MOLFETTA - Approvato con soli voti di maggioranza il nuovo Piano quadriennale del Commercio su Aree Pubbliche (approfondimento tecnico nel prossimo numero di Quindici, in edicola il 15 ottobre), «per avere e dare certezza, senza nessuna rappresaglia» (consigliere di maggioranza Angelo Marzano). Si crea, però, un precedente: tra quattro anni potrebbero autorizzarsi altre postazioni, seminando per le strade banconi, box e camioncini di frutta e verdura.
«Con questo piano del commercio ordiniamo l’ambulantato cittadino sulle aree pubbliche - l’introduzione al consiglio comunale di Maria Brattoli, assessore all’Annona - cerchiamo di rimediare alla desertificazione commerciale cittadina, causata dalla scomparsa della dorsale mercatale dalla metà degli anni Novanta». Mercato diffuso, la soluzione dell’Amministrazione Azzollini, «conforme alla legge, per colmare le esigenze della popolazione e favorire l’acquisto di beni di largo consumo». Contraria l’opposizione, orientata verso una serie di medio-piccole piazze di 4-5 operatori, nel rispetto della legge, invece di disseminare per la città postazioni di frutta e verdura.
Ampie discussioni anche in Commissione Attività economiche e produttive, Ecologia, Ambiente e Igiene, un «buon lavoro, svolto in un clima sereno, libero e trasparente» per Pasquale Giancola (Pdl), consigliere di maggioranza e presidente della stessa commissione. «Assenza di trattative e concertazione con l’opposizione e le associazioni dei commercianti - rimpallo del consigliere di opposizione Gianni Porta (Rifondazione Comunista) - l’amministrazione non ha voluto o è stata costretta?».
Porta, un piano raffazzonato e vergognoso. Colpevole ritardo dell’amministrazione che sana in tutta fretta una situazione in necrosi, nonostante le sollecitazioni dell’opposizione già dal 14 settembre 2009: granitica opposizione del consigliere Porta, che ha ribadito la mancata revisione del Piano del Commercio Generale, scaduto da un anno e 6 mesi.
«Manca un’analisi approfondita della rete distributiva e commerciale cittadina, su quali elementi approviamo il piano?», domanda retorica del consigliere di opposizione all’Amministrazione Azzollini, «che deve prescrivere regole ferree, invece di cedere ai capricci di questi operatori incontinenti e brevettare una sanatoria discutibile e fantasiosa». Sconfitta pubblica dell’amministrazione che «non offre un’inversione di tendenza, non garantisce la libertà commerciale, la competitività e il reinserimento sociale».
Abbattista, delusione per un piano rabberciato. «L’amministrazione ha rincorso il problema - ha rimarcato il consigliere di opposizione Giovanni Abbattista (Pd) - questo piano, che ripropone quello del 2006 con l’aggiunta del mercato diffuso, è stato approvato in tutta fretta solo per una situazione esplosiva che ha provocato l’intervento delle Forze dell’Ordine e della Procura di Bari» (come confermato dal consigliere Marzano). Evidenti responsabilità socio-educative dell’Amministrazione Azzollini: «l’amministrazione ha abdicato al suo regolo educativo-normativo e non saranno le armi della Polizia il deterrente migliore», energico disappunto del consigliere Abbattista.
Quasi 3 anni di alta tensione nel settore, di responsabilità rimpallate tra uffici comunali e Polizia Municipale: «nel 2010 una missiva del comandante della Polizia Municipale, dott. Giuseppe Gadaleta, chiedeva all’amministrazione provvedimenti di sospensione delle autorizzazioni agli ambulanti per il reitero delle violazioni, per i continui sbeffeggi degli operatori verso il personale del comando, per i malumori degli altri commercianti, per le minacce». Emendato il piano in merito alla revoca e alla sospensione delle autorizzazioni per evitare sospensioni burocratiche e sanzioni incorporee: compito affidato al comandate pro-tempore della Polizia Municipale e al dirigente dell’ufficio incaricato.
