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Ospedale: dibattito acceso al consiglio comunale di Molfetta, concluso con un documento unitario Verrà istituita una commissione paritaria col compito di monitorare l'evoluzione della situazione del nosocomio
15 gennaio 2008

MOLFETTA - “La sanità non si gioca soltanto negli ospedali, ma l'ospedale è il nodo di una rete ben più ampia. La notizia non vera secondo cui l'ospedale di Molfetta sia stato declassato non rende giustizia al suo operato, aumentando la distanza tra i servizi ospedalieri e il cittadino, che andrebbe invece colmata”. Forse questo il passaggio più importante dell'intervento del consigliere Annalisa Altomare (foto) del Partito democratico, durante il consiglio comunale, la cui convocazione urgente era stata chiesta dai consiglieri dell'Udeur in merito ad alcune dichiarazioni rilasciata sul presunto declassamento ad ospedale di base dell'ospedale di Molfetta, notizia risultata infondata da un successivo incontro dei dirigenti del Pd con il commissario della Asl di bari, Lea Cosentino. “Siamo venuti a parlare di quelle che possono essere le prospettive sanitarie, non per l'ospedale di Molfetta, ma per il territorio di Bari – ha aggiunto Annalisa Altomare -. Devo dire che in quella classificazione non c'è la vera chiave di lettura di quello che si sta realizzando nei presidi ospedalieri. C'è tutta una realtà sanitaria molfettese che ha resistito a determinate scelte, che hanno inteso minarla giorno dopo giorno. Nel 2006 è stata recuperata la titolarità del presidio ospedaliero e con atto deliberativo formale che tutte le specialità presenti nel presidio siano riabilitate e che ci realizzi una riconversione dei posti letto. Tutto ciò che è stato concretato per l'ospedale e nell'ospedale è il prodotto della forte volontà di chi ci ha lavorato e chi ci lavora, che fisicamente ha impedito che alcune strutture venissero trasferite”. Il consigliere si è poi soffermato sul reparto ginecologia, ricordando che non è possibile dire che a Molfetta manca questo reparto. “Non fu una scelta sbagliata e maldestra quella di lasciare il reparto di day-hospital di pediatria e di ostetricia e ginecologia, perché quelle strutture producono oggi alcuni servizi. Tuttavia, oggi a Molfetta non si nasce: ma la qualità dei servizi viene evidenziata dai 270 ricoveri di day-hospital di ginecologia ogni anno. Comunque, bisogna entrare nell'ottica che non si può avere tutto il meglio. Noi abbiamo bisogno di un ospedale di base, perché è bene che venga valorizzato il ruolo e la funzione del medico di medicina generale. Va dato più impulso a quella che è l'assistenza domiciliare, attraverso cui gli specialisti possano accedere al domicilio, centrale per la qualità della vita delle nostre famiglie”. Hanno fatto seguito una serie di interventi che si sono concentrati in minima parte sulle disfunzioni pratiche dell'ospedale di Molfetta in materia al consiglio, dando ampio spazio a questioni estranee alla discussione, che hanno incentrato inopinatamente il dibattito su questioni relative il piano sanitario regionale. Solo gli interventi dei consiglieri Piergiovanni e Salvemini hanno sottolineato la necessità di ritornare a parlare del presidio ospedaliero di Molfetta: la conquista e la conservazione del livello intermedio del nostro ospedale è il frutto del lavoro del personale medico e paramedico. Per questo, secondo il consigliere Salvemini, “è necessario seguire e monitorare l'iter di riordino ospedaliero al fine di mantenere la qualificazione di ospedale intermedio”. In conclusione, dopo un acceso dibattito, si è votato all'unanimità un ordine del giorno sull'impianto proposto dal sindaco Antonio Azzollini e su cui le forze di maggioranza e minoranza hanno raggiunto l'accordo nella conferenza dei capigruppo. Tale ordine del giorno istituisce una apposita commissione consiliare, presieduta dal sindaco, con il compito di controllare le fasi di formulazione ed attuazione dei piani regionali della salute e del riordino ospedaliero e di elaborare, nel merito, criteri e proposte da sottoporre agli organi competenti regionali.
Autore: Marcello la Forgia
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