Pallavolo Molfetta, la grinta di Noda Blanco: “Sono nel posto giusto, ci divertiremo”
MOLFETTA - Nel palmares una Coppa del re, una Supercoppa spagnola e una Coppa Italia di A2. Poi, con la Nazionale spagnola, quattro medaglie consecutive all’European League (dal 2008 al 2011, tre volte d’argento, una di bronzo). Sergio Noda Blanco, professione schiacciatore, a 27 anni può già dire molto della sua carriera. Eppure, per carattere, difficilmente si guarda indietro. Ogni volta un nuovo inizio, sempre con lo stesso entusiasmo. E se una stagione non finisce come avrebbe voluto (leggi Latina l’anno scorso), testardamente si rimette in gioco. Molfetta non poteva chiedere di meglio.
Sergio, Molfetta ti dà il suo benvenuto e già te lo chiede: che si fa quest’anno?
Dobbiamo pensare a fare il nostro campionato, senza porci obiettivi. D’altronde con un gruppo di giovani è difficile ragionare troppo in prospettiva, dovremo lavorare tanto e lottare ogni domenica.
Che farà invece Noda Blanco?
Voglio trovare continuità e ottenere miglioramenti, acquisire fiducia e fare bene. Sono arrivato nel posto giusto, con l’allenatore giusto.
La grinta è nel tuo DNA. Il pubblico molfettese ha sempre avuto un debole per chi ci mette cuore.
Venivo a giocare a Molfetta, e sapevo a cosa andassi incontro: non era mai facile: tutto molto bello, grande atmosfera, tifosi e squadra come un tutt’uno. Era come se giocassimo contro 7 avversari. Uno come me, che fa della grinta uno dei punti di forza, è il massimo che possa chiedere. Mi piace la gente che si diverte, così come mi diverto io. È l’essenza dello sport.
Se dovessi lanciare un messaggio ai tifosi, che diresti?
Chiederei di fare come hanno sempre fatto, di incitarci, di starci vicino. Noi ce la metteremo tutta, io darò più del 100% e, come me, sono certo che lo faranno tutti i compagni.
Tra questi compagni, ritroverai qualche tua vecchia conoscenza.
Ho giocato con Candellaro, Romiti, ho incontrato spesso gli altri come avversari. Conosco Di Pinto e mi aspetto molto da lui. So che gli piace lavorare, i risultati sono eloquenti. Con la Nazionale spagnola fece un gran lavoro, tutti me ne hanno parlato benissimo.
Nazionale Spagnola, dicevi. Se diciamo Julio Velasco, che pensi?
È stato un orgoglio essere allenato da lui. È quello che mi ha insegnato più di tutti, sia nella vita che nel volley. Mi ha allenato per due estati, facendomi fare il salto di qualità. Esperienza straordinaria.
Quanto sarà straordinario, a 27 anni, essere tra i “vecchietti” del gruppo?
È strano. Sarà una situazione nuova, che mi responsabilizza molto e mi motiva enormemente. Sono uno a cui piace stare in gruppo, con tanti giovani sarà ancora più bello.
Al sesto anno in Italia, Noda Blanco che bilancio traccia?
Giungere in Italia è stato il top. Appena arrivai, fui quasi sconvolto. Non conoscevo la lingua, mi servirono mesi per ambientarmi, poi mi sono sentito a casa. Alla fine della scorsa stagione ho pensato che non sarei rimasto, invece Molfetta mi ha dato fiducia. Mi incuriosisce molto questa città. Non vedo l’ora di scoprirla. Vorrei condividerla con i molfettesi, e condividere con loro le emozioni che suscita.
Passo indietro. Quali sono le partite che ricordi con più piacere?
La semifinale di coppa con Santa Croce a Padova. Eravamo sotto 2-0, vincemmo 3-2, non so neanche io come. Impossibile poi dimenticare il mio esordio mondiale contro Cuba. Io, cubano di nascita, affrontavo giocatori che conoscevo da una vita. Fu un’emozione unica.
Dopo il passo indietro, facciamone uno in avanti. Come vedi l’inizio di campionato?
La prima in trasferta può darci uno slancio. Sarebbe meraviglioso partire con una vittoria a Milano. Ma è troppo presto per pensarci. Adesso pensiamo solo ai tanti allenamenti che ci aspettano.