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Ordinary Man, il dodicesimo album da solista di Ozzy Osbourne
28 luglio 2022
 È intitolato, non senza un certo humor, “Ordinary Man” il dodicesimo album da solista dell’ex leader dei Black Sabbath, il cantautore britannico Ozzy Osbourne. Si tratta di un album ipnotico, a tratti struggente e a tratti divertente, in cui si fondono forza, tensione, innovazione e bizzarria, in un avvincente dialogo tra antico e moderno.

È un periodo tutt’altro che semplice per il leggendario padrino dell’heavy metal, classe 1948, che soffre da tempo di problemi di mobilità e a cui purtroppo è stata diagnosticata una forma di morbo di Parkinson. Incidere un nuovo album in un momento così delicato è stato, per sua stessa ammissione, terapeutico per affrontare questa spietata malattia.

Conosciamo più da vicino questo capolavoro, che suona come una sorta di testamento artistico e spirituale di una leggenda vivente.

 

Tutta la carriera del Principe delle Tenebre in un solo album

 

In 50 minuti sono condensati 50 anni di carriera del leggendario Principe delle Tenebre, un uomo tutt’altro che ordinario. Il primo album solista di Ozzy Osbourne, pseudonimo di John Michael Osbourne, a raggiungere le posizioni più alte nelle classifiche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, Ordinary Man racchiude tutta la sua vita, tra eccessi, cadute, e risalite. Ed è proprio questo a conferire all’ultima fatica discografica del vecchio Ozzy un senso di malinconia e nostalgia, che ci porta a interpretarla come una sorta di testamento spirituale, un saluto alla musica, un congedo forse definitivo.

Intriso di riferimenti autobiografici, Ordinary Man ripercorre le varie tappe artistiche intraprese dal vampiro del rock. C’è tutta la potenza dell’heavy metal, c’è la classicità delle rock ballad di stampo Ozzy, c’è la sua voce imperfetta, inequivocabile e riconoscibilissima, c’è il suo straordinario carisma, c’è anche qualche richiamo al grunge anni Novanta, e non manca quel sapore vagamente beatlesiano delle melodie più catchy.

Il duetto con Sir Elton John nella title track, Ordinary Man, rappresenta senza dubbio il momento più alto, toccante, ed emozionante dell’intero album. Ogni traccia di Ordinary Man racconta qualcosa di Mr. Osbourne, e si lega perfettamente alle altre mantenendo un’ottima coerenza. Si tratta, inoltre, di un album che vanta la collaborazione di personalità del calibro di Chad Smith, batterista della rock band Red Hot Chili Peppers; Duff McKagan, bassista dei Guns N' Roses in cui ha militato dal 1985 al 1997 e nuovamente dal 2016; Slash, chitarrista e produttore discografico noto a sua volta per la sua militanza nei Guns N' Roses; il sopracitato Elton John; il giovane cantautore statunitense Andrew Watt; Tom Morello, noto per essere il chitarrista dei Rage Against the Machine; Travis Scott e persino dell’eversivo rapper e produttore discografico statunitense Post Malone, una vera e propria sorpresa questa.

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In conclusione, Ozzy Osbourne ha plasmato un’epoca con la sua arte. A lui dobbiamo la nascita dell’heavy metal. Che Ordinary Man sia davvero il suo ultimo disco? Per ora, il Principe delle Tenebre ci lascia in eredità mezzo secolo di carriera e questo “straordinario” capolavoro.

 

 

 

 
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