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Paola Natalicchio: bene il progetto Sailor, ma ci sono da superare alcune criticità. Sistema mare tra le nostre priorità: ecco cosa abbiamo fatto finora
15 aprile 2016

Il progetto Sailors è stato consegnato all’amministrazione comunale come contributo per un programma di sviluppo dell’area portuale e di crescita della città. Secondo gli estensori del progetto, ci sarebbero delle attività che potrebbero essere messe in atto subito da parte dell’amministrazione comunale, che diventa così il primo interlocutore del gruppo. Perciò, abbiamo sentito il parere del sindaco Paola Natalicchio, sia sul progetto complessivo, sia sulla possibilità di iniziare i primi lavori a breve come chiedono gli estensori del piano, sia sulle difficoltà e le criticità che ne potrebbero ostacolare l’immediata fattibilità. Sindaco Natalicchio, tra gli obbiettivi di Sailor c’è quello di “far rientrare fra le priorità dell’agenda dell’amministrazione comunale” il sistema mare. Non è stato già così in questi tre anni? «Il gruppo è composto da una rete molto autorevole di associazioni che tiene insieme il mondo della pesca, della cantieristica, dell’imprenditoria, della diportistica, degli sport nautici e anche appassionati ed esperti a vario titolo del “sistema mare”. Quindi prima di tutto evidenzio la grande attenzione dell’Amministrazione comunale verso questa esperienza. Certamente il mare è già tra le priorità del nostro operato. Non nelle intenzioni ma nei fatti. E dal primo minuto. Cito alcune cose fatte, verificabili. Il grande lavoro sul rilancio della pesca e la nuova SCIA per la vendita diretta del pescato, con linee guida tradotte in varie lingue e considerate “buona pratica europea”, ad esempio, è opera nostra insieme al GAC. La riqualificazione del Mercato Ittico, con le nuove celle frigorifere e la riorganizzazione del mercato, con un sistema di tracciabilità “smart” in stretta sinergia con la Capitaneria e le associazioni di categoria è un altro punto importante. La prima ricognizione dell’area dei cantieri navali, con l’impiego di un drone che ha analizzato la staticità delle suppigne, a cura dell’Ing. Francesco Samarelli, è stata ultimata a febbraio e commissionata dal settore Territorio e, insieme alla regolamentazione delle concessioni delle aree, costituisce un punto di partenza unico per ogni azione che vorremo intraprendere sulla Spiaggia Maddalena e al servizio del settore. Per un rilancio e per una maggiore sicurezza degli operatori. I primi investimenti sui punti acqua e fogna e per la riqualificazione dell’area Cantieri, intanto, sono stati già accantonati e calendarizzati dal settore Lavori Pubblici e sono in fase di avvio entro la primavera. Su Banchina San Domenico e sulle banchine del vecchio porto siamo intervenuti completando i lavori dei fondi GAC e FEP PESCA per tempo: la prima riqualificazione delle aree dopo molti anni. C’è poi la grande sfida del concorso internazionale sul Waterfront in collaborazione con l’associazione Europan, iniziativa di questa Amministrazione con Molfetta unico Comune italiano di questa edizione, al fianco delle grandi capitali europee, tra cui una città con cui stiamo immaginando di allacciare relazioni e sinergie: Barcellona. Ne abbiamo presentato i risultati alcuni giorni fa in una due giorni appassionante alla Fabbrica di San Domenico. La mostra dei progetti pervenuti è ancora visionabile per alcune settimane e il Masterplan sarà pronto entro fine mese, per avviare a stralci le progettazioni preliminari da candidare a finanziamento. Mi pare che siamo la prima amministrazione, peraltro, dopo vent’anni, a mettere la testa sul “nuovo lungomare”. Un tema semplice e insieme potente, molto sentito dalla città. E abbiamo già visto a Bisceglie o a Mola di Bari come un nuovo lungomare possa cambiare il volto e il destino di un territorio. Intanto il Piano delle Coste a cura del professor Nicola Martinelli e della sua squadra del Politecnico di Bari è in dirittura d’arrivo, con le nuove NTA e la bozza di piano all’esame delle forze di maggioranza da alcune settimane e il traguardo dell’approvazione in consiglio comunale molto vicino. Il legame tra questa amministrazione e il “sistema mare” è molto forte, dopo anni di immobilismo. Benissimo, però, la spinta dal basso dei cittadini attivi di Sailors e il contributo che stanno dando all’elaborazione di una strategia complessiva sulla portualità dopo i mesi complicatissimi del sequestro e dell’indagine penale e dopo gli ultimi stop imposti da Anac e Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Si impone una riprogettazione del Nuovo Porto Commerciale e abbiamo l’occasione di ripensare a tutte le funzioni della nostra portualità e di rivedere il Piano Regolatore Portuale. E’ giusto farlo non chiusi nelle stanze del Comune, come in passato, ma seduti al tavolo con la città diffusa e i portatori di interessi». Il gruppo civico ha suggerito alcune opzioni strategiche ritenute immediatamente attuabili come lo spostamento del porto turistico presso il molo S. Corrado. La ritiene una strada percorribile in tempi strettissimi? «C’è scritto nelle linee programmatiche che abbiamo approvato in consiglio comunale e quindi nemmeno questa è una novità: il porto turistico va spostato dalla collocazione