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Operazione “Ghost Cars” a Molfetta: in manette Pietro Sorrenti Al termine dell'operazione della Guardia di Finanza un arresto e 7 denunce per “associazione per delinquere” finalizzata alla truffa aggravata
17 marzo 2009

MOLFETTA - I militari della Tenenza guardia di finanza di Molfetta, all'esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria, hanno tratto in arresto Pietro Sorrenti, titolare della concessionaria Dinauto di Molfetta e denunciato altri 7 responsabili, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate nei confronti di circa 40 acquirenti di autovetture. Il caso era stato elevato alle cronache nazionali per il servizio su “Striscia la notizia” ma anche sul numero di marzo di Quindici in edicola è raccolta una testimonianza di un acquirente. L'impianto accusatorio ha dimostrato che all'acquirente veniva proposto l'acquisto di un'autovettura, solitamente presente in esposizione in modo da generare nel cliente la convinzione di pronta consegna, ma in realtà non di proprietà della concessionaria. Inoltre, stando agli inquirenti, attraverso la stipula di un preliminare e/o atto di vendita, si avviava, la procedura di un finanziamento che, in alcuni casi, risultava totalmente sconosciuto dal cliente, consentendo al titolare della concessionaria di incassare, in tempi brevi, la somma corrispondente al finanziamento richiesto, senza mai consegnare le autovetture. Secondo l'accusa l'attività criminosa non si svolgeva solo per le vendite effettuate con pagamento rateizzato ma anche a quelle con denaro contante, in questo contesto due clienti con problemi di invalidità, dopo aver corrisposto l'intera somma alla stipula del contratto, si sono ritrovate senza le già pagate autovetture. Al termine dell'attività di indagine il titolare della concessionaria è stato tratto in arresto ed altre 7 persone, compreso il titolare dell'agenzia finanziaria compiacente, denunciate alla competente autorità giudiziaria per violazione dell'art. 416 c.p. “associazione per delinquere” finalizzata alla truffa aggravata.
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In un paese dove si spettacolarizza la giustizia, il dolore, le emozioni, i sentimenti più intimi e personali, attraverso programmi televisivi frequentati da pseudo intellettuali e opinionisti da due soldi falsi, solo per imbonire e addormentare culturalmente milioni di esseri umani ai confini del vuoto mentale, vuole significare un paese in declino. Una giustizia presente e rapida attraverso la spettacolarizzazione mediatica, lenta e inconcludente nei suoi canali istituzionali. Questo si chiama degrado. Il degrado, il degrado del paese. Il paese dissestato, scombiccherato, dove dilagano tele-allegria e spensieratezze sociale. Il paese sbrindellato, un po' cialtrone, dove non si sa mai chi trovi e quando lo trovi. Il paese dell'approssimazione, degli impegni forse-che-si, forse-che-no. Il paese degli inaffidabili. Ecco, questa Italia un po' deformata ma autentica, che non è tutta ma quanto basta, dove nasce, dove ha origine? In quale piccolo anfratto dell'animo o della mente umana di ciascuno prende il via, quando si fa embrione sociale? Perchè in effetti nulla o quasi nulla, preso nella sua particolarità, può essere dichiarato con certezza causa o sintomo di declino naturale. Non lo sono, nè "Miss Italia," nè "L'Isola dei famosi", nè l'usanza petulante di dare del tu a tutti, nè la conversazione a voce alta sul cellulare in treno o per strada, nè l'andare a sostenere esami e colloqui in bermuda. Eccetera, eccetera. Nessuna di queste così eterogenee sostanze e infinite parigrado porta in se con certezza i germi del declino. Ma elencarle insieme si ha un mosaico che esprime il declino degli usi e costumi. Del tutto compatibile con il crescente benessere, l'innalzamento del grado formale di istruzione, con le vertigini del progresso tecnologico. Un allarme al suono di campana; campana di una chiesa, di una scuola, una campana qualsiasi. Perchè in fondo se, parafrasando Hemingway, ci chiedessimo per chi suona la campana, dovremmo rispondere che, oggi più che mai, suona per tutti.

Complimenti alla G.d.F., innanzitutto e per sgombrare subito ogni dubbio. Non mi piace, però, "il pensiero unico", "il conformismo opinionale"... Nè, peggio, la "Gogna Mediatica", quando la "Gogna Mediatica", precede, anticipa e, si surroga all'Azione della Magistratura. Ma secondo Voi è da Paese Giuridicamente, Culturalmente ed Economicamente Evoluto che, un "Giullare", un "Pupazzo" (gabibbo), diventino "la magistratura di ripiego, di stimolo e di rincalzo"? In una Nazione Seria, Civilizzata, le Procure, i Tribunali, la Polizia, amministrano la Giustizia, Promuovono l'Azione Penale, garantiscono la legalità e la repressione dei reati, senza farsi surrogare da "Attori Circensi" o, peggio ancora da "quelli delle veline". E' un Paese Serio il nostro? Il "GABIBBO", appare essere il "miglio espendiente" per chi ha sete immediata di Giustizia. E' normale tutto ciò? Mi pongo poi un'altra domanda: Sono tutte note e, hanno tutte ricevuto il medesimo trattamento mediatico, tutte le azioni promosse nei confronti di tutti i concittadini, più o meno importanti, o vi sono soggetti che per ragioni di Censo, di Kasta, o di chissà cos'altro... sono sottratti d'ufficio, dalla Gogna Mediatica? Nel merito, poi di questa vicenda, senza nulla togliere alla Professionalità dei Giudici e della G.d.F., poiché sono sempre convinto che "non esistono i funghi spontanei", che "nascono crescono e sorgono all'improvviso", senza che "nessuno mai se ne sia mai accorto", io andrei a verificare se, per caso..., ma solo per caso..., non vi siano state delle compiacenze..., che hanno fruttato qualche autovettura, questa sì reale, e forse..., ma solo forse..., non comprata e non venduta, ma solo regalata... La mia è sempre una "visione poligonale", frutto forse di "deformazione mentale", però..., però..., come diceva il Buon Giulio (uno che la sa lunga), "a pensare a male si fa peccato, ma spesso uno ci azzecca"!


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