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Presunta truffa da 150 milioni di euro per il nuovo porto di Molfetta, domani udienza preliminare a Trani: 45 richieste di rinvio a giudizio, coinvolto anche l'ex sindaco sen. Azzollini
29 settembre 2016
MOLFETTA
– E’ arrivata l’ora del giudizio per la vicenda della costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta. Domani, venerdì, davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Trani,
Francesco Messina
, verranno discusse le 45 richieste di rinvio a giudizio (tutti i nomi in fondo all’articolo) formulate dalla Procura a conclusione delle indagini. Fra i nomi eccellenti spiccano quelli dell’ex sindaco ed ex presidente della commissione Bilancio del Senato,
Antonio Azzollini
, dell’ing.
Vincenzo Balducci
, responsabile unico del procedimento e di
Giorgio Calderoni
, procuratore speciale della CMC in qualità di direttore tecnico d'appalto,
questi ultimi due furono arrestati
(domiciliari) all’epoca e poi successivamente scarcerati. Coinvolto anche
Giuseppe Domenico De Bari (detto Giusi)
, dirigente del settore economico-finanziario del Comune di Molfetta.
Nell’inchiesta sono coinvolti dirigenti comunali e delle società interessate al ricco appalto per i faraonici lavori del nuovo porto, che finì sequestrato dalla Procura e poi temporaneamente dissequestrato per consentire l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza dell’opera.
Questi i reati contestati, tra gli altri, a vario titolo: associazione per delinquere, abuso d'ufficio (tentato e consumato), falso, omissioni d'atti d'ufficio, frode in pubbliche forniture, danneggiamento, minaccia a pubblico ufficiale, violazioni della normativa ambientale, del testo unico sull'edilizia, del codice del paesaggio e della disciplina speciale per la bonifica da ordigni bellici.
La precedente udienza del 7 luglio scorso era saltata a causa di alcuni errori procedurali. Le richiesta di rinvio a giudizio sono state formulate dal procuratore facente funzione
Francesco Giannella
e del sostituto procuratore
Michele Ruggiero
. Non è escluso che per alcune persone coinvolte, si possa procedere col rito abbreviato del patteggiamento, che andrebbe discusso in altra udienza per arrivare subito a sentenza con una riduzione della pena.
Il Comune di Molfetta, come preannunciato dall’ex sindaco
Paola Natalicchio
, si costituirà parte civile nel processo, con un decreto del commissario straordinario
Mauro Passerotti
, per accertare e recuperare eventuali danni patrimoniali e finanziari. L’incarico è stato affidato al nuovo responsabile del servizio giuridico-legale del Comune avv.
Raffaele Marciano
, nominato dal commissario dopo la relativa gara. Non è escluso che anche altri soggetti possano costituirsi parte civile per diversi reati contro il patrimonio e l’ambiente. I lavori, che sarebbero dovuto costare 72 milioni di euro, erano quasi raddoppiati fino quasi 150 milioni (147 per l’esattezza) con l’impegno economico richiesti alla Regione e allo Stato. Secondo l’accusa una parte di queste somme sarebbe stata utilizzata per assestare il bilancio comunale del Comune di Molfetta.
Il Corpo forestale dello Stato ha effettuato le indagini sotto il profilo ambientale e della sicurezza a causa della presenza di ordigni bellici sui fondali, uno dei motivi per i quali i lavori del porto non sarebbero dovuti mai incominciare, prima di aver effettuato la relativa bonifica. Proprio la Procura della Repubblica definì il porto “opera faraonica irrealizzabile”, una risposta a quanti ancora oggi ritengono che l’opera possa essere completata a prescindere da tutto, ingannando l’opinione pubblica. L’accusa parla anche di una presunta rete di interessi, illeciti, depistaggi, minacce (dalle intercettazioni: “fate attenzione che questa è una cosa più grande di voi”; “andate via, qui c’è Roma dietro”; “sono cazzi vostri, qua nessuno vi ha autorizzati”) rivolte, secondo gli inquirenti anche a marescialli della finanza in occasione di un controllo del cantiere. Si parla anche di costose varianti oltre ogni previsione di budget e quindi di supposti artifici contabili. La Guardia di Finanza definì “Sistema Molfetta” il complesso amministrativo-contabile dell’opera. L’ex sindaco Azzollini aveva fatto del porto un suo cavallo di battaglia, trascurando gli altri problemi cittadini per buttarsi a capofitto nella caparbia realizzazione di quest’opera, facendo propaganda anche con diversi manifesti affissi in città, come quello “Dedicato ai nostri figli” (foto), quasi che quest’opera, che finora ha prodotto solo danni a Molfetta, fosse la miracolosa soluzione per la disoccupazione giovanile, ingannando i molfettesi e quelli che ancora ci credono. Lo scandalo del porto ha fatto finire Molfetta, ancora una volta negativamente su tutti i media nazionali. In città alcuni supporter del sen. Azzollini stanno facendo da mesi pressione perché i lavori del porto commerciale possano riprendere, anche in una situazione di pendenza giudiziaria. Alle pressioni ha sempre resistito l’ex sindaco Paola Natalicchio, per evitare nuove possibili illegalità. C’è perfino qualche personaggio della destra in cerca di visibilità (soggetti da avanspettacolo) che arrivano ad affermare come sia inutile fare i processi e spendere soldi, quando sarebbe più utile utilizzare lo stesso denaro per completare l’opera, anche in una situazione di illegalità. Questo è il clima negli ambienti del centrodestra e la tesi di altri giornali fiancheggiatori del senatore, tornato berlusconiano, una strategia che mira a rendere l’aria incandescente e magari a influenzare la magistratura.
