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Pari opportunità: il Tar dice no alla sospensione della giunta comunale
17 settembre 2001

MOLFETTA – 17.9.2001 Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) ha respinto al richiesta dei consiglieri di opposizione di sospendere la giunta comunale per il mancato rispetto dello Statuto comunale che prevede la pari opportunità dei sessi. A presentare il ricorso sono stati i consiglieri Maria Sasso (nella foto), Nino Sallustio, Leonardo Lucanie, Nunzio Fiorentini, Nicola Piergiovanni. Il ricorso si basava proprio sul mancato rispetto di quanto previsto dall’articolo 30 dello Statuto comunale, rafforzato dalla disposizione del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Questo, all’articolo 6, dispone che “Gli statuti comunali e provinciali stabiliscono le norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna ai sensi della legge10 aprile 1991, n. 125 e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essa dipendenti”. Il nodo stata tutto nel termine “assicura”, utilizzato proprio per stabilire la necessità di garantire che uomini e donne siano ugualmente presenti al governo della città. Ora il Tar ha ritenuto che non ci sarebbero “danni gravi e irreparabili” nella decisione del sindaco Tommaso Minervini di scegliere tutti i componenti della giunta municipale di sesso maschile. Il tribunale amministrativo ha ritenuto che sussisterebbero “profili di incertezza sulla legittimazione attiva dei ricorrenti”, cioè i consiglieri comunali non sarebbero i soggetti legittimati a presentare un ricorso sulla violazione dello statuto comunale. Il Tar, però, non dice chi sia il soggetto legittimato. Del resto sembra anche incomprensibile la decisione del Tar sotto questo aspetto. Se non sono legittimati i consiglieri comunali ad un’azione di questo tipo, chi lo è? I cittadini, le donne, le associazioni di volontariato? Insomma, la vicenda si complica, anche perché gli stessi consiglieri sconfitti dal Tar - in attesa di una pronuncia sul merito che si avrà il 20 settembre da parte dello stesso tribunale amministrativo per una vicenda simile che riguarda il Comune di Bari - hanno deciso di fare appello al Consiglio di Stato. Così i tempi si allungano. A favore del ricorso al Tar si erano già pronunciate Marina Piazza, presidente della commissione Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, Nunzia Bernardini, presidente della stessa commissione alla Regione Puglia e la presidente della Consulta femminile di Molfetta, Adele Mastropasqua. La sentenza, però, ora permette di segnare un punto a favore della giunta Minervini. Ma la partita continua.
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