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Paola Natalicchio lancia la sfida delle primarie per l'unità del centrosinistra
26 marzo 2013

MOLFETTA - "Crediamo ancora che l'unità delle forze del centrosinistra in vista delle prossime elezioni amministrative sia possibile”.

A dichiararlo è Paola Natalicchio, candidato sindaco di PD, SeL e Movimento delle Donne Vorrei.
“Per questo – prosegue – chiedo ai candidati sindaco Gianni Porta e Bepi Maralfa di confrontarci con la città convocando una consultazione popolare. Delle primarie da svolgersi domenica 7 aprile. Dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per evitare di presentarci alla città divisi, perché l'unità del centrosinistra è un valore importante a cui noi continuiamo a credere".
“A questo punto – conclude Paola Natalicchio – è giusto consultare la città su chi deve rappresentare la sintesi del cambiamento. Noi siamo pronti e non abbiamo paura di un confronto pubblico aperto, democratico e partecipato".
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Da discutere quanto postato da checca (vacca?). Questa democrazia è diventata "despota", un vero dispotismo democratico. Questi credono che una volta eletti hanno il diritto-dovere di fare tutto quello che vogliono senza dar conto agli stessi elettori. I "berlusconiani" dicono: "il popolo sovrano ci ha votati, eletti, e quindi noi governiano come ci pare e piace".....no cari miei! Amministrate rendendo conto a quel popolo che voi e la democrazia chiamate sovrano, altrimenti il popolo non è sovrano ma "SUDDITO"; governare e amministrare anche nel rispetto di chi non vi ha votati: questa è democrazia.-Quanto mai Profeta Toqueville:"....la specie di oppressione che minaccia i popoli democratici non assomiglierà a nessuna di quelle che l'hanno preceduta nel mondo; i nostri contemporanei non possono trovare nessun precedente nei loro ricordi. Cerco inutilmente io stesso un'espressione che renda esattamente l'idea che me ne faccio e la contenga; le vecchie parole come “dispotismo” e “tirannide” non sono più adeguate. La cosa è nuova, bisogna dunque cercare di definirla, visto che non posso darle un nome. Immaginiamo sotto quali nuovi aspetti il dispotismo potrebbe prodursi nel mondo: vedo una folla innumerevole di uomini simili ed uguali che non fanno che ruotare su se stessi, per procurarsi piccoli e volgari piaceri con cui saziano il loro animo. Ciascuno di questi uomini vive per conto suo ed è come estraneo al destino di tutti gli altri: i figli e gli amici costituiscono per lui tutta la razza umana; quanto al resto dei concittadini, egli vive al loro fianco ma non li vede; li tocca ma non li sente; non esiste che in se stesso e per se stesso; e se ancora possiede una famiglia, si può dire per lo meno che non ha più patria. Al di sopra di costoro si erge un potere immenso e tutelare, che si incarica da solo di assicurare loro il godimento dei beni e di vegliare sulla loro sorte. E' assoluto, minuzioso, sistematico, previdente e mite. Assomiglierebbe all'autorità paterna se, come questa, avesse lo scopo di preparare l'uomo all'età virile, mentre non cerca che di arrestarlo irrevocabilmente all'infanzia; è contento che i cittadini si svaghino, purchè non pensino che a svagarsi. Lavora volentieri alla loro felicità, ma vuole esserne l'unico agente ed il solo arbitro; provvede alla loro sicurezza, prevede e garantisce i loro bisogni, facilita i loro piaceri, guida i loro affari principali, dirige la loro industria, regola le loro successioni, spartisce le loro eredità; perché non dovrebbe levare loro totalmente il fastidio di pensare e la fatica di vivere? E' così che giorno per giorno, rende sempre meno utile e sempre più raro l'impiego del libero arbitrio, restringe in uno spazio sempre più angusto l'azione della volontà e toglie poco alla volta a ogni cittadino addirittura la disponibilità di se stesso. L'uguaglianza ha preparato gli uomini a tutto questo: li ha disposti a sopportarlo e spesso a considerarlo come un vantaggio. Dopo aver, dunque, afferrato nelle sue potenti mani ogni singolo individuo e averlo plasmato a sua volontà, il sovrano stende le braccia su tutta quanta la società; ne ricopre la superficie di una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso cui gli spiriti più originali e gli animi più energici non possono mai farsi strada per superare la folla; non spezza la volontà, la fiacca, la piega e la domina; raramente obbliga all'azione, ma si oppone continuamente al fatto che si agisca; non distrugge, impedisce di nascere; non tiranneggia, ostacola, comprime, spegne, inebetisce e riduce infine ogni nazione a non essere più che un gregge timido e industrioso, di cui il governo è il pastore...... (tratto da: Il libro delle Libertà - di E. Luttwak e S. Creperio Verratti)