Questi i nomi dei 45 soggetti coinvolti, per i quali è stata formulata la richiesta di rinvio a giudizio
: il senatore Antonio Azzollini, ex sindaco di Molfetta ed ex presidente della commissione bilancio del Senato; Vincenzo Balducci, responsabile unico del procedimento; Giuseppe Domenico De Bari, dirigente del settore economico-finanziario del Comune di Molfetta; Giovanni Antonio Abbattista componente del collegio di revisione dei conti del Comune di Molfetta; Giuseppe Antonelli, responsabile del servizio di prevenzione e protezione della Molfetta Newport Scarl; Luca Barbara, direttore tecnico del cantiere portuale; Pasquale Botta, autista della ditta "Dell'Erba Gaetano" subappaltatrice della Srl Fantozzi Group; Giorgio Calderoni, procuratore speciale della CMC in qualità di direttore tecnico d'appalto; Michele Camero, segretario generale del Comune di Molfetta; Alfio Capraro, capo cantiere della Fantozzi Group Srl; Maurizio Cavalieri, dipendente della CMC; Pierre Catteau, procuratore speciale della SIDRA; Domenico Corrieri, dirigente pro tempore del settore affari generali del Comune di Molfetta; Silvestro Costa, dipendente della CMC; Nicola Cuccovillo, collaboratore esterno della direzione lavori con funzioni di direttore operativo; Daniele Defendi, direttore dei lavori di dragaggio condotti dalla SIDRA; Gaetano Dell'Erba, titolare dell'omonima ditta in qualità di fornitore e trasportatore del materiale inerte da cava; Giuseppe Dell'Erba, amministratore di fatto della ditta Dell'Erba Gaetano; Giuseppe De Pinto, geometra presso il settore lavori pubblici del Comune di Molfetta; Maurizio Didonè, responsabile del servizio di prevenzione e protezione della Molfetta Newport; Michele Ettorre, capocantiere e responsabile di produzione della SIDRA; Massimo Fantozzi, legale rappresentante della Fantozzi Group Srl; Dario Foschini e Francesco Giuffrida, presidenti del CdA della Molfetta Newport; Franco Grimaldi, legale rappresentante dell'Idrotec Srl; Giuseppe Grondona, direttore tecnico e procuratore speciale della Spa Pietro Cidonio di Roma, che è indagata anche quale persona giuridica; Gerardo Lavolpe, dipendente della Fantozzi Group Srl; Roberto Leonardi, presidente del CdA della Molfetta Newport; Gianluca Loliva, componente dell'ufficio della direzione dei lavori con incarico di direttore operativo; Carlo Alberto Marconi, direttore tecnico e procuratore speciale della SIDRA; Massimo Matteucci, presidente del CdA della CMC; il finanziere Giuseppe Mattiello; Osvaldo Mazzola, amministratore unico della SpA Cidonio; Gian Luca Menchini, presidente del CdA della Molfetta Newport; Michele Mezzina e Gaetano Mario Panunzio, componenti il collegio dei revisori dei conti del Comune di Molfetta; Carlo Parmigiani, direttore tecnico della CMC; Pietro Scrimieri, componente dell'ufficio della direzione lavori con funzione di coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione; Paolo Turbolente, legale rappresentante della Srl Acquatecno di Roma; Piergiorgio Zannini, titolare dell'omonima ditta per l'attività di bonifiche subacquee da ordigni esplosivi e residuati bellici con sede legale a La Spezia; le persone giuridiche Cooperativa Muratori e Cementisti (C.M.C.) di Ravenna; Società Italiana Dragaggi SpA (SIDRA) con sede a Roma; Società Consortile Molfetta Newport; Fantozzi Group Srl con sede a Roma. © Riproduzione riservata
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Ludovico Arrosto
01 Ottobre 2016 alle ore 12:11:00
E' vero, si potrebbe rendere l'opera più sobria ma, nonostante questo, resterà sempre nella nostra mente che, colui o coloro i quali progettarono l'opera, non erano certamente sobri, al contrario, ecco il perchè dell'opera epicurea.
