperienza potesse davvero risultare uno straordinario fatto democratico. Oggi non possiamo negare, a noi stessi ed alla città, ciò che si è verificato sin dalle prime ore di domenica 4 dicembre, ad urne appena aperte. Parecchio voto organizzato da personaggi e gruppi non appartenenti al centrosinistra o, comunque, fuori linea con il “codice etico”, ha “inquinato” in qualche misura queste primarie. La stessa enorme partecipazione, andata ben oltre ogni ragionevole previsione, lo documenta in qualche modo. Quasi 6.300 persone rappresenterebbero oltre il 50% dell'elettorato di centrosinistra in città. A me, francamente, sembra una quota di partecipazione fuori misura”. Il suo partito, la “Margherita”, come pensa di agire, ora? “Non dobbiamo dimenticare che il nostro avversario era, è e resta il centrodestra. La coalizione di centrosinistra dovrà ricercare la compattezza necessaria per offrire ai cittadini una valida e credibile alternativa, ispirata ai principi della legalità e moralità nella gestione della cosa pubblica. Alla situazione di imbarazzo e disagio (inutile negarlo) in vasta parte dell'area di centrosinistra occorre rispondere con serietà, riconoscendo il risultato emerso dalle urne che – ripeto – non si può pensare di inficiare, liberando il campo da ingombranti sospetti di voto cercato in aree non riconducibili al patto politico stretto prima del 4 dicembre e rilanciando l'iniziativa della coalizione politica dell'Unione di centrosinistra, a partire da un serrato e trasparente confronto programmatico, aperto alle forze sane della città ed alle sue articolazioni sociali. Riprendere il documento politico-programmatico e attualizzarlo nella sua interezza, ciò che purtroppo le primarie non hanno – secondo me – testimoniato fino in fondo, è un dovere di tutte le forze politiche della coalizione e, anzitutto, del candidato sindaco Lillino Di Gioia. Quella piattaforma, in tutte le sue parti, è immodificabile e bisognerà vigilare perché resti tale”. Lella Salvemini lella.salvemini@quindici-molfetta.it
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