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Politica, all’insegna del confusione totale Il pasticcio del centro-destra e la crisi del centro-sinistra
15 novembre 2000

di Giulio Calvani In una prospettiva assolutamente simmetrica, dando l'impressione di attenersi ad uno schema prestabilito (o forse per semplice spirito di emulazione) Tommaso Minervini ha ripercorso le stesse tappe che il mese scorso l'ex sindaco di Molfetta, Guglielmo Minervini, ebbe modo di segnare. E così nel medesimo ordine sono seguite al consueto "happening" al cinema Odeon (ormai considerato vero e proprio "tempio" della politica molfettese, ruolo contesogli solo da qualche bar del centro), le apparizioni sulle emittenti televisive locali e l'intervista rilasciata al nostro giornale, che troverete in altra pagina di questo numero. E così il 29 ottobre ha avuto luogo la tanto attesa ufficiale conferma di quanto era già sulla bocca di tutti, e cioè della candidatura di Tommaso Minervini a sindaco. Occorreva sapere bene ancora da quali forze politiche fosse composta la sua coalizione ed in questo senso si sono avute molte conferme. O quasi. Ma andiamo con ordine. Tommaso Minervini bocciato in economia Alla manifestazione del 29, sul palco dell'Odeon, ad affiancare il "protagonista" era stato invitato il giornalista economico andriese Vincenzo Rutigliano, al quale era affidato il compito di fornire degli spunti di discussione, cercando di focalizzare l'attenzione del candidato sindaco sui temi dello sviluppo produttivo e delle dinamiche economiche locali. Argomenti, questi, che sarebbero dovuti essere al centro del dibattito ma sui quali Tommaso Minervini ha dimostrato qualche evidente (e imbarazzante) incertezza, tanto che lo stesso ospite ha dovuto "correggere" (tra lo stupore di molti e forse dello stesso candidato sindaco) qualche sua considerazione "affrettata" sui risultati ottenuti dalla uscente amministrazione (allorquando, per esempio, ha dichiarato che "l'economia locale è stagnante"), riportando le conclusioni del forum recentemente organizzato a Trani dall' "Imes" e dal "Formez" (il più autorevole centro di formazione e studi sullo sviluppo) in collaborazione con il Governo nazionale e le parti sociali, in cui il "caso-Molfetta" è stato portato ad esempio del "Sud che funziona", meritandosi note di encomio da più parti, ed in particolare dalla stampa nazionale specializzata nel settore. Decisamente più incisivo (per i suoi sostenitori) è apparso il candidato Minervini sul versante politico, allorquando ha sciorinato a memoria le motivazioni, divenuti suoi "cavalli di battaglia", che lo hanno indotto ad abbandonare la compagine amministrativa di cui faceva parte e ad avventurarsi in questa impresa al fianco di "tutte le forze politiche che in tempi diversi si sono ritrovate all'opposizione della oligarchia che ha amministrato la città in questi anni". Ed allora duri sono stati gli attacchi di Tommaso Minervini (ex socialista, ex dirigente provinciale dei Ds, nonchè ex assessore e vice-sindaco della prima Amministrazione di centrosinistra di Guglielmo Minervini, ed oggi candidato sostenuto dal centrodestra) contro il sindaco uscente, accusato di trasformismo (!?!), e di "scadimento morale" per non aver mantenuto le promesse e per non essere stato fedele allo "spirito originale di quella esperienza che aveva coinvolto una moltitudine di gente", spirito che ha sostenuto di voler "salvare e di cercare di recuperare". Ignoranza storica Immancabile (ma assolutamente inopportuno in quel contesto) il riferimento a Gaetano Salvemini, sebbene corredato da una colossale imprecisione storica laddove il Minervini ha sostenuto che "nel 1880 Salvemini propose l'alleanza tra monarchici e repubblicani", e francamente non riusciamo a capire come un bambino di soli sette anni abbia potuto sostenerla, se si considera che il nostro illustre concittadino è nato nel 1873... Finalmente sono poi state elencate le forze politiche che sostengono siffatto progetto e cioè un "vasto schieramento che va dal centrosinistra al centrodestra", che comprende quindi, "la lista civica Molfetta che vogliamo, l'Udeur, Italia dei valori, i repubblicani, i fuorusciti dal Partito Popolare che dovrebbero confluire in una nuova formazione politica, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Ccd, Cdu, gli ambientalisti". Forze quindi profondamente eterogenee ma che "hanno condiviso, sebbene in tempi diversi - ha affermato Tommaso