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On. Fioroni (Margherita): il piano di Fitto favorisce i privati
27 agosto 2002

MOLFETTA – 27.8.2002 Dopo la visita a Molfetta del presidente della Regione Fitto che è intervenuto in consiglio comunale a spiegare il piano di riordino ospedaliero a quei pochi “eletti” che hanno avuto accesso all'aula per uno schieramento di polizia senza precedenti (nella foto piazza Municipio invasa dagli agenti), le forze politiche e gli operatori del settore sanitario tornano a interrogarsi sul futuro dell'ospedale di Molfetta. Ha aperto le danze la “Margherita” che ha tenuto una conferenza stampa presso l'ospedale di Molfetta, accogliendo l'on. Giuseppe Fioroni, responsabile nazionale del settore Sanità della Margherita. Errori di merito e di metodo: queste le accuse mosse dal parlamentare di opposizione al presidente Raffaele Fitto. “La regionalizzazione del sistema sanitario non significa che l'unico organo istituzionale artefice e responsabile delle riforme sanitarie debba essere la Regione”, ha spiegato Fioroni. “Fitto avrebbe dovuto coinvolgere anche gli altri enti locali, così come prevede la legge. Ma né con i Comuni, né con le Province il governatore della Regione Puglia ha voluto interfacciarsi, preferendo la più semplice scorciatoia delle imposizioni, e tralasciando la più efficace ma faticosa via del confronto e della costruzione concertata delle soluzioni”. Nulla in contrario sull'esigenza di razionalizzare il sistema sanitario, ha precisato l'onorevole della Margherita. Ma “non si razionalizza soltanto con i tagli: tagliare i reparti e i posti letto, senza investire sulla prevenzione e sul territorio, non serve a eliminare i ricoveri impropri e inutili: l'assistenza domiciliare, per esempio, sarebbe stata uno strumento efficace per ridurre i ricoveri senza passare sulla pelle delle persone, ma la Regione Puglia ha tralasciato del tutto questo terreno”. Insomma “non si abolisce per legge il bisogno di salute delle persone”, chiarisce Fioroni. Gli fa eco il coordinatore regionale della Margherita, Guglielmo Minervini: “Qualunque piano di riordino ospedaliero non può prescindere da uno studio epidemiologico serio e da un'analisi approfondita del territorio”. No alle guerre campanilistiche sui numeri e sui decimali, sì alla individuazione della domanda di salute espressa da ciascuna città: è questo il terreno di confronto da cui intende ripartire la Margherita. Senza dimenticare che “questo piano di riordino – ha commentato Fioroni – rispetta il disegno lucido perseguito dall'esecutivo nazionale: smantellare completamente il sistema sanitario nazionale pubblico, aprendo alle mutue private”. E' quello che si vuole anche a Molfetta: il prossimo passo sarà la chiusura completa dell'ospedale? E dell'ex Preventorio che ne sarà? Michele de Sanctis jr.
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