Oggi alla Biblioteca comunale di Molfetta in scena “La notte della paura” di Arcangelo Ficco a cura del Carro dei comici
MOLFETTA - Andrà in scena oggi domenica 6 novembre con inizio alle ore 11.30 presso la biblioteca comunale “Giovanni Panunzio” sita nella Fabbrica di san Domenico a Molfetta (seggio dei nobili) lo spettacolo muiscal-teatrale: La notte della paura a cura della compagnia “Il carro dei comici” tratto dal testo storico del prof. Arcangelo Ficco: “Trasgressione e criminalità in terra di Bari”.
La messa in scena è curata dal regista Francesco Tammacco che ne firma anche la scrittura darammatica e dagli allievi del Corso di teatro “Sabrina Nobile” con la partecipazione dei musicisti Pantaleo Annese, Federico Ancona, Domenico Copertino, Vincenzo de Pinto.
Lo spettacolo si inserisce in un cartello più amplio riferito al programma regionale di spettacolo dal vivo per la valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali della puglia, nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione FSC 2007-20013-APQ-“Beni ed attività culturali” della Regione Puglia con la collaborazione del Granteatrino di Bari.
Note di regia di Francesco Tammacco
“La notte della paura” è una messa in scena di un processo per stregoneria intentato verso la metà del ‘600 contro una donna molfettese detta “mesciala” : Rosa de Pantaleo. Nella scrittura drammatica si pongono in evidenza gli stati psicologici, antropologici ed anche lirici propri delle donne appartenenti agli strati più popolari del ‘600 ed anche la fascinazione che le siddette Mesciali ”erogavano” anche a favore dei nobili ed aristocratici del tempo.
Nella nostra rappresentazione ci si discosta un poco dalla gelida verità storica posta con arguzia e piglio di ricercatore dallo storico prof. Arcangelo Ficco che ottimamente a nostro dire delinea gli orizzonti delle vicende realmente accadute e dai testi processuali propri dell’Inquisizione; facendo così riverberare un insieme di personaggi che paiono staccarsi dai dipinti di Bosch e si giocano la loro partita muovendosi su di una scacchiera nella quale il pensiero magico aleggia sullo strato più pesante del reale.
Poppa Gigante, Selena la Prena, Lucrezia e così via sono sì figure fantastiche ma anche fantasmagoriche e fanno da sponda alla vicenda crudele e alle torture inflitte a Rosa de Pantaleo tacciata di stregoneria. In fondo si notano analogie tra il rito magico e quello teatrale , parafrasando lo psichiatra Giuseppe Massari il comportamento blasfemo “costituisce un derivato del pensiero infantile”.
La nostra rappresentazione è portata in scena con un idioma “ibrido”, non è solo molfettese ma ha dentro di se tutte le piacevolezze tipiche meridionali, una vera fascinazione da streghe.