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Parte la sfida del gruppo civico Sailors: nuove idee per il porto
15 aprile 2016

Tornare a credere nel nuovo porto commerciale inteso come “leva strategica di sviluppo della città” e tracciare nuove linee strategiche lungo le quali far correre veloce la grande opera da tempo arenatasi nelle secche degli scandali giudiziari. È l’ambizioso progetto portato avanti da Sailors, il gruppo civico composto da esperti e semplici cittadini che da circa due anni studia con rigore e puntiglio un’articolata riprogettazione del nuovo porto commerciale tale da renderlo economicamente sostenibile e strategicamente rilevante per l’intera comunità. Sailors ha dato ufficialmente il via alla propria avventura pubblica, in una conferenza stampa organizzata presso la sala aste del mercato ittico cittadino (banchina San Domenico) al cospetto di una nutrita platea di addetti ai lavori e cittadini. Proiettori, slide, cartelline fitte di documenti, e tanti tantissimi dati: se al centro della sala un modellino di un peschereccio sormonta cumuli di reti da pesca e cassette per il pesce, fantasioso richiamo alle suggestioni del mare, nel corso della conferenza gli uomini di Sailor si affidano all’efficace concretezza di numeri e statistiche. Perché come spiega in apertura di presentazione il manager Bosch Corrado La Forgia: “Sailors si apre alla comunità e lo fa dopo 2 anni intensi di lavoro. Le nostre idee sono di certo migliorabili ma frutto di analisi e studio, non di pourparler”. Un’esperienza “straordinaria di società civile e impegno dal basso che vede i cittadini mettere competenze e esperienza al servizio della città avanzando proposte operative che riguardino il nuovo porto commerciale inteso come volano della nostra economia. Saremo di stimolo per tutte le forze della comunità” spiega l’armatore Giuseppe Gesmundo. Il progetto ritiene infatti il nuovo porto come “una leva strategica di sviluppo della città” e per questo ha prodotto un concept, un ampio schema di interventi con “l’obbiettivo di valorizzare l’attività dei pescherecci, sviluppare il turismo, diversificare la cantieristica da pesca da diporto, affrontare con rigore la vocazione commerciale nel contesto regionale e non solo”. A presentare il progetto è intervenuto Lino Renna, imprenditore attivo nel settore delle biotecnologie e una delle anime costituenti di Sailors. L’obbiettivo è soprattutto quello di ergere il sistema mare al centro delle attività dell’attuale amministrazione comunale cercando allo stesso tempo di fornire contributi concreti avanzando precise proposte operative. Renna ha sottolineato come “tutte le proposte nascano dalla necessità di definire una nuova vision e mission del porto nel contesto della più ampia ridefinizione di tutto il waterfront della città e che lo porti a essere vicino alle reali esigenze della comunità, a essere concretamente realizzabili in tempi rapidi e che comporti investimenti contenuti”. Il nuovo porto dovrà muoversi nel vasto scacchiere della Blue Economy che “rappresenta oggi un volano per lo sviluppo sociale, perché in grado di creare un’importante base occupazionale, tanto più se si considera che negli ultimi cinque anni il numero di occupati nella blue economy è aumentato del 4%, quando nel resto dell’economia si è assistito ad una flessione (-2,5%). E’ a tutti gli effetti un’economia anticiclica. Una delle forze di questo volto blu della nostra economia è proprio la sua intensa capacità moltiplicativa, perché” ha spiegato ancora Renna “per ogni euro prodotto direttamente, riesce ad attivarne altri 1,9 euro sul resto dell’economia, arrivando nel 2014 a costituire una filiera, tra produzione diretta e indiretta, di 125 miliardi di euro di valore aggiunto, quasi il 10% del totale nazionale”. Sono quattro le ipotesi possibili per le attività commerciali del porto di Molfetta del domani. In primis sarebbe necessario potenziare il trasporto rinfuse (merce o carico non imballato) rendendolo compatibile con le altre attività presenti nel porto ad oggi. Al momento a Molfetta il traffico ammonta a sole 150 mila tonnellate di rinfuse (un’inezia se paragonata a quelle dei giganti del settore come Trieste 7 milioni e Ancona 2 milioni). Anche il traffico ro-ro potrebbe risultare strategico e dovrebbe partire non appena la banchina diventi operativa. Per questo sarebbe opportuna una piattaforma logistica ed il collegamento ferroviario indispensabile insieme ad un adeguato parco logistico anche per il trasporto container. Quarta proposta è rappresentata dal traffico passeggeri che si dovrebbe sviluppare con navi di adeguato pescaggio. Il porto di Molfetta non può tecnicamente ospitare le grandi navi da crociera low cost ma solo quelle più piccole da 200-300 passeggeri. Si tratta di un segmento di mercato dalle grandi potenzialità e che vivrebbe già una fase di vivace espansione. Fin qui le proposte per il domani ma,chiosa Renna, non mancano le possibilità di intervento immediato a cominciare dalla realizzazione del porto turistico nei pressi della banchina S. Corrado (cioè nel vecchio porto, l’opposto di quello previsto nel piano stanziato dall’amministrazione di centrodestra di Antonio Azzollini che invece lo relegava nei pressi del quartiere Madonna dei Martiri al fine di una improbabile funzione qualificatrice dell’area). Un’operazione suggestiva che potrebbe attirare col suo scenario confortevole cospicue risorse. Il porto pescherecci potrebbe invece essere spostato presso la banchina S. Domenico in prossimità del mercato ittico, in una zona strategica per il trasporto della merce e in un’area facilmente attrezzabile con moderni pontili. Le proposte operative di Sailors sono già state esposte all’amministrazione comunale tramite un colloquio avuto con il sindaco Paola Natalicchio l’8 dicembre del 2015. E’ seguito un ampio dibattito stimolato dalle domande del direttore di “Quindici” Felice de Sanctis che ha animato la conferenza stampa, chiedendo chiarimenti, tempi, costi e fattibilità del progetto. Alle domande hanno risposto oltre ai relatori anche Mimmo Facchini degli armatori da pesca, Loredana Lezoche dell’Associazioneindustriali, Francesco Samarelli ingegnere navale, Leo Murolo progettista navale marittimo, Stefano Salvemini per i diportisti. Presenti all’incontro il consigliere regionale Guglielmo Minervini, l’assessore comunale Betta Mongelli. Il gruppo auspica azioni rapide e concise e una maggiore sensibilità da parte della comunità per tutto ciò che riguarda il mare. “Questo è il porto che vogliamo, che possiamo, che ci piace” ha concluso Renna che ha fatto notare come “possiamo cominciare a cambiare il volto del nostro porto con investimenti sostenibili ed in tempi ragionevolmente brevi. Molfetta deve ridiventare città di mare invece che città sul mare”.

Autore: Onofrio Bellifemine
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