Minervini - l'opposizione a Guglielmo Minervini, e che oggi sottoscrivono, rinunciando ognuna ad un pezzetto della propria identità, un patto di stabilità, per risolvere i problemi della città e rilanciarne lo sviluppo". In sostanza una coalizione che alla base ha solo l'essere stata "contro qualcuno" e che francamente non riusciamo a capire come potrà trovarsi d'accordo "per qualcosa" partendo da storie, culture e riferimenti nazionali tanto diversi. Miracoli che "l'uomo del cuore" promette di poter fare, assumendosi "in prima persona la responsabilità della tenuta e della dignità di tutte le componenti della coalizione" ma contemporaneamente rivendicando "l'assoluta autonomia nelle decisioni. Parleremo - ha sostenuto Tommaso Minervini - discuteremo, ci confronteremo, ma poi le decisioni saranno di uno e di uno solo", e qualcuno in platea ha creduto di essere finito sotto un celebre balcone in Piazza Venezia a Roma. Le contraddizioni dell’Italia dei valori Fin qui quanto sostenuto dal Minervini ma evidenti ci sembrano le contraddizioni insite in questo progetto. In primo luogo quella che nel mese scorso definimmo "confusione (politica) dell'Italia dei Valori" si sta dimostrando vera patologia. Non riusciamo a capire come questo movimento, che fa riferimento ad Antonio Di Pietro e che in un manifesto apparso recentemente sulle plance della nostra città dichiara di rifarsi "alle tradizioni riformiste del '900" con esplicito riferimento alla "cultura socialista del lavoro", possa sottoscrivere un'alleanza con partiti politici che si attestano su posizioni assolutamente incompatibili, e cioè Forza Italia e Alleanza Nazionale che di socialismo, presumiamo, non vorranno neanche sentir parlare. Senza poi dimenticare che il locale coordinatore di collegio del movimento dipietrista aveva solo un mese fa dichiarato che il suo progetto era alternativo sia all'uno che all'altro schieramento, salvo poi allearsi a distanza di qualche giorno con il Polo di centrodestra, a dimostrazione che poi, tanto alternativi i due progetti non erano. Le incoerenze dell’Udeur Ma non è tutto. Il segretario provinciale dell'Udeur, Lillino Di Gioia, ha pubblicamente dichiarato in un confronto televisivo di pochi giorni fa, di considerare sostanzialmente di centrosinistra il progetto della "NuovAlleanza" perchè portato avanti da cinque ex consiglieri comunali di quello schieramento, e quindi di sentirsi perfettamente a suo agio in questa coalizione, affermando poi di non essere a conoscenza di un accordo sottoscritto con il Polo, smentendo in tal modo quanto affermato dal candidato sindaco solo pochi giorni prima. Ma l'ing. Di Gioia è andato oltre affermando di "essere pronto a ritirare immediatamente la sua adesione al progetto di Tommaso Minervini" se il centrosinistra ed in particolare l'ex sindaco, avviasse una riflessione profonda sugli errori commessi in questi anni. L’opportunismo di Forza Italia Ma ancora, ci riesce difficile comprendere come Forza Italia che alle recenti consultazioni regionali risultò essere il primo partito a Molfetta, e Alleanza Nazionale che ottenne allo stesso modo un ottimo risultato, non siano in grado di esprimere a livello locale una candidatura autorevole, avendo invece deciso di sostenere il progetto di Tommaso Minervini, ex uomo di sinistra, ed ex vice-sindaco in una Amministrazione che il Polo ha sempre duramente contrastato. E davvero risultano molto interessanti le parole del sen. Azzollini che nell'intervista che riportiamo in altra pagina ha dichiarato che "il progetto della NuovAlleanza comprende la Casa delle Libertà più forze civiche", lasciando implicitamente intendere di ritenere esclusa qualsiasi alleanza con l'Udeur, l'Italia dei Valori, Rinnovamento Italiano e il Partito Repubblicano (che, fino a prova contraria non appartengono al Polo e che a tutta evidenza non sono liste civiche) che al contrario il candidato sindaco ha sempre dato per scontata. D'altro canto avendo il senatore Azzollini sostenuto di ritenere inscindibilmente connesse le elezioni politiche e quelle amministrative (anche su questo Tommaso Minervini ha detto cose profondamente diverse, ma ormai non ci stupiamo più) non potrebbe esservi nessuna alleanza con forze a pieno titolo nel centrosinistra e che quindi non potranno mai sostenere le candidature del Polo per le consultazioni politiche. Le “abiure” di An E che dire della ostinata pervicacia con la quale An (che smentisce di avere due sezioni a