MOLFETTA - Opportuno chiarimento della Polizia Municipale dopo la lettera della sig.ra Assunta Luzzini, pubblicata da Quindici. Abbiamo raccolto la replica del comandate della Polizia Municipale, dott. Giuseppe Gadaleta (foto), del maresciallo Cosimo de Robertis e dell’agente Vito Loisi, che gestiscono il rilascio dei contrassegni e l’immissione di pareri per l’installazione di aree di sosta per disabili. «Dietro questa vicenda non c’è nulla di nebuloso e non dobbiamo giustificarci - ha dichiarato il comandate Gadaleta - ma è necessario chiarire per evitare che quanto scritto dalla signora Luzzini possa suscitare perplessità e confusione, nonostante la poca chiarezza della lettera».
«L’ordinanza d’istituzione di un’area riservata per la signora Luzzini non è stata curata da questo comando - ha chiarito il maresciallo de Robertis - abbiamo solo certificato che la strada, in cui risiede la signora, non insistesse su un’area ad alta densità di circolazione». Notificata a febbraio 2008 la concessione dell’area, con una nota dello stesso anno «alcuni residenti si sono lamentati della sua gestione (a quanto pare, usata anche da terze persone vicine all’avente diritto, ndr) - ha riferito il maresciallo - mettendo anche in dubbio quanto verificato dal dott. Massarelli, deputato al riconoscimento dell’invalidità». Denunciata nel 2010 la stessa situazione, «il comando ha inviato una nota per queste rimostranze al Settore Lavori Pubblici, al sindaco e al dirigente».
Il Comune non ha voluto dar seguito alle denunce del vicinato, «sollecitando la signora Luzzini, ma da qui non è passato nessun riscontro, a individuare un altro sito viciniore per ragioni di sicurezza, perché lo stallo sussiste in corrispondenza di una conduttura del gas - ha continuato - ma sembra la signora Luzzini abbia insistito per lasciare l’area di sosta in corrispondenza della propria abitazione».
Il Comando non può mettere in discussione il referto medico e l’atto di concessione comunale e «non possiamo entrare in controversie personali o condominali e generalizzare un discorso sui servizi della Pubblica amministrazione», perché «la signora Luzzini avrebbe potuto rivolgersi all’autorità giudiziaria per sanare quelle stesse controversie».
Accertamenti su contrassegni e stalli dal 2008. Il controllo dei contrassegni e delle aree di sosta riservate ai disabili è iniziato nel 2008 e si è concluso nel 2010 con un’attività di polizia giudiziaria: ritirati oltre 70 contrassegni a presunti disabili, cui non è stata riconosciuta una capacità di deambulazione sensibilmente ridotta in ulteriori accertamenti medici.
Assegnati questi pass a veri invalidi, sono stati sollecitati i possessori di pass scaduti per nuovi esami e si sta provvedendo ai nuovi subentri, successivi al decesso di altri possessori, per razionalizzare i controlli, mirati anche ai duplicati spesso usati in modo improprio.
«La magistratura sta dando seguito a questa attività di polizia giudiziaria - ha spiegato il comandate - e il comando non ha mai restituito il pass o concesso nuovi pass a coloro che avevano commesso l’illecito». Tuttavia, una recente sentenza della Cassazione «ha legittimato la possibilità di apporre su un determinato veicolo anche la fotocopia del pass», ha aggiunto il comandante, per questo motivo «abbiamo rallentato l’attività d’indagine».
Nel 2008 la P.M. ha avviato un riordino dei contrassegni per disabili, quasi 1.600, cui si aggiungevano un numero considerevole di fotocopie e contrassegni non consegnati al comando per il decesso del disabile. «Abbiamo rinominato, riordinato e rinumerato i contrassegni, li abbiamo dotati di un ologramma e abbiamo censito i decessi - ha chiarito il maresciallo de Robertis - l’attuale trend è al ribasso, appena mille contrassegni con un ritiro innumerevole di altri pass». Un numero che potrebbe anche scendere a 600 contrassegni.
Attività di controllo con numerose denunce per l’uso di fotocopie del contrassegno, «diversamente si ravvede solo l’uso improprio dello stesso contrassegno, se sia utilizzato da persona diversa dall’avente titolo - la postilla del maresciallo - mentre se il contrassegno è contraffatto si ravvedono fattispecie di ordine penale». Ricordiamo che l’amministrazione, per legge, rilascia il contrassegno di fronte a un certificato propedeutico redatto dalla commissione invalidi civili.
Aree di sosta per disabili. Condizione necessaria per l’installazione di un’area riservata al disabile è il contrassegno, «poi entra in gioco un articolo specifico del codice della strada, il 381 del regolamento comma V - il chiarimento del maresciallo de Robertis - che specifica come il sindaco possa concedere un’area riservata a un disabile in caso di gravi patologie». Saranno criteri oggettivi e soggettivi a determinare la concessione. Se così non fosse, tutti i 1.600 contrassegni di Molfetta avrebbero dovuto avere il diritto allo stallo.
Prima del 2008, l’ordinanza d’istituzione di un’area riservata a un disabile era redatta dal Settore Lavori Pubblici, che richiedeva al Comando della P.M. un parere sulla densità del traffico per l’area dello stallo. Dal 2008, invece, «è stata avviata un’attività di controllo anche per le aree riservate, specialmente quelle per persone decedute - ha continuato il maresciallo - abbiamo eliminato quasi cinquanta stalli». Dunque, il comando analizza la documentazione propedeutica e, «se la documentazione è carente degli elementi soggettivi e oggettivi, il parere sarà negativo, fermo restando che, secondo la legge, il sindaco può concedere comunque lo stallo». Mentre il Settore Lavori Pubblici individua il sito e redige l’ordinanza di concessione dell’area.
Misure selettive, concessi solo 12 stalli. Su input del dott. Mimmo Corrieri, dirigente agli Affari generali del Comune di Molfetta, è stata stabilita una «linea di massima» per il rilascio dell’area riservata, ovvero «la dimostrazione da parte dell’invalido della necessità di recarsi in maniera ciclica e continuativa presso le strutture pubbliche - ha specificato il maresciallo de Robertis - con tutta la documentazione propedeutica al rilascio e l’attestazione delle strutture sanitarie pubbliche che certificavano che il soggetto per le patologie ascritte è costretto a recarsi presso le stesse strutture». Concessi solo 12 stalli, di cui due rinnovi.
Questa operazione (controlli, riduzione dei contrassegni, denunce, attività di polizia giudiziaria, documentazione restrittiva, ecc.) ha creato non pochi problemi alla P.M.: «abbiamo avuto contro la città intera, perché ci siamo messi contro un sistema - ha raccontato il comandante Gadaleta - ci sono state, invece, attestazioni di stima quando si è capito che questa operazione era finalizzata a attestare e tutelare i veri disabili, tant’è vero che questa nostra attività di indagine è stata mutuata e copiata da altri comuni del Nord».
© Riproduzione riservata