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Pietro Capurso e l'Act Il Circolo, il racconto teatrale delle elezioni del 1913: Viva Salvemina
28 ottobre 2013

MOLFETTA - Platea numerosa e variegata quella che ha assistito allo spettacolo Viva Salvemina  all’IPC don Tonino Bello di Molfetta, dedicato al centenario delle elezioni comunali del 1913, che videro la partecipazione di Gaetano Salvemini.

Lo spettacolo come da programma e con la partecipazioni attiva di un pubblico caloroso, ha raccontato tramite la voce di Pietro Capurso (foto) e della sua compagnia “L’Act Il Circolo”, le vicende salienti accadute in città a partire dal 1898 (moti per il pane ed eccidio di 6 operai da parte dell’esercito) per proseguire con le elezioni del 1902 (prima amministrazione a guida socialista), la piaga dell’emigrazione, la vita nei salotti borghesi, lo sviluppo delle leghe operaie e gli scioperi, fino al suffragio universale e alle elezioni del 26 ottobre del 1913, che videro la sconfitta del candidato Salvemini e la vittoria del candidato Pansini (filo governativo), che riuscì a prevalere grazie alle violenze e ai brogli perpetrati con la connivenza degli apparati dello Stato.

Racconti che si intrecciano con l’attualità, un fil rouge sembrava tessere una tela già vista con le stesse trame, le stesse difficoltà di oggi, ma forse con un epilogo diverso.

Un racconto interpretato dalle vive voci dei narratori e spesso intercalato da prose in vernacolo molfettese e da musiche tipiche molfettesi, tra cui proprio la canzoncina “Viva Salvemina”, un mix perfetto che caratterizzato tutto lo spettacolo che ha raccontato scorci di storia vera della nostra città e rivissuta in chiave armonica e dinamica tendo sempre alto il coinvolgimento del pubblico, anche molto giovane. Forse è questa una delle cose che colpiva un occhio attento: la presenza di una platea con giovani coinvolti.
Proprio questo sembra essere uno degli obbiettivi più cari alla nuova amministrazione che nella persona del sindaco Natalicchio e dell’assessore alla cultura Mongelli, intervenuti alla conclusione dello spettacolo, hanno dichiarato di voler coinvolgere i giovani partendo proprio dalle scuole cittadine per intraprendere un “percorso salveminiano”, alla scoperta dell’uomo Salvemini e della città ai suoi tempi.

La manifestazione, frutto di una meticolosa e documentata ricerca condotta da Pietro Capurso, ha visto la partecipazione, oltre che dello stesso autore,  degli attori  e  musicisti Mariantonietta Masciopinto, Rosanna De Pinto, Nino Giacò Cosimo Capurso, Onofrio Salvemini, Mauro Capurso  ed Emanuele Petruzzella.  

Ripartire dalle tradizioni dei nostri avi per scoprire e capire, per non dimenticare ciò che è stato e da dove veniamo. Un percorso, questo, ha sottolineato il sindaco, che verrà valorizzato per far divenire la nostra città anche un polo turistico di riferimento culturale, date le numerose testimonianze che Gaetano Salvemini ha lasciato come eredità, anche morale, a Molfetta.

Questo spettacolo infatti, si pone solo come il primo appuntamento di una serie di incontri  che avverranno in tutte le scuole molfettesi nell’anno, grazie anche alla partecipazione attiva di tutti i presidi, per insegnare soprattutto alle nuove generazioni la cultura civica e morale fondamentale per ritrovare i valori della consapevolezza del bene comune, della fede nel valore della libertà individuale e della conformità alle regole, dalle buone maniere alla ragionevolezza. Valori con una funzione disciplinatrice della condotta forti da cui partire per diffondere una morale utile a farci concentrare sul bene pubblico e ad essere buoni cittadini.  

Il Dirigente Scolastico prof. Sante Sabatiello, sempre pronto a cogliere tutte le novità e le opportunità che il territorio offre, ha  raccolto la proposta del Comune di Molfetta di utilizzare lo spazio scolastico per spettacoli esterni. Sono intervenuti, infatti, mostrando grande sensibilità, oltre al numeroso pubblico, il Sindaco di Molfetta dott.ssa Paola Natalicchio  e l’Assessore alla Cultura e al Turismo prof.ssa Betta Mongelli.

© Riproduzione riservata

Autore: Rebecca Amato
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Rachele Terrassa|venerdì 25 ott 2013 21:13:56 La verità, per la VERITA'. – Nel 1914 tensioni rivoluzionarie e bisogno di guerra sono ormai unite in un nodo inestricabile. Gaetano Salvemini, che pure dedicherà poi tutta la vita a lottare contro il fascismo e alla difesa del metodo democratico, nel maggio di quell'anno, dopo che Mussolini ha trionfato al congresso socialista di Ancona con la sua linea massimalista, facendo espellere dal partito molti moderati e riformisti, scrive sul suo giornale, l'”Unità”: “Benito Mussolini è stato l'uomo che era necessario e che non poteva mancare per esprimere e rappresentare in questo momento storico il bisogno di un movimento sinceramente rivoluzionario nella nostra patria.” Quando poi Mussolini, nell'autunno del '14, a guerra mondiale appena scoppiata, comincerà la sue torbide manovre per passare all'interventismo dichiarato, Salvemini gli scrive: “Caro Mussolini, ho letto in treno il tuo magnifico articolo sulla neutralità “non assoluta”. E sento il bisogno di fartene i miei rallegramenti: il tuo istinto sano e forte ti ha fatto arrivare anche questa volta alla linea buona di condotta. E non è piccolo atto di coraggio, il tuo, questo di rompere la lettera per salvare lo spirito dell'internazionalismo, in questo nostro paese di sagrestani formalisti e chiacchieroni.” Salvemini si richiama alla “guerra giusta”, alla tradizione mazziniana, la guerra cioè “nell'interesse dell'Italia e dell'umanità, strumento doloroso ma necessario di più larga pace”. Ma l'estrema sinistra la pensa in un altro modo.........
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