Disparità nella competitività. Totale assenza di agonismo commerciale, sperequazioni burocratico-normative tra operatori e commercianti che rispettano la legislazione vigente, il rimprovero del consigliere di opposizione Nicola Piergiovanni (Sinistra e Libertà). «Perché non assegnare le postazioni libere all’interno delle aree mercatali giornaliere già esistenti? Perché manca un’attenta ricognizione della rete commerciale», domanda-risposta del consigliere, incerto sulla effettiva garanzia del piano in merito a decoro, igiene e sicurezza, se «di questi box non si conosce costo e capacità igienico-sanitaria». Marzano fiducioso, «box per un controllo efficace della Polizia e per un aspetto estetico migliore». Porta promette battaglia.
Riproposta la questione dei bar all’interno delle piazze Minuto Pesce e Gramsci (già 264 in città), il consigliere Piergiovanni ha ottenuto la cancellazione delle strutture bar e edicola nelle due aree su emendamento del collega di maggioranza Mauro Spaccavento (Pdl). Cassata la destinazione, restano i posteggi liberi senza autorizzazione.
Apertura-chiusura politica di Marzano. Tentatiamo di circoscrivere i problemi socio-economici, urbanistici e sanitari dell’ambulantato: «non credo sia il miglior piano elaborabile, maledetta fretta - commento del consigliere Marzano (Pdl) - un piano perfettibile, che potrà essere corretto nei punti che non funzioneranno, ma intanto abbiamo guadagnato terreno».
Chiariamo il problema delle licenze, ha spiegato il consigliere Pdl, e ordiniamo le aree determinate dal piano del Prefetto, razionalizzando gli strumenti per un controllo non sovietico: «cerchiamo di dare una mezza risposta per il reinserimento sociale di chi può essere indotto alla criminalità».
Apertura politica del capogruppo Pdl, colta al volo dall’opposizione. Proposta di sospensione del consiglio per perfezionare i lavori, di fatto rigettata dal categorico sidanco-senatore-presidente Antonio Azzollini: «credo che noi dobbiamo mantenere l’impianto di questo piano, perché pensato e ragionato dopo lo screening di varie proposte». Sterzata di Marzano: «vogliamo approvare il provvedimento, ma potremmo intervenire in deroga per eventuali errori di valutazione».
Art. 22 ‘mercato diffuso’: concetto extra ordinem. Invenzione dell’Amministrazione Azzollini, in extrema ratio poco condivisa dal capogruppo Pdl, che preferisce la formula del «commercio di prossimità». Concetto assente in tutte le normative italiane, know-how tutto molfettese. Mercato diffuso, unica possibilità per accordare autorizzazioni tipo A (posto fisso decennale) ai possessori del tipo B (commercio itinerante): la legge regionale assegna le concessioni tipo A solo a posteggi interni a piazze o mercati giornalieri, mentre il tipo B agli uniposteggi - per intenderci, le postazioni degli ambulanti, fisse a Molfetta con il rinnovo abituale delle concessioni. Insomma, Molfetta diventa una piazza mercatale unica su cui quelli che sarebbero per legge uniposteggi ambulanti assegnatari di autorizzazioni B divengono, per un perverso gioco di logica, posteggi fissi beneficiari di autorizzazioni A.
Mercato diffuso al posto di uniposteggio, con il rischio di ingolfare il mercato cittadino. False le giustificazioni dell’Amministrazione Azzollini, secondo l’opposizione: occupazione e reinserimento sociale, «ma questo piano asseconda uno status quo che non si giustifica come rete ordinata - il commento del consigliere di opposizione Mino Salvemini (Pd) - e non conferisce la stessa dignità degli altri commercianti a questi operatori che non devono essere demonizzati»; assecondare le richieste dei cittadini, soprattutto anziani, che vogliono trovare sotto casa il punto vendita, «invece, si incoraggia una situazione al di fuori delle regole, creando privilegi sociali e disparità di trattamento» per il consigliere Abbattista.
Del resto, molti posteggi sono vicini a altri punti vendita o supermercati: il consigliere Porta ne ha elencati alcuni (via Terlizzi angolo via Aliende, via di Vittorio, Piazza San Michele, via Giovinazzo angolo via Leoncavallo, parallela via Salvucci, via Capitan de Candia angolo via Cozzoli, via Salvemini angolo Tenente Marzocca, via Mazzarella), con il pericolo di «innescare pericolose dinamiche».
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