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Periferie dimenticate, candidati alla Provincia e prostituzione via internet nella rivista Quindici in edicola
17 febbraio 2009

MOLFETTA - È in edicola da sabato 14 febbraio il nuovo numero di Quindici(nella foto, la copertina), rivista mensile leader a Molfetta, diretta da Felice de Sanctis, il giornale che fa opinione e che completa così il panorama informativo offerto ogni giorno con Quindici on line, il primo e più diffuso quotidiano in internet di Molfetta. L'editoriale del direttore è intitolato “Voglia di cesarismo” sui pericoli di una involuzione autoritaria della politica e sull'abilità dei governanti a distrarre l'opinione pubblica dai veri problemi, quelli economici, con una crisi drammatica per la quale non sono stati predisposti adeguati strumenti di intervento. Tra gli argomenti più importanti c'è quello delle periferie dimenticate dal Comune: torniamo sui luoghi che sono stati oggetto delle nostre inchieste per vedere cosa è cambiato. Si respira già aria di elezioni alla Provincia: vi diamo tutti i nomi dei candidati. L'argomento casa è sempre di attualità e vi proponiamo una proposta per i mutui ipotecari, fatta da alcuni cittadini. Il forum di questo mese è dedicato alle cattive abitudini alimentari con il conseguente allarme per i danni ai bambini. Le statue del Sabato Santo appena restaurate, vi mostriamo le foto. Sul carnevale si annunciano tante promesse, ma il rischio è che venga fuori una sagra arrangiata. Anche a Molfetta ci sono i beni sequestrati alla criminalità, ma restano inutilizzati. Vi spieghiamo i motivi, con un'intervista all'assessore Corrieri. Torniamo a parlare dell'ospedale: cosa cambia in questa struttura sulla quale oggi è utile investire. L'inchiesta di questo mese è dedicata a un fenomeno in crescita, quello delle squillo blogger, la prostituzione via internet. In questo giro si sospetta che possano esserci anche delle donne di Molfetta. Per l'economia nella rubrica “Dalla parte del cittadino” offriamo dei suggerimenti utili per l'assegno sociale, i criteri di accredito e riscatto dei periodi di maternità e il funzionamento della carta acquisti. Per la cronaca vi proponiamo un “tranquillo” giro in auto nella città dei fossi e delle buche sparse in tutto il territorio e una passeggiata fra le opere incompiute e abbandonate a Molfetta. Parliamo del dissequestro della Truck Center, dove morirono 5 persone e dei 7 rinvii a giudizio dei presunti responsabili della tragedia. Per la cultura continua il ricordo del centenario della morte di Francesco Carabellese e riportiamo un articolo sulle lettere scrittegli da Gaetano Salvemini fra il 1903-1906. Parliamo anche dell'ultimo libro di Nunzia Scardigno. Sedici racconti e una chiusa del genio musicale di Molfetta secondo Francesco Peruzzi, del piroscafo Triestino dell'ultima mostra di Marisa Carabellese e offriamo un racconto di Donato Altomare: La gabbia. Completano il giornale altre notizie, lo sport e gli appuntamenti. Un numero, quello in edicola, come sempre ricco di contenuti e di temi interessanti con tanti argomenti che vi terranno compagnia per un mese e vi accompagneranno in una piacevole lettura, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport. Quindici: quello che gli altri non dicono, Quindici: la rivista che si sceglie in edicola.
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Egregio Direttore, lascio ad altri i complimenti a Lei e a tutti i suoi collaboratori per lo splendido "Quindici" di febbraio in edicola. Profondo, chiaro,realistico e politicamente corretto il suo Editoriale che, senza nessuna sorpresa, dovrebbe far riflettere e considerare le due possibilità da Lei citate. Questa "Voglia di Cesarismo", accompagnata dalla grave crisi economica, ci farà uscire più rafforzati o estremamente deboli e aperto a tutte le soluzioni anche a quelle autoritarie? A volte l'ottimismo porta all'immobilismo, quello che sta succedendo a Molfetta e in tutto il nostro Paese, ci dovrebbe far riflettere invece, alla seconda ipotesi da Lei citata. 1.- dovrebbe far svegliare le coscienze libere e democratiche e opporsi a quelle disposizioni falsamente risolutive ma che sono fortemente autoritarie da produrre solo violenza e caos. 2.- Far riflettere la maggioranza sia rumorosa sia silenziosa e fare un passo indietro a guardare la Storia della nostra martoriata Italia. A volte la Storia, anche se per assurdo, si ripete. Storia di ieri, di oggi, di domani. Il fascismo ha avuto origine nel nostro Paese come reazione e conseguenza della grande crisi politica ed economica seguita alla prima guerra mondiale. La classe dirigente, erede dello Stato liberale post-risorgimentale, aveva voluto spingere l'Italia nel conflitto, senza prevedere le gravissime perdite umane che ne sarebbero derivate. Così dopo la fine vittoriosa, si era trovata improvvisamente costretta a dover fronteggiare una situazione difficilissima, ricca di tensioni e contrasti interni, dove gli interessi dei gruppi economico-social privilegiati si scontravano con le aspirazioni della maggioranza della popolazione, fino ad allora tenuta ai margini della vita dello Stato. Mussolini capì che la debolezza della classe dirigente, incapace di stabilizzare la situazione economica e sociale, si poteva vincere solo conquistando i favori dei gruppi dominanti del padronato industriale e dei proprietari terrieri, sempre più intolleranti verso le manifestazioni popolari e pronti ad appoggiare chiunque fosse disposto a usare la "mano forte". Il fascismo rifiutava ogni forma di lotta fra le classi e faceva appello al principio della superiore "unità nazionale", intesa come un organismo vivente cui dovevano essere subordinati tutti gli interessi particolaristici. Parve quindi, inizialmente, fornire un'efficace alternativa tanto alla debolezza di una classe politica dilaniata da insanabili contrasti interni, che mettevano capo a continue crisi di governo. Il movimento fascista, divenuto partito nel novembre del 1921, cercò di darsi una dottrina e, poichè il grande momento per i socialisti era passato, Mussolini, prima di puntare decisamente al potere, tentò la politica delle alleanze. Il Parlamento risultò svuotato di ogni prerogativa e le elezioni (1929) vennero ridotte a semplici plebisciti di approvazione di una "lista unica" di deputati designati dal Gran Consiglio. Nella scuola fascistizzata, l'insegnamento travisò la storia. Nacque la scuola di mistica fascista. L'obbedienza al fascismo divenne un obbligo per gli stessi professori universitari, ai quali venne imposto il fiuramento come condizione per poter mantenere la cattedra. Il regime fascista aveva trovato un accordo con la Chiesa cattolica, realizzando attraverso i Patti Lateranensi del 1929 la conciliazione fra lo Stato Italiano e la Santa Sede, così da garantire a Mussolini l'appoggio delle più alte gerarchie ecclesiastiche. Ciò non impedì all'Azione Cattolica di svolgere la propria azione presso i giovani al di fuori dello spirito fascista, tant'è vero che nel 1931 il regime fascista accusò esplicitamente l'Azione Cattolica di sottrarre uomini e giovani alla disciplina fascista. Sembrò la rottura, ma si giunse al compromesso e il fascismo mantenne l'appoggio della Chiesa. "Il fascismo - scrisse Gobetti - è il legittimo erede della democrazia italiana, eternamente ministeriale e conciliante, paurosa delle libere iniziative popolari, oligarchica, parassitaria e paternalistica." Ma questa ormai classica definizione si addice più al fascismo maturo, ormai giunto al potere. Soria di ieri, storia di oggi, storia di domani? -

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