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Omicidio Bufi, Marino Bindi sottoposto a fermo giudiziario
10 ottobre 2001
MOLFETTA – 10.10.2001 Forse è ad una svolta il misterioso delitto di Annamaria Bufi (nella foto), la ragazza di 23 anni assassinata la notte fra il 3 e il 4 febbraio ‘92. Dopo 9 anni e tre inchieste conclusesi senza individuare il colpevole, ieri mattina gli agenti della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Trani hanno sottoposto a fermo Marino Domenico Bindi, 54 anni, molfettese, ex professore di educazione fisica, indagato per omicidio volontario, su ordine del procuratore della Repubblica Francesco Bretone. Il Pm ha riaperto il caso nel marzo scorso, dopo che le due inchieste precedenti erano state archiviate. Entro oggi il Pm formulerà la richiesta di convalida del fermo, poi il Gip Michele Nardi avrà 48 ore di tempo per decidere sulla legittimità del provvedimento restrittivo nei confronti del Bindi. Il cadavere della povera Annamaria Bufi fu trovato intorno all’1,30 della notte fra il 3 e il 4 febbraio 1992 sulla statale 16 bis tra Molfetta e Bisceglie a pochi metri dallo svincolo che conduce alla zona artigianale di Molfetta
(nella foto, il luogo del delitto). La ragazza era bocconi sull’asfalto in un lago di sangue. Dall’autopsia venne fuori che la morte fu determinata dalla gravi fratture e lesioni riportate su tutto il corpo: i colpi, probabilmente inferti con un bastone, sarebbero stati 24 tutti violenti, di cui 6 direttamente alla testa. L’esame autoptico dimostrò anche che la ragazza prima di essere uccisa era stata condotta in una campagna: a provarlo le tracce di polvere biancastra sui jeans e un filo d’erba ritrovati sugli stessi pantaloni e sulle scarpe. Le prime indagini contro ignoti furono subito archiviate dal Pm dell’epoca Alessandro Messina: Bindi fu ascoltato solo come persona informata dei fatti. Una seconda inchiesta fu avviata nel ’96 dall’allora Pm. Domenico Seccia, su richiesta del legale della famiglia Bufi, avv. Bepi Maralfa. In questo secondo caso Bindi fu iscritto nel registro degli indagati, ma nel settembre del ’97 fu chiesta l’archiviazione. Oggi sembra che il nuovo Pm Bretone abbia acquisito nuovi elementi, oltre alla dichiarazione di un testimone. L’ipotesi più probabile è quella di un delitto passionale, anche se Bindi all’epoca presentò come alibi la sua presenza nella casa dell’ex moglie, che avrebbe confermato questa versione. Bindi nei mesi scorsi era stato interrogato dal Pm, ma si era avvalso della facoltà di non rispondere. Forse ora la verità verrà a galla e uno dei misteriosi delitti di Molfetta avrà una sua soluzione.
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Carmela Facchini
11 Ottobre 2001 alle ore 00:00:00
Un delitto assurdo, rimasto impunito per quasi 10 anni, è inconcepibile. Immediesimatevi nei genitori di quella ragazza e capirete cosa si prova a non vedere punito chi ti ha tolto una figlia massacrandola a bastonate. Purtroppo la giustizia, anche per colpa di leggerezze nelle indagini, non riesce sempre a punire i colpevoli. Se l'attuale indagato è colpevole, deve scontare la sua pena per un delitto terribile. Ma se non è colpevole, occorre trovare il responsabile! Questo significa garantire giustizia e sicurezza.
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Nicolò
11 Ottobre 2001 alle ore 00:00:00
Mi fa piacere scoprire che anche dopo 9 anni i colpevoli vengono assicurati alla giustizia... e mi auguro che giustizia sia fatta, in maniera umana. Spero solo che in questa vicenda non si ritorni a infangare la povera vittima.
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pino ragno
10 Ottobre 2001 alle ore 00:00:00
Speriamo di essere arrivati ad una svolta per quell'assurdo omicidio.Mi auguro che una volta accertate le responsabilità ci sia una pena adeguata......e da scontare interamente!
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