Paola Natalicchio: ho pagato prezzi alti per quell’esperienza politica che rivendico con orgoglio
L’ex sindaco di Molfetta torna a parlare dopo anni di silenzio
L’ex sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, dopo qualche anno torna a parlare della sua esperienza amministrativa con orgoglio e difendendo il suo lavoro che le è costato tanto sul piano familiare ed economico. Molti che ignorano i fatti continuano a considerare quell’esperienza negativa, preferendo il ciambotto di oggi che ci regala una Molfetta sporca e puzzolente, con le strade piene di buche, opere pubbliche inutili e incomplete, una criminalità dilagante e la mancanza di sicurezza che i cittadini avvertono sulla propria pelle. Paola Natalicchio ha subito il fuoco amico che oggi è al governo della città, con molta presunzione, ma con scarsi risultati, alcuni dei quali ottenuti con denaro pubblico procurato da altri e gestito anche male. Chi è contento di questa Molfetta? Pochi, gli amici degli amici, forse per prebende ricevute o medaglie che si sono appuntati da soli. Per non parlare della cementificazione selvaggia e del rischio idrogeologico (‘‘Quindici’’ ha dedicato pagine intere a questo problema) che potrà portare danni e vittime quando si gioca con le lame (ce ne sono 13, una delle situazioni più a rischio in Italia, come hanno certificato i geologi, ignorati da chi governa (magari per poi piangere dopo). Pubblichiamo questa testimonianza, che rende onore a Paola e alla verità, che in questa città viene sempre nascosta. Una Molfetta peggiore di così era perfino difficile da immaginare. Per ora assistiamo alla stagione del panem et circenses polvere negli occhi degli sprovveduti, che non sanno nemmeno cosa sia la cultura. Ecco cosa scrive Paola Natalicchio: «Ho fatto la sindaca di Molfetta dal 2013 al 2016. Avevo 34 anni quando è iniziata questa avventura e 38 quando è finita. Ho rinunciato a un pezzo importante della mia carriera lavorativa per servire la mia comunità e la mia amatissima città d’origine. Restituire alla mia terra competenza, impegno, insieme a un gruppo di lavoro di assessori, consiglieri e responsabili delle società partecipate, dipendenti e collaboratori a cui resterò sempre legata e verso cui resterò sempre grata. In quel periodo ho pagato prezzi personali alti che hanno cambiato la mia vita per sempre. Restano parte del mio privato, li custodisco e li custodiscono con me le persone che ne portano il segno. Non ho mai raccontato, però, quello che mi è costato economicamente. Dopo dieci anni esatti lasciatemelo fare un minuto. Ho pagato un’assicurazione per difendere i miei beni da possibili aggressioni del patrimonio per l’incarico politico che ricoprivo, a mie spese. Ho pagato un fondo patrimoniale per tutelare la mia casa dopo una causa legata a un errore commesso da una società partecipata e non da me (ricordate l’asfalto al Duomo?). Per sciogliere questo fondo, se volessi vendere casa, dovrei pagare altre somme in denaro, a mie spese. Ho pagato avvocati per difendermi da varie cause, nessuna delle quali ha mai sfiorato la mia fedina penale, a mie spese. Queste cause erano nella sostanza – come dimostrato da tutte le sentenze – usate come strumento di interferenza e pressione politica. Non uso il termine tecnico persecuzione, perché ho sempre cercato di rispondere a tutto con leggerezza, anche solo per continuare a campare e buttarmi tutto alle spalle. In questa estate 2023, molti anni dopo, pochi giorni fa, ho pagato una cartella esattoriale di 2 mila euro all’INPGI (la previdenza dei giornalisti) che mi ha contabilizzato (sbagliando) le somme della mia indennità da sindaca come lavoro giornalistico. Ho contestato formalmente nel 2021 con tanto di documentazione questa errata contabilizzazione, ma nel frattempo le somme sono state messe in ruolo e io adesso (dopo averle diligentemente pagate) pagherò un avvocato per averle indietro. Sono una umile lavoratrice del comparto giornalismo e informazione e di tasca mia e con il mio lavoro, senza mai i regali di alcun partito, ho attraversato e attraverso tutto questo in religioso silenzio. Però oggi sento di dire ad alta voce che ho dato e non ho preso, mai, dalla politica. Non so in quanti possano dire la stessa cosa. Ho tolto migliaia di euro alla mia famiglia, a mio figlio, alle persone amate, alle mie vacanze, a tanto altro in nome della ‘‘straordinaria esperienza del 2013’’. Volevo dirlo a chi non lo sapeva, a chi ancora mi chiede perché ho lasciato la politica, a chi pensa che sono una raccomandata, una ‘‘interna al potere’’, una figlia di papà e tutte le cazzate che sento sul mio conto da anni e anni». © Riproduzione riservata