Premio letterario a Marcello La Forgia di Quindici
Sulla cresta di un sogno
Avrebbe detto Nietzsche che la speranza è il peggiore dei mali, perché prolunga la sofferenza degli uomini. Ma è pur sempre la madre dei nostri sogni, che possono realizzarsi da un momento all'altro: ciò che è accaduto a Marcello la Forgia (foto), ragazzo di 19 anni laureando in Lettere, che ha vinto il primo premio nella narrativa con il racconto “Dedalo” e il terzo premio nella poesia con “Immagini dal borgo vecchio” e “Andare solo e composito”, partecipando al XIX Concorso Letterario Roberto Bertelli, tenutosi in Pontedera (Pi) a nome del Liceo Scientifico A. Einstein di Molfetta.
La premiazione, svoltasi nella medesima città il giorno 12 novembre presso il Circolo ricreativo e culturale “Piaggio”, ha visto l'affluenza di numerosi partecipanti, grandi e piccoli, dai Comuni vicini.
Sono stati premiati i vincitori di tre sezioni, scuole elementari, medie e medie superiori nella narrativa e nella poesia dalla commissione esaminatrice composta da Grazia Fassorra, Laura Marconcini, Pierangelo Rocchi e Stefano Bertelli.
Per Marcello la Forgia è stata un'esperienza indimenticabile e straordinaria. Questa vittoria, che a molti sembrerà banale, ha significato “un primo passo in avanti verso quella che è la mia passione più grande, la scrittura”. I commenti dei giudici, al di fuori delle motivazioni per i premi assegnati, lo hanno motivato a continuare, vista “la sua profonda ricerca della verità negli aspetti più banali della vita, descritti con precisa adeguatezza strutturale e stilistica”.
Gli abbiamo chiesto una sintesi del libro che ha inviato al concorso: “è un flusso di coscienza, la storia di un uomo in coma, che compie un percorso a ritroso nella sua vita, toccandone tutti gli aspetti, aprendo uno spaccato sul nostro modo di vivere, sulle nostre credenze e convezioni sociali”. Mentre per i due testi poetici “i giudici hanno apprezzato la simbiosi tra uomo e natura. Questa invia messaggi, suoni e colori che l'essere deve captare per entrare in comunione con l'ambiente: e la condizione ideale è il silenzio”.
Marcello sta pensando di mandare ad alcune case editrici il suo libro, “Le stanze dell'anima”, che non è altro che il figlio maggiore di quel “Dedalo” che è stato premiato al concorso pisano: ma sa bene che l'iter è tutt'altro che semplice, può diventare oneroso e solo pochissimi folli darebbero spazio ad un diciannovenne. E se non dovesse riuscire, sappiamo che continuerà a coltivare la sua passione e a nutrire la speranza di poter entrare nel mondo della scrittura riconosciuta.
Tutta la saggezza dell'uomo sta in queste due parole, aspettare e sperare: così termina il Conte di Montecristo. Non sempre le speranze ed i sogni si proiettano nel vuoto, dove muoiono: i sogni si concretizzano se si cercano, se si è spinti da un certo qualcosa che ci fa credere in quello che vogliamo. E noi speriamo che il nostro Marcello possa vincere altri concorsi e che, un giorno, potremmo trovarlo nelle migliori librerie.