MOLFETTA - Redattrice di “Quindici”, Paola Natalicchio nasce come giornalista nella nostra redazione quando aveva solo 16 anni e frequentava ancora il liceo, scoperta dal direttore Felice de Sanctis che le affida la rubrica “Quindici giovani” e lei esordisce con una lettera in cui esprime il disagio giovanile: “La logica della mediocrità” nel n. 5 del 18 marzo 1995 (quando il giornale era ancora quindicinale). Paola scrive che la città ignora i giovani costretti a progettare di andare via lontano (come ha fatto lei trasferendosi a Roma) e considerati teste vuote, immaturi e persi nella superficialità.
Il grido di dolore di Paola era quello dei giovani stanchi di essere dimenticati, stanchi di “vivere nei sogni per non morire nella realtà”, stanchi di aspettare da sempre che cambi qualcosa, senza mai lo straccio di un risultato.
Da allora, non è cambiato molto, anzi negli ultimi anni le cose sono peggiorate e questa generazione di giovani è ancora senza futuro, mentre ha trionfato la vera mediocrità al potere a Roma, come a Molfetta.
La vita ha riservato a Paola dure prove, una più di tutte, quella di avere un figlio “intrappolato nel regno di Op (oncologia pediatrica)”. Ma Paola è una donna coraggiosa, noi la conosciamo bene ed ha affrontato una prova durissima che avrebbe depresso ogni mamma, con grande coraggio ed essendo giornalista di razza, una di quelle che il mestiere lo ha dentro, ha deciso di scrivere, di raccontare questa esperienza. Una prova ancora più dura quella di mettere in pubblico i propri sentimenti, le proprie paure, le proprie speranze, con un blog
http://ilregnodiop.blogspot.it/
Oggi da quel blog, da quelle riflessioni è nato un libro "Il Regno di Op. Storie incredibili dei bambini invincibili di Oncologia pediatricaedito da “la meridiana” di Molfetta e che oggi viene presentato a Roma alle ore 17, nella hall del Policlinico Agostino Gemelli di Roma (ingresso 4° piano). La presentazione è promossa dalle edizioni la meridiana in collaborazione con la Divisione di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli.",
Saranno presenti, oltre all'autrice, la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio e il prof. Riccardo Riccardi, direttore di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli.
Durante l’appuntamento l'attrice Carolina Crescentini leggerà alcuni brani tratti dal libro.
Ecco un brano tratto dall’introduzione di Concita De Gregorio:
“C'è una minoranza di persone che nomina le cose e lo fa anche per gli altri; che guarda negli occhi la paura e dà al resto del mondo la misura del coraggio. Che entra nel buio e torna dicendo: questa dove si sta di solito è la luce. Allora gli altri dicono: certo, lo sappiamo. È vero, tutti lo sappiamo. Ma trovare le parole per dirlo fa la differenza, rende consapevoli".
Se ti dicono reparto oncologico ammutolisci. La fitta è proprio lì, nel mezzo del cuore. Se ti aggiungono ‘pediatrico’ ti frana tutto sotto i piedi.
Ecco: il Regno di Op è quello nel quale precipiti dopo che il terreno ti frana sotto i piedi. E non hai scelta.
Cominci la battaglia. Non per te. Sarebbe la cosa che vorresti che fosse. Ma per tuo figlio. Per tua figlia.
Il Regno di Op di Paola Natalicchio, giornalista, è al decimo piano di un grande Ospedale romano.
In una mattina di fine maggio, la sorte ha deciso che a finire intrappolato in quel regno ci fosse anche suo figlio. E non c'è stato altro da fare, se non affidarlo appena nato alle cure di chi ha il ‘sapere’ per guardare in faccia la malattia e provare a governarla.
Il Regno di Op è un libro (ma anche un blog) contro la vergogna della malattia, che invita alla resistenza e alla speranza di farcela. Ti prende per mano e ti porta al centro delle relazioni di un mondo dove si maneggia la vita, dove la parola ‘prendersi cura’ la capisci nello sguardo, nella carezza, nella lacrima, nel silenzio che è complicità per tutto quello che vorresti che fosse. Per la gioia più grande (che a Op c’è) e per il dolore più acuto (che a Op non ti è risparmiato). Perché l’uno e l’altro abitano Op.
È una guerra quella che si combatte lì. E Paola, che ci è finita dentro senza colpa e senza possibilità di fuga, come fa sempre, da giornalista, ne ha scritto.
Questo non è un libro che muove a compassione. Ma è un libro di passione civile. Perché la malattia, questa malattia, ha bisogno delle parole giuste che la sottraggono all’apartheid sociale nel quale deleghiamo, anche per difenderci, chi ci entra.
E se sono bambini, il cui mondo rimane bambino anche quando ai giochi si affiancano flebo, aghi, corsie e barelle, quando alle filastrocche e ai ritornelli fanno da eco diagnosi con parole mai sentite, allora c’è bisogno che una come Paola lo racconti quel mondo per vincere la paura che ci prende. Perché il drago che spadroneggia su Op, i dottori bravi e le infermiere con i guanti da puffo, qualche volta, molte volte, sanno farlo addormentare.
Insieme agli scritti su Op di Paola Natalicchio, il libro contiene l’introduzione di Concita De Gregorio, la postfazione del prof. Riccardi, primario di Op del Gemelli e le tavole di Esther Cristofori, che è un'adolescente in cura ad Op, autrice di fumetti e cartoni, che tiene a bada il drago a suon di matite colorate.
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Paola Natalicchio (1978) è nata davanti al mare di Puglia, nella Molfetta di Gaetano Salvemini, don Tonino Bello e Caparezza. Dal '97 vive a Roma. Giornalista, è stata redattrice de "l'Unità", testata di cui attualmente è collaboratrice, e ha lavorato per i programmi Rai "Il fatto del giorno", "Citizen Report" e "I nuovi mille". Fa parte del coordinamento di giornalisti precari "Errori di Stampa".
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