Molfetta) rincorre il governo della città, tanto da considerare un dettaglio il rinunciare alla propria storia e alla propria identità, sacrificate per sostenere un uomo che con quelle non avrebbe (?!) nulla a che fare? Una Margherita senza petali Occorre altresì sottolineare come il centrosinistra non se la passi certo meglio, non essendo ancora riuscito a risolvere le annose questioni al proprio interno che ne stanno ostacolando l'azione politica, l'elaborazione del programma e la individuazione del candidato. Le difficoltà si registrano in particolar modo al centro con il tentativo portato avanti dal Partito Popolare di costituire la "Margherita" anche a Molfetta, raggruppando quindi tutte le forze centriste (Popolari, appunto, Udeur, Democratici e Rinnovamento Italiano) dell'Ulivo. Il confronto pare si sia avviato ma incontra ostacoli per le incompatibili posizioni in relazione al giudizio complessivo sull'attività politica ed amministrativa della maggioranza uscente, considerato che l'Udeur la ritiene fallimentare su tutta la linea, mentre una opposta valutazione è espressa dai Democratici. Ai Popolari è affidato il compito di portare avanti i contatti, con una seria di incontri che si sono già realizzati ma che pare non abbiano ottenuto i risultati sperati, tanto da poter oggi sostenere che il progetto della Margherita a livello locale non andrà in porto e che l'Udeur e le altre forze centriste dell'Ulivo non saranno nella stessa coalizione per l'elezione del sindaco. Per quanto concerne invece le elezioni politiche il fronte dovrebbe essere comune nel sostenere i candidati di centrosinistra anche se poi l'Udeur dovrà spiegare agli elettori come può condividere un progetto (che non è solo civico, stando a quanto, autorevolmente sostenuto dal sen. Azzollini) al fianco del Polo delle Libertà e poi appoggiare i candidati dell'Ulivo per l'elezione dei nostri rappresentanti in Parlamento. I “Verdi” spaccati e allo sbando Ancora una volta dobbiamo anche rendere conto della spaccatura all'interno della locale sezione dei Verdi. La novità è questa volta rappresentata da un manifesto con il simbolo del "sole che ride" (ma non era stato "congelato"?), firmato dagli "iscritti della associazione Verdi di Molfetta" (non tutti, evidentemente, visto che, a quanto ne sappiamo, molti non sono stati nemmeno invitati ad esprimersi), in cui veniva duramente attaccato l'ex assessore dei Verdi con delega ai Lavori Pubblici, Matteo Innominato, per un non meglio identificato omesso controllo in relazione alla questione del parcheggio di un ipermercato alle porte della città. Da noi avvicinato, l'ex assessore Innominato ci ha dichiarato di "non comprendere in cosa sarebbe dovuto consistere questo presunto potere di controllo visto che tutte le autorizzazioni in relazione a quel parcheggio erano state regolarmente rilasciate dai competenti uffici". Al di là di questo, a questo punto ci appare necessario ed urgente un intervento che chiarisca questa situazione visto che non si capisce più chi rappresenti i Verdi, chi sia autorizzato a "spenderne" il nome e soprattutto che strada intendano prendere, anche se più volte il segretario regionale Di Lorenzo ha pubblicamente confermato l'appartenenza del partito del "sole che ride" alla coalizione di centrosinistra. La crisi del centro-sinistra e il laboratorio “Esserecittà” Come si può ben capire, quindi, la situazione in questo mese, all'interno della coalizione che ha governato la città negli ultimi sei anni, non si è sbloccata, sebbene tutti siano convinti della necessità di giungere nel più breve tempo possibile all'individuazione del candidato al fine di cominciare a lavorare per la definizione del programma. Una novità di rilevo, all'interno del centrosinistra (sebbene non abbia nulla a che fare con i partiti in senso stretto) è comunque rappresentata dalle attività promosse da "Esserecittà", il laboratorio politico recentemente sorto per promuovere il confronto sulle "sfide" cruciale che la città si troverà ad affrontare nei prossimi anni: le iniziative sono molteplici e cominciano a coinvolgere notevoli energie vitali, ma occorre inevitabilmente che il quadro di riferimento si schiarisca al più presto Le elezioni distano (almeno) sei mesi, ma la campagna elettorale è già pienamente avviata. Come potrà reagire la città dopo tutta questa astiosa contrapposizione che non fa altro che alimentare confusione?
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