Olio extravergine di oliva più qualità e più aggregazione per superare la crisi
Il comparto dell'olio di oliva e di quello dell'extra vergine in particolare, a tutti i livelli della filiera, sta attraversando una fase di grave crisi. Una crisi che è anche congiunturale se si considera il fatto che essa è pienamente dentro la crisi finanziaria che sta mettendo in ginocchio l'economia globale. Il dott. Saverio Scardigno, presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione dell'Olio a DOP (denominazione di origine protetta) nonché dell'Oleificio Cooperativo “Molfetta Terra di Olivi” parla non solo di crisi congiunturale ma anche di crisi strutturale del comparto olivicolo che configura una situazione di allerta sociale. LA SITUAZIONE «Assistiamo ad un andamento anomalo del mercato: non si riesce a capire come mai un mercato come quello dell'olio di oliva, che segna un significativo e costante aumento dei consumi ed una sempre più massiccia richiesta di oli di qualità, a fronte di una stabilità della produzione e di una diminuzione delle importazioni all'interno della UE, segnali una depressione dei prezzi così netta », dice Scardigno. Attualmente un produttore che volesse vendere un quintale di olive ricava circa 35 euro: nella scorsa annata un quintale di olive veniva venduto da 45 euro a 50 euro. Il crollo del prezzo di acquisto delle olive è conseguenza della forte flessione del prezzo di mercato dell'olio: nel 2007 un Kg di olio extra vergine è stato quotato in media intorno ai 3,00 – 3,20 euro e quest'anno il prezzo oscilla al momento tra 250,00/Kg - 270,00/Kg. Analoga situazione ancora più pesante si verifica in Grecia e Spagna con prezzi rispettivamente di euro 2,35/Kg e euro 2,15/Kg. Questa situazione è certamente da allarme rosso: questo ricavo non ripaga i costi di produzione di un quintale di olive con i concimi, fitofarmaci, costi energetici aumentati del 30% cui va aggiunto quanto altro occorre per produrre un quintale di olive o un quintale di olio. Un dato che fa riflettere è quello che riguarda il prezzo dell'olio lampante che con circa 2–2,20 euro al Kg è di poco a ridosso del prezzo di un Kg di olio extra vergine. Conseguenze al ribasso si verificheranno anche per l'olio a DOP che rappresenta l'eccellenza della nostra produzione. LE CAUSE Nel nostro paese emerge in maniera sempre più evidente l'effetto delle acquisizioni di importanti marchi nazionali(Carapelli, Bertolli, Sasso) da parte del gruppo Sos Cuetara ben radicato in Spagna, gruppo che rappresenta il 50% circa del mercato dell'olio ed oltre il 30% del mercato dell'extra vergine. «Gli acquisti di olio perciò sono ormai eterodiretti, decisi altrove – aggiunge Scardigno -, e si verifica il paradosso che in Puglia, a fronte di frantoi con i magazzini già pieni di oli della scorsa e di questa campagna, vengano quotidianamente sbarcati voluminose cisterne di oli lampanti spagnoli che i miracoli della tecnica trasformano in extra vergine». A deprimere ancora il mercato sono le scorte di olio invenduto della scorsa annata non solo nella provincia di Bari e in Puglia, ma anche in Spagna e Grecia e questo per effetto della riduzione dei consumi provocata dalla crisi economica. Ci sono pochi acquirenti e di modeste dimensioni mentre quelli di media e grande dimensione hanno rallentato gli acquisti sia per il panico e l'incertezza provocati dall'andamento della crisi e di quanto ancora ci aspetta sia per la scarsa liquidità determinata dalla stretta creditizia operata dalle banche che temono una esposizione maggiore ai rischi che nella situazione attuale non possono che aumentare. LE RESPONSABILITÁ In questo contesto non si possono sottacere le responsabilità che derivano dalle scelte operate dalla UE. Il fallimento della cosiddetta politica della qualità intrapresa della UE dal 2000 con il regolamento 1019/02 che ha modificato il regolamento 2568/91 ha prodotto un abbassamento dei parametri di qualità dell'olio extra vergine, inflazionando tali categorie e promuovendo oli con evidenti difetti a danno dei consumatori e dei produttori di oli di qualità. Ne costituisce prova il ridottissimo divario che oggi riscontriamo sul mercato tra olio lampante ed olio extra vergine di oliva. «È indubbia – secondo Scardigno – l'influenza dell'industria sulle scelte comunitarie: questa ha tutto l'interesse a produrre miscele per ottenere oli più economici e di qualità più bassa approfittando anche della carente normativa alla base della etichettatura che non agevola la trasparenza necessaria al consumatore». LE PROPOSTE ALL'ESAME «Premessa la non percorribilità della adozione di provvedimenti tampone che risollevino il mercato – dice ancora Scardigno –, quelli auspicati e possibili non sono di effetto immediato. Mi riferisco alla possibilità del ritiro dal mercato delle eccedenze che si scontra con il prezzo di intervento attuale di euro 1,74/ Kg ampiamente sotto il già critico livello di euro 2,50/Kg. Occorrerebbe elevare il prezzo di intervento a euro 2,50/Kg. La possibilità poi di destinare parte delle eccedenze (circa 300mila quintali) per gli aiuti agli indigenti richiede tempo in quanto occorre modificare il regolamento comunitario relativo per comprendere tra i prodotti destinati a tale uso anche l'olio extra vergine. Il tema dei controlli è di enorme importanza: questi devono essere mirati, rigorosi e continui e devono riguardare soprattutto l'olio confezionato in vendita sugli scaffali». Lo scopo è quello di evitare il rischio dell'abbandono, della disaffezione e della progressiva emarginazione dell'Italia dal mercato mondiale. CHE FARE «Occorre riprendere l'iniziativa per avviare un forte progetto di filiera per il rilancio del Made in Italy di alta qualità, a DOP, tracciato e certificato, con caratteristiche nutrizionali, sensoriali e parametri chimico-fisici tali da essere al di sopra di ogni sospetto di “aggiustamento” o miscelazione più o meno leciti. Non ci sono alternative: la ricetta è quella di puntare alla aggregazione sempre più ampia dei produttori, fare massa del prodotto da collocare sul mercato e con una cabina di regia unitaria promuovere l'olio di qualità in Italia e all'estero».
Autore: Sergio Spezzacatena