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Oggi udienza in Consiglio di Stato sull'autentica delle firme di Gavorrano e Valenzano. Attesa anche a Molfetta
21 gennaio 2014

MOLFETTA - Il sindaco Paola Natalicchio questa mattina si è messa in auto ed è andata a Roma per partecipare all’udienza pubblica del Consiglio di stato a fianco dei sindaci dei Comuni di Valenzano (di centrodestra) e Gavorrano (di centrosinistra). Si deciderà sulla validità dell’autentica delle sottoscrizioni delle liste elettorali delle ultime amministrative da parte dei consiglieri provinciali proprio nei comuni di Valenzano, Gavorrano e Tricarico. E’ andata lì per “sentire se davvero il Consiglio di Stato può ribaltare le elezioni amministrative svolte nelle nostre comunità”, questo il suo commento questa mattina su facebook, seguito da “non credo e aspetto con fiducia la sentenza”.   
Come chiarisce una nota sempre su Facebook del Partito democratico: “La discussione di oggi non riguarda il Comune di Molfetta costituirà un precedente determinante che avrà riflessi anche sull'amministrazione al governo della nostra città, visto che pende dinanzi al Tar Puglia un ricorso analogo che (a seguito di rinvio in attesa della decisione del Consiglio di Stato) sarà discusso il prossimo 30 gennaio”.
Anche dal principale partito della coalizione , il segretario Giulio Calvani  scrive: “Attendiamo con serenità il giudizio del massimo organo di giustizia amministrativa su una situazione così delicata e complessa, ma riaffermiamo con forza e determinazione quanto sancito dall'art. 1 della nostra Costituzione: "la sovranità appartiene al popolo. Sarebbe gravissimo se il responso popolare, espresso in libere elezioni democratiche svoltesi nella più assoluta serenità e regolarità, fosse ribaltato in un'Aula di Tribunale per un controverso bizantinismo formale. La città non capirebbe e pagherebbe un prezzo altissimo”.
La vicenda è davvero complicata perché non ci sono firme false, come nel caso del Piemonte, ma solo un contrasto tra disposizioni, l’ultima delle quali una circolare esplicativa della Prefettura che ad agosto, ad elezioni ormai concluse, spiega che l’autentica delle firme deve rispettare non solo il criterio di territoriale, e con la provincia è rispettato, ma anche quello di pertinenza che escluderebbe i consiglieri provinciali.
Ogni tentativo di avere da Roma una interpretazione autentica sulla legge sono falliti e il voto è stato impugnato anche nei Comuni di Maddaloni, Marcianise, San Felice a Cancello, Lusciano in Campania. Insomma un pasticcio all’italiana. Adesso la parola passa ai giudici. La sentenza che potrebbe riportare la città al voto al commissariamento e poi al voto è attesa per domani mattina. 

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