Questo è un paese che non cambia perché non si vuole cambiare. Fingono di volerlo fare, ma poi si ritrovano a difendere le proprie posizioni e privilegi, mandando in trincea giovani intelligenti e capaci a far da cavie, agnelli sacrificali e sacrificati alla gogna del popolo bue. Si finge di voler cambiare, poi al primo passo o movimento culturale per effettuare quanto promesso, viene fuori il “populismo di antico sapore medioevale”, la ribalderia più becera e sfrenata. Non si vuol cambiare e girare pagina, nessuno lo vuol fare per non perdere privilegi vari, tutti si stringono e fanno quadrato dimenticando le differenze politiche e culturali: la casta. E' stato revocato l'incarico di Assessore al Turismo al cantautore Battiato perché ha definito – così si legge - “troie” le parlamentari italiane e- credo – anche “troiaio” lo stesso Parlamento. Una qualsiasi persona di “buon senso” capirebbe oltre la non generalizzazione, anche il non riferimento solo e solamente al gentil sesso, ma a quanto è avvenuto in questi ultimo anni, nelle ultime legislature. Compravendita di voti e di politici, sesso a gogò e a pagamento per favorire quello o quell'altro politico, ruberie di denaro pubblico e altri vergognosi e delinquenziali comportamenti. Questi sono avvenimenti reali e nessuno può negarli. Questi avvenimenti e comportamenti sono le vere “offese per e al popolo italiano e ciò non dovrebbe essere consentito a nessun componente delle istituzioni”. A Grillo invece è consentito di “smerdare tutto e tutti” solo perché ha l'appoggio e il consenso di una buona parte del popolo bue, senza che nessuno muova un dito? Anche questo è un privilegio della politica? In questi ultimi anni nel nostro Parlamento ne abbiamo viste e sentite di cotte e di crude, senza che nessuno si sia vergognato e chiesto scusa al popolo………bue.







SOGNANDO LA CACCIATA DEL TIRANNO!!! Molfetta vive una situazione di eccezionale compromissione della DEMOCRAZIA, della LEGGE, della LIBERA ECONOMIA. È necessario abbattere il regime che è stato generato nell'ultimo ventennio: un minestrone tra personalismo e duofrontismo, condito dal conformismo imperante, dalle logiche perverse della partitocrazia, dall'affarismo, dallo schiacciamento verso modelli di vita che estrapolano l'uomo dal pensiero, dalla riflessione, dall'introspezione, dal bisogno di propendere verso il nuovo, verso il cambiamento vero. In molti a Molfetta, sentono la necessità interiore di guardare oltre, di andare oltre l'oltre, di voltare pagina, di puntare a un CAMBIAMENTO VERO di uomini, di idee, di stili di vita, di stili di amministrare la cosa pubblica. Per questo molti potrebbero abbattere steccati di vecchie inimicizie e confluire come mille rivoli in un unico grande fiume del cambiamento. Ecco perché è fondamentale un'alleanza tra tutti i libertari di Molfetta, tra tutti gli UOMINI LIBERI e le DONNE LIBERE di Molfetta. Non è solo un'alternativa di un potere ad un altro potere. Occorre una grande capacità di saper guardare oltre. Occorre dare rappresentanza ai più autorevoli "impressionisti del pensiero". Credo che in questa città sia ancora possibile una VERA ALTERNATIVA, che prescinda dalla partitocrazia, dal pensiero uniforme, dal conformismo politico, dall'appiattimento culturale verso una pseudocultura classica e classista che, però, paradossalmente si finanzia con i soldi della collettività. Bisogna spezzare questa assurdità e puntare sull'onesta passione civile e politica, sull'utopia della completa libertà d'espressione, senza inibizione alcuna, sulla difesa della legalità, dell'etica pubblica. Occorre coltivare il “vizio” della memoria L'idea di un radicale e positivo cambiamento può e deve essere vincente, di contro a chi costruisce le alternative con la calcolatrice degli interessi, delle opportunità e delle convenienze personali o di lobbie. Molfetta e i molfettesi non sono morti, non sono indolenti o rassegnati al fato. Molfetta aspetta solo che la GIOVENTU' SANA si mobiliti e navighi a vele spiegate verso un orizzonte nuovo.


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