Rispondi
tommaso gaudio
30 Settembre 2016 alle ore 18:17:00
Caro "paperino ..." sono contento che anche tu intravveda la necessità di completare l'opera, anche a costo di spendere ulteriori milioni di euro. Un dato è certo: NON PUO' RESTARE NELLE CONDIZIONI IN CUI E' STATO LASCIATO DOPO IL SEQUESTRO DEL CANTIERE ED IL BLOCCO DELL'ATTIVITA'. Dopo di che, in tempi non sospetti, ho sempre espresso la mia opinione sull'(in)utilità di un così enorme progetto. Adesso c'è qualcosa che diventa sempre più somigliante ad un costoso rudere: UNA CATTEDRALE NEL DESERTO! Una cosa buona? Gli splendidi uccelli marini che hanno eletto il famigerato "BACINO DI COLMATA" (dove si presume che il dragaggio effettuato dalla Machiavelli abbia scaricato di tutto e di più) a sito di nidificazione. L'obbligo morale, civile e istituzionale è comunque finire l'opera, magari "congelandola" allo stato attuale. Non approderanno tutte le navi che si vedono approdare e salpare nel filmato propagandistico del nuovo porto, ma qualcosa succederà. Siamo stati presi in giro? Quasi certamente. col senno del poi, si può tranquillamente affermare che un'opera un po' più ...sobria, sarebbe stata sufficiente. Un saluto.
Rispondi
Isolano Volante
30 Settembre 2016 alle ore 09:31:00
Usiamolo come un'isola ecologica, così nessuno dirà è una cattedrale nel deserto. Diranno è la logica dell'eco proveniente dall'isola molfettese.
Rispondi
PAPERINO POROPPOPPERO
29 Settembre 2016 alle ore 14:08:00
Sig. Tommaso Gaudio mi dispiace dirlo ma il porto di Molfetta anche dopo il suo completamento sarà sempre una cattedrale nel deserto. A che servirà? A dirottare qualche traghetto da Bari a Molfetta? Il porto di Bari è quasi morto come anche quello di Barletta e noi ci illudiamo che quello scempio di porto in costruzione porterà lavoro e ricchezza al territorio? Teniamocelo come riserva faunistica ed ammettiamo tutti quanti di essere stati presi in giro.
Rispondi
Solimin l'altro il Saladin
29 Settembre 2016 alle ore 12:10:00
E' trascorso tanto tempo e parliamo ancora di una "presunta truffa". Più tempo passa e più mi convinco: pagheremo i danni morali e materiali agli autori della "presunta truffa".
Rispondi
tommaso gaudio
29 Settembre 2016 alle ore 08:03:00
Sarà un'altra udienza che si concluderà - come d'abitudine - con un ennesimo ...rinvio (a causa di cavilli - virgole, punti e virgola, aggettivi, ecc. - che certamente i Difensori riusciranno a scovare nelle pieghe dei documenti del processo? Speriamo di no; speriamo che questo sia, veramente un primo passo verso la soluzione di questo problema che, COMUNQUE ha danneggiato e nuoce a TUTTA la Comunità. Non dimentichiamoci che sono coinvolti anche onesti Lavoratori che, dall'oggi al domani, si sono trovati senza risorse; non credo che a costoro interessi gran ché chi deve pagare per gli errori (eventuali?) commessi. Detto questo, ormai che la "frittata è fatta", interessa poco, anche alla pubblica opinione, chi è colpevole e di cosa. Quello che interessa è che l'Opera, faraonica o meno, sia conclusa, comunque! Lo Stato, i CITTADINI hanno comunque investito risorse enormi (ricordiamolo: € 147 mio!) per un'opera che è lì a dimostrare lo scempio che si fa del denaro pubblico. Non è possibile, neanche immaginare di abbandonare a sé stessa l'ennesima "cattedrale nel deserto". Sarebbe una sconfitta per TUTTI!!! P.S.: Si parla di ..."lavori di messa in sicurezza del Cantiere". Di grazia, ma quando sono stati eseguiti, da chi? Da quel che si può capire, i famigerati 'cassoni di cemento', un caso per tutti, che avrebbero costituito le banchine di attracco delle navi, sono ancora lì, in condizioni di precaria disposizione. O sbaglio?
Rispondi
PAPERINO POROPPOPPERO
29 Settembre 2016 alle ore 07:31:00
Ma credete ancora nella magistratura? E poi se Azzollini cade sai quanti altri nomi eccellenti farebbe che non hanno niente a che vedere con il porto di Molfetta? Ricordatevi che è stato presidente della commissione Bilancio per cui conosce tutti gli intrallazzi e magagne italiane. Non sprechiamo denaro pubblico in queste farse che chiamano processi ed utilizziamolo in opere più importanti e serie.
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