“Ospedale, questo piano è solo un saccheggio dei posti letto”
Rosy Bindi a Molfetta ha incontrato operatori sanitari e politici
Continua lo scontro sull'ospedale di Molfetta, anche dopo che la Regione Puglia ha deliberato la sua definitiva sistemazione.
Soddisfatti, come si deduce dai manifesti fatti affiggere in città, i partiti di Alleanza nazionale e Forza Italia, che fanno leva sui dati numerici per smentire le accuse di chiusura o di drastico ridimensionamento.
Basta ad Alleanza nazionale l'uso dell'addizione per ritenersi soddisfatta del “totale di 214 posti letto, livello mai raggiunto nella storia del nostro ospedale, che fino ad oggi aveva soltanto 129 posti letto”. Un risultato ottenuto: ”Attraverso un'azione ispirata alla riflessione, alla serena moderazione e all'equilibrio, che ha visto ancora una volta protagonista il sindaco Tommaso Minervini, autorevole interlocutore del governo regionale del presidente Raffaele Fitto”. Sarebbe, insomma, un successo del tanto decantato “governo a rete”.
Di tutt'altro avviso le opposizioni. Per il gruppo politico della Margherita: “Il contentino di Fitto, una manciata di posti letto per Chirurgia e Ortopedia, non sposta di una virgola il giudizio fortemente negativo sul cosiddetto piano di riordino della rete ospedaliera. Qualche posto letto in più (meno di dieci complessivamente), dopo il taglio drastico di quest'estate, la mano larga nel concedere ovunque e comunque posti di day hospital (per far contenti alcuni primariati a rischio?), possono servire solo a mettere in pace la coscienza di politici inetti. Non era questo che i cittadini, gli operatori del settore e il centrosinistra, scesi in piazza in agosto per protestare contro il piano di Fitto, chiedevano”.
A sostegno delle loro valutazioni, hanno chiesto un parere autorevole, quello dell'on. Rosy Bindi, parlamentare della Margherita (nella foto Rosy Bindi con Guglielmo Minervini a Molfetta) ed ex ministro della sanità, a Molfetta il 20 ottobre per una conferenza stampa cui hanno preso parte anche il coordinatore regionale, Guglielmo Minervini, quello provinciale, Gero Grassi, e il consigliere comunale, Nino Sallustio.
L'on Bindi ha definito il piano di riordino voluto da Fitto “un'operazione scriteriata, non preceduta dalla necessaria programmazione, priva quindi di razionalità, rispondente più che altro ad una logica di saccheggio che sembra fatta apposta per abbassare il livello dell'offerta sanitaria e aumentare più che diminuire le spese, poiché un ospedale come quello di Molfetta costerà di più ai contribuenti, assicurando servizi peggiori. Un vero e proprio saccheggio dei posti letto”.
Valutazioni scese nello specifico. I 10 posti letto di chirurgia, concessi all'ospedale di Molfetta con l'ultima delibera regionale sul riordino, non rispondono ad alcun criterio logico: “O si tiene aperto un reparto di chirurgia generale, davvero di base, e questo ha bisogno di molti posti letto e di bravi chirurghi, oppure quei 10 posti si configurano solo come un contentino, non saranno in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini”. Un parere che ha raccolto l'approvazione del dott. Minervini, attuale primario di chirurgia a Molfetta, presente fra il pubblico: “Un reparto con soli 10 posti letto – ha affermato -, dipendente dalla chirurgia di Bisceglie, dove andranno comunque i finanziamenti, è destinato al suicidio, non riusciremo mai a mantenere gli standard richiesti e presto ci diranno che non essendo stati in grado di farlo ci meritiamo la definitiva chiusura”.
L'on Bindi ha segnalato anche un altro dato. Alla struttura di Molfetta sono assegnati 15 letto posti di psichiatria e stranamente, in un momento in cui si parla di tagli e ridimensionamenti, reparti di psichiatria sono previsti in molti altri ospedali pugliesi, quasi che vi fosse nella nostra terra una recrudescenza di malattie mentali e un gran bisogno di luoghi dove curarle, anzi non luoghi, ma ospedali. Per l'ex ministro della sanità “questo fiorire di reparti di psichiatria può prospettarsi come un anticipo del un cambiamento della legge 180, nell'ottica di una riospedalizzazione della malattia mentale”.
I dati sbandierati dai politici di centro destra, non mutano quindi la realtà di un ospedale fortemente ridimensionato e rimarcano il carattere di illogicità che ha caratterizzato il riordino, non rispondente ai reali bisogni del territorio, del resto mai censiti.
Nino Sallustio ha preferito parlare di un piano “disegnato sui bacini elettorali di assessori e consiglieri di centro destra, per il quale i risparmi di spesa e le ricadute in termini di risposta ai bisogni della popolazione sono tutti da dimostrare”.
L'on. Bindi ha aggiunto che ”sembra fatto apposta per far danno o favorire la sanità privata”.
Per Guglielmo Minervini “l'intervento sull'ospedale avrebbe avuto senso se avesse individuato le responsabilità del disastro della sanità in Puglia” quelle degli amministratori e dei politici che negli ultimi anni sull'ospedale hanno spadroneggiato.
L'on. Bindi ha concluso invitando i cittadini “a non fermare la lotta, anche perché con i tagli previsti dalla finanziaria non è per nulla detto che Fitto possa disporre del denaro necessario all'attuazione del piano”.
Lella Salvemini