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Papi Gump: oggi fa tappa a Molfetta l'iniziativa di Borromeo a favore della bigenitorialità
04 ottobre 2013

MOLFETTA - Farà tappa a Molfetta, oggi, ‘Papi Gump’, l’iniziativa promossa da Antonio Borromeo, padre separato, che percorre a piedi l’Italia meridionale per sensibilizzare la modifica della legge 54 del 2006, affinché vengano rispettati e pienamente applicati i principi dell’affido condiviso dei figli. Antonio Borromeo, protagonista della battaglia a favore della bigenitorialità, oggi pomeriggio verso le ore 18.30 transiterà su Corso Umberto I, dopo essere entrato a piedi in città.

Lo scorso 13 settembre, Antonio Borromeo è stato ricevuto dal Vescovo di Chieti Bruno Forte che ha manifestato la sua vicinanza ed il suo interesse su un tema sociale così delicato e di grande attualità. L’attenzione della Chiesa sposa la solidarietà e l’impegno dimostrato a favore della bigenitorialità - e alla significativa iniziativa di Borromeo - da parte di associazioni, parlamentari, rappresentanti istituzionali e cittadini che condividono disagi, sofferenze e impedimenti, dovuti alla mancata applicazione reale della Legge 54.

Dopo Molfetta, il tour podistico di sensibilizzazione di ‘Papi Gump’ toccherà Bari, Polignano a Mare, San Vito dei Normanni, Brindisi, Lecce, Manduria, Taranto ed altre del Sud. L’intenzione di Antonio Borromeo è quella di arrivare sino a Roma nella Santa Sede per poter incontrare Sua Santità Papa Francesco, sensibile ed impegnato sui grandi temi della famiglia, ivi comprese le problematiche relative ai separati, ai divorziati ed ai loro figli.

 

 

SE CREDI...

 

  • se credi che i ruoli della madre e del padre siano complementari, ed entrambi indispensabili ad un equilibrato sviluppo dei figli;
  • se credi che la bigenitorialità sia un valore, e che tale valore debba sopravvivere alla rottura della coppia;
  • se credi che i figli mantengano inalterati i propri diritti, a prescindere dallo stato civile dei genitori;
  • se credi che l’affido vissuto come possesso esclusivo sia una stortura a beneficio degli adulti ed una lesione dei diritti dei minori;
  • se credi che vendette e rancori personali non debbano essere veicolati attraverso i figli;
  • se credi che il disagio della famiglia separata non sia risolvibile col mero intervento giuridico;
  • se credi che la normativa debba tutelare il diritto dei minori e non i privilegi degli adulti;
  • se credi che il progetto genitoriale non sia un contratto che può essere sciolto da un magistrato;
  • se credi che la nuova legge sull’affido dei figli sia un patrimonio della crescita sociale e culturale di una nazione;
  • se credi che l’accanimento nel rifiutarsi di applicarla sia una grave violazione del Diritto in generale e dei diritti dei minori in particolare, dell’impegno delle associazioni di genitori che hanno promosso la riforma, della volontà del Legislatore che l’ha formulata, del voto del Parlamento che l’ha approvata;
 

allora sei convinto/a anche tu che il paravento

discrezionalità della magistratura”

non possa essere usato per oltrepassare i confini della legalità,

calpestando i diritti dei minori

 

firma a favore dell’affido condiviso,  una conquista sociale, un diritto dei nostri figli, una pietra miliare nel processo di crescita dell’intero paese…

 

__________________________________

 

è stato approvato,

non viene applicato!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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1°parte. - Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato. (continua)
2°parte. - Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra. (fine)
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