pensata nel Piano Regolatore Portuale e innestato a ridosso del complesso monumentale Duomo-Banchina Seminario. Abbiamo analisi batimetriche da fare perché ogni ragionamento deve provare a prescindere dall’ipotesi di nuovi dragaggi, vista la criticità dei fondali e degli ordigni bellici ancora presenti in molte zone. Al problema della batimetrica va aggiunta la questione del moto ondoso. Spostare il porto turistico nella zona a ridosso del faro – la proposta di Sailors – ha alcune suggestioni ma molte criticità. I turisti del mare avrebbero privacy e uno scenario meraviglioso, con una cartolina irripetibile di fronte. Ma dovrebbero convivere per il momento con il traffico commerciale, insomma con il viavai di camion. Sarebbe una soluzione ottimale se la situazione del porto commerciale e del completamento del sovraflutto avesse tempi certi e prevedibili, ma purtroppo la realtà è un’altra. E il rischio di “privatizzare” la passeggiata del molo San Michele tra movimenti commerciali e esigenze dei turisti del mare è alto. Vorrei ragionare meglio sulla soluzione di un approdo turistico su Banchina Seminario. Fare una analisi costi-benefici con tecnici esperti incaricati. Stiamo ragionando con il Rup del Porto, l’architetto Lazzaro Pappagallo, su una procedura di evidenzapubblica da avviare entro l’estate per selezionare tecnici in grado di fornirci alcune simulazioni di scenario alternative da cui generare uno studio di fattibilità convincente su cui avviare una vera e propria gara di progettazione per la realizzazione del nuovo approdo turistico. Entro il 2016 la partita dell’approdo turistico deve dirsi ufficialmente aperta». Sailors ha realizzato uno studio molto ampio anche su approdo turistico, cantieri navali e porto pescherecci. Nel complesso le sembrano proposte convincenti? «Lo studio è un ottimo punto di partenza perché organizza dati che erano dispersi e disaggregati. I cittadini attivi e gli esperti di Sailors hanno avuto soprattutto questo merito: armonizzare la base dati, con una analisi diacronica validissima. Sono stati raccolti i dati storici della nostra flotta peschereccia, delle nostre imprese cantieristiche, sono stati censiti i flussi macro della “blue economy” cittadina ed è stata scattata una fotografia di tutto quanto si muove, oggi, attorno ai circoli nautici che popolano il Molo Pennello che chiedono giustamente spazi e servizi. E’ stata coinvolta l’Università di Bari per una prima analisi economica sulle prospettive di business che ruotano attorno al futuro porto commerciale. Una analisi “ex post” perché, come ritengo da sempre, è prima di progettare le opere pubbliche che si decide quale opera pubblica si sta costruendo e per rispondere a quali bisogni. Prima di avviare la rigenerazione del Parco di Mezzogiorno o la riqualificazione di Piazza Principe di Napoli o di adottare il nuovo Piano di Mobilità noi abbiamo coinvolto in processi partecipativi molto seri centinaia di cittadini. Prima i bisogni, poi le opere pubbliche che rispondono a questi bisogni. Noi oggi ci chiediamo se vogliamo o meno a Molfetta il traffico container, senza sapere che l’appalto in essere e la banchina in costruzione non prevede infrastrutture per il traffico container. Ci chiediamo se vogliamo il traffico traghetti, senza avere nel progetto approvato una banchina per i traghetti. Ora il Nuovo Porto Commerciale va riprogettato e quindi la partita si riapre. Il lavoro di Sailors ci aiuta a riaprirla partendo da una base dati e da una proposta che ora va discussa con i tecnici da una parte e con la città diffusa dall’altra». L’8 dicembre ha incontrato per la prima volta il gruppo: ci sono robusti margini di collaborazione? «Certamente sì. La collaborazione con molte delle realtà che costituiscono Sailors è quotidiana: Assopesca, Associazione Imprenditori, etc. L’ing. Samarelli, che partecipa come esperto-appassionato a questa esperienza, è il tecnico incaricato dal Comune che sta seguendo con noi la partita dei Cantieri Navali. Con il manager Corrado La Forgia, tra gli animatori del progetto, il confronto sul tema è stimolante e talvolta acceso dalla primavera del 2013. Con i circoli nautici del Molo Pennello il dialogo è sempre stato fecondo, in questi anni. Ci sono altre realtà, come Confartigianato, che pur non facendo parte direttamente di Sailors hanno con noi un confronto forte sul binomio futuro della portualità/sviluppo economico cittadino. E c’è anche lo spazio di discussione aperto da Agenda 21 che mi pare possa costituire una cornice d’insieme dove tenere dentro tutti i ragionamenti e le proposte e provare a fare sintesi comune prima di mettere la matita sul foglio della nuova progettazione. Tornando a Sailors, ho già espresso al gruppo la mia gratitudine per il lavoro che hanno proposto e che continuano a fare, e anche per l’entusiasmo contagioso che stanno scatenando. I presupposti per mantenere aperto un canale di comunicazione osmotico con il gruppo ci sono tutti e l’esigenza di coinvolgere gli stakheolders nelle decisioni che riguardano le opere pubbliche a farsi è molto sentita. Sul porto e sul suo futuro la città non può sbagliare come in passato e la sfida è collettiva. Non riguarda il Comune, riguarda tutta la città».

Autore: Onofrio Bellifemine
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