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Paola Natalicchio: completeremo il porto e lo riconsegneremo alla Regione Conferenza stampa del sindaco per fare chiarezza
15 febbraio 2014

Volontà dell’amministrazione comunale di centrosinistra è quella di completare i lavori del porto: va detto chiaramente per smentire voci e pettegolezzi che sostengono il contrario. E’ stata decisa Paola Natalicchio, sindaco di Molfetta incontrando i giornalisti per fare il punto sulla situazione del porto dopo l’Operazione D’Artagnan della Procura di Trani con due arresti e 61 indagati fra cui l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini e il consigliere regionale Antonio Camporeale del Pdl (ora passati al Nuovo Centrodestra di Alfano). E a tal proposito, dopo aver subito un tentativo di aggressione da parte di un operaio del cantiere del porto, rimasto disoccupato, il sindaco ha precisato che le responsabilità dell’attuale situazione di stallo sono di altri (chiaro il riferimento ad Azzollini). «Faremo il possibile per riportare al lavoro queste persone – ha aggiunto – e l’ho assicurato anche ai sindacati. Ma deve essere chiaro: non sarà consentito a nessuno di venire a minacciare di morte il sindaco, soprattutto in una città che ha già conosciuto il tragico episodio dell’assassinio di un sindaco, Gianni Carnicella, ucciso proprio per la sua fermezza. Chiunque violerà gli uffici comunali, verrà denunciato e lo dico all’avvocatucolo che ha scritto su Facebook che l’operaio ha fatto bene a minacciare il sindaco». La Natalicchio ha ripetuto più volte che il porto non resterà un cantiere a metà, come vanno ripetendo il centrodestra e alcuni suoi servitori sui social network, ma si farà di tutto per completare l’opera. E ha ricordato come in questa materia ci sia molta ignoranza in giro e vengano fatte affermazioni con molta superficialità e senza cognizione di causa. «Per garantirci e proteggerci in tutta la vicenda processuale, contrattuale e amministrativa, che è molto complessa, ci siamo affidati a un studio legale di alto livello come quello dell’avv. prof. Vincenzo Cerulli Irelli di Roma e a un consulente tecnico di parte con grande esperienza come l’ing. Cesare Crespi, già componente di comitati tecnici di gestione e controllo e consulente del tribunale di Roma nel campo delle grandi opere civili». Si eviterà così di regalare soldi alla ditta appaltatrice, la Cmc di Ravenna, come è avvenuto in passato, quando è stata fatta una transazione per il ritardo nei lavori, con un esborso spropositato di 7,8 milioni di euro. E il sindaco dell’epoca Azzollini non si fece assistere da alcun legale, né tentò di ridurre la somma del risarcimento. «Ci accusano di andare piano, ci dicono che non stiamo facendo nulla. Non è vero. Sono in corso 14 tavoli tecnici con il Rup (Responsabile unico del procedimento) arch. Lazzaro Pappagallo, con il custode giudiziario dott. Giuseppe Vacca, i tecnici della ditta e la direzione dei lavori. E questo per mettere in sicurezza il cantiere». Il sindaco ha smentito anche quanto detto da qualche «avvocatucolo del web» circa la mancata richiesta del dissequestro del cantiere che è sottoposto a un sequestro con facoltà d’uso da parte dell’amministratore giudiziario, cioè è consentito agli operatori l’ingresso, previa autorizzazione, per eseguire i lavori. «Sono stanca di questa campagna aggressiva del centrodestra – ha detto la Natalicchio -, che finisce per danneggiare tutti e soprattutto la città». Rispondendo a precise domande del direttore di “Quindici” (come sempre solo noi siamo presenti nelle conferenze stampa e siamo gli unici a porre interrogativi anche scomodi all’amministrazione comunale e al sindaco) Felice de Sanctis, il sindaco Paola Natalicchio ha assicurato che è stata avviata la procedura per la restituzione del porto alla Regione Puglia che ne è proprietaria, e che all’epoca di Azzollini aveva revocato la delega all’amministrazione comunale, ma il perfezionamento della pratica richiede una lunga procedura e particolari modalità complesse. Per questo il Comune ha rinunciato al ricorso contro la Regione. Ma comunque il Comune il suo ruolo lo avrà essendo il porto nel suo territorio: «saremo noi ad occuparci del nostro mare e del nostro porto». Alla richiesta del Direttore di Quindici della possibilità di cambiare l’appalto, come il nostro giornale ha suggerito da tempo, portando il porto turistico alle banchine San Domenico e Seminario, dove oggi sono i pescherecci che andrebbero trasferiti in quella che doveva essere l’area turistica, mentre il porto commerciale si trasferirebbe sulla nuova banchina in costruzione, ridimensionando il tipo di navi che potranno accedervi. In tal modo le operazioni di dragaggio non sarebbero così lunghe, richiedendo un pescaggio inferiore. L’avv. Cerulli Irelli, che si è detto onorato di lavorare con un’amministrazione che vede impegnata con grande impegno e sentimento in quest’opera («è difficile trovare un’amministrazione così in Italia») ha risposto che il contratto «ha avuto fin dall’inizio un andamento molto anomalo con aspetti che andranno chiariti. Soprattutto ha avuto motivi di criticità. Ecco perché è stato avviato un contenzioso in sede civile, partito con una consulenza tecnica che durerà alcuni mesi, ma ci sarà anche una ricerca delle responsabilità penali che hanno portato al sequestro del cantiere. Il 6 marzo ci sarà l’incidente probatorio al Tribunale di Trani e, inoltre, partirà un altro accertamento tecnico che si dovrebbe concludere nel giro di 3-4 mesi e si avrà così un quadro tecnico preciso che potrà permettere la ripresa dei lavori, utilizzando lo stesso personale che oggi è stato licenziato. La situazione è sotto controllo e anche l’amministratore giudiziario si mostra molto collaborativo». Certo, secondo l’avvocato Cerulli, con la presenza di tanti ordigni bellici l’opera non doveva mai essere iniziata prima della bonifica degli stessi. Certamente il contratto di appalto può essere rivisto e modificato nel senso proposto da “Quindici”, ma occorre prima la volontà politica di aprire un negoziato con la ditta appaltatrice che, a suo parere, potrebbe anche essere d’accordo, per evitare le lungaggini che comporterebbe il progetto originario. L’assessore ai Lavori pubblici, avv. Giovanni Abbattista ha messo in evidenza come l’attuale amministrazione si sia posta in completa discontinuità rispetto al passato, soprattutto nell’accettare improponibili transazioni. Oggi la ditta appaltatrice chiede altri 20 milioni di euro, ma secondo l’avv. Cerulli, che ha risposto anche su questo a “Quindici”, difficilmente potrà ottenerli, perché non ci sono le condizioni giuridiche per questo diritto, che contesteremo integralmente in tribunale: ecco la necessità dell’accertamento tecnico. Tra l’altro, diversamente dal passato – ha aggiunto l’avvocato – quando Azzollini, con molta leggerezza, non oppose alcuna resistenza a pagare i 7,8 milioni di risarcimento, questa volta il sindaco Natalicchio è decisa ad opporsi fermamente a questo consistente esborso di denaro pubblico.

Autore: Felice de Santis
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