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Omicidio De Gennaro a Molfetta, condanna a 16 anni in primo grado per Onofrio De Pasquale
Dario De Gennaro, la vittima
14 febbraio 2025

MOLFETTA - Condanna in primo grado a 16 anni di reclusione per Onofrio De Pasquale, 30 anni, con l’accusa di aver ucciso a coltellate, il 15 febbraio 2024, Dario De Gennaro, 23 anni, colpito all’uscita di casa a Molfetta e ritrovato 24 ore dopo in un altro luogo.

La sentenza è stata emessa dal giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, dott.ssa Lucia Anna Altamura, al termine di un processo abbreviato. Grazie a questa formula, De Pasquale ha potuto beneficiare di una riduzione di un terzo della pena. L'imputato, che si è dichiarato colpevole, era detenuto a Taranto ed è stato assistito dagli avvocati Andrea Calò e Dario Iurlaro. È stato anche dichiarato interdetto dai pubblici uffici.

Inoltre, è stato disposto un risarcimento per le quattro parti civili costituite: la madre e la sorella di De Gennaro, rappresentate dall'avvocato Michele Salvemini, e i due fratelli, difesi dagli avvocati Giuseppe Germinario e Fabio Petruzzella. Secondo le indagini, de Pasquale, che si era costituito poche ore dopo il delitto, ha ammesso di aver colpito De Gennaro durante una lite, accoltellandolo e provocandone la morte, forse nel tentativo di difendersi.

Subito dopo il crimine, De Pasquale ha indicato il luogo dove si trovava il corpo della vittima, nascosto in una nicchia della sua casa, in via Immacolata al civico 27. Dopo aver ucciso De Gennaro, l'imputato avrebbe cercato di distruggere il corpo, avvolgendolo in coperte e cellophane e riponendolo nella nicchia, dove avrebbe iniziato a prelevare del cemento. Inoltre, avrebbe procurato mattoni forati per sigillare il luogo. La nicchia era utilizzata anche da De Pasquale per custodire marijuana, che vendeva al dettaglio per conto di De Gennaro.

Nel corso delle perquisizioni, i militari hanno trovato un coltello con una lama di 15 cm, 121 bustine contenenti 158 grammi di marijuana, 10 grammi aggiuntivi della stessa sostanza per un totale di 123 dosi, altre 35 bustine di marijuana e un bilancino di precisione.

Il movimento del delitto sarebbe da ricondursi a conflitti relativi al mercato della droga a Molfetta.

 

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