PAOLA NATALICCHIO, EX SINDACO, CONSIGLIERA COMUNALE DI SINISTRA ITALIANA
Siamo a una nuova grande opera inutile per la città. Con un terzo della cifra si potrebbe ottenere un’opera più sostenibile sia nella realizzazione che nella gestione. Non sono contraria alle opere in periferia in generale, ma in questo caso la posizione è del tutto sbagliata. Si occupa l’ultimo spazio a verde della zona alle spalle di via Berlinguer, già ad altissima densità edificatoria. Le famiglie, i bambini, gli anziani del quartiere avrebbero bisogno di un parco, di una zona di verde attrezzato con dog park. Invece si soffoca un’altra maglia del quartiere Mezzogiorno costruendo un’opera fuori misura. Struttura troppo grande e costosa. Lo abbiamo visto con la Cittadella degli Artisti, struttura costata oltre 5 milioni di euro: investire su mega impianti senza avere una idea chiara di gestione rischia di essere un boomerang. Molfetta ha già il teatro di Ponente (che potrebbe essere ristrutturato con un nuovo palco in legno e una copertura adeguata) e il teatro della Cittadella, con circa 200 posti. Per completare questo circuito con una struttura per prosa e musica sinfonica sarebbe bastato proseguire nel percorso della ristrutturazione del palazzo comunale di Piazza Municipio, attualmente sede dell’Ufficio Anagrafe. Lì già esisteva l’antico teatro molfettese. Con soli 2 milioni di euro e senza ulteriore consumo di suolo si sarebbe potuto ricavare uno spazio teatrale da 400-500 sedute, con una terrazza esterna a picco sul mare, ricucendo il progetto con la storia e completando il rilancio di Piazza Municipio e del Centro Antico. Non è chiaro perché il Sindaco abbia abbandonato questo nostro progetto, senza nemmeno consultare la città con un percorso partecipativo. Un gesto di imperdonabile arroganza. Le dimensioni? Il progetto è sembrato quasi un blitz ed è tempestato di errori tecnici. Un teatro è un’opera molto particolare. Richiede tecnici di settore, esperti di acustica e molto altro. Quello di Minervini è un pasticcio. Sembra che il sindaco abbia fretta di lasciare a Molfetta un monumento che sia direttamente associabile a questa Amministrazione, per mascherare l’enorme inconcludenza di questa stagione amministrativa. C’è il rischio che questa struttura venga vissuta come un’astronave dai cittadini e dagli abitanti del quartiere. Che nessuno abbia immaginato una forma di consultazione con la città e con i molfettesi che abitano in zona è gravissimo. Non credo che con l’UCI Cinema all’Outlet e con la sala cinematografica di Cittadella degli Artisti ci sia mercato per un nuovo cinema in periferia. Dopo aver costruito (e mai terminato) un Porto Commerciale senza nemmeno un business plan, si sta facendo lo stesso errore con il “Grande Teatro”. Non esiste un piano di gestione della struttura, che peraltro ha più le sembianze di un Auditorium polivalente che di un vero e proprio teatro tradizionalmente inteso. Si rischia una cattedrale nel deserto. E così come su Pulo e Museo del Pulo, sembra che l’Amministrazione non si ponga la questione di come gestire questo sistema di beni culturali. Si brancola, gravemente, nel buio. Il rischio di sperperare risorse pubbliche senza avere le spalle sufficientemente larghe per reggere il progetto con continuità è enorme. Con meno di metà della cifra si potrebbe costruire un teatro da 400-500 posti a Piazza Municipio, ristrutturando l’Ufficio Anagrafe (e spostando gli uffici a via Carnicella o a Lama Scotella), e si potrebbe realizzare la copertura del Teatro di Ponente. Penso che sulla futura intitolazione vada proposta una consultazione cittadina o che, comunque, si debba trovare il modo di coinvolgere i cittadini almeno sulla scelta del nome del Teatro, visto che sono stati completamente estromessi dalla scelta del luogo e della tipologia di opera. Altrimenti il rapporto tra la città e questa opera sembra essere completamente eterodiretto dall’alto. Il famoso effetto-astronave, appunto. Beatrice Trogu
Autore: Beatrice Trogu