Recupero Password
Occupazione di poltrone. Ancora una carica illegittima dell'ex sindaco di Molfetta Azzollini: consigliere dell'Asi. Il PD chiede le immediate dimissioni
09 maggio 2014

MOLFETTA – Che l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini fosse attaccato alle poltrone, era notorio. Basti ricordare la battaglia intrapresa per mantenere incompatibilmente sia la carica di senatore che quella di sindaco a tutto danno di Molfetta, che lo vedeva solo il sabato e la domenica, mentre il resto della settimana era a Roma. Se poi si considera che gli assessori non contavano nulla nell’amministrazione di centrodestra, essendo senza delega e percependo solo lo stipendio, si spiega il disastro in cui ha lasciato la città e che è evidente a tutti i cittadini, anche se alcuni poveri mercenari al soldo del senatore cercano invano di occultare questa realtà indiscutibile.

Ma che lasciata la carica di sindaco, Azzollini pretenda con la solita arroganza e il suo scarso spirito democratico, di mantenere quella di consigliere di amministrazione dell’Asi nella quale è stato inserito proprio nella sua funzione di sindaco. Ora da ex, ricopre illegittimamente quella carica, come ricopriva illegittimamente quella di sindaco essendo parlamentare, dovrebbe lasciare l’incarico all’Asi al nuovo sindaco Paola Natalicchio.

E’ quanto chiede il Partito Democratico di Molfetta in una sua nota.

Azzollini si dimetta immediatamente da consigliere di amministrazione del Consorzio Asi di Bari, dal momento che ricopre quella carica del tutto illegittimamente”.

E’ questo il pressante invito che Giulio Calvani, segretario del circolo di Molfetta del Partito Democratico rivolge all’ex sindaco della città, Antonio Azzollini, eletto nell’ottobre del 2011 componente del CdA del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Bari.

“Azzollini – prosegue Calvani – continua nella sua brutta abitudine di voler ricoprire due o più poltrone contemporaneamente, ma questo comportamento non è più tollerabile. E’ necessario che nel CdA del Consorzio Asi sia ripristinata la legalità e l’agibilità democratica, e molto bene ha fatto l’amministrazione comunale della città a sollevare formalmente la questione della incompatibilità di Azzollini nel corso dell’Assemblea dei Soci svoltasi lo scorso 5 maggio e convocata per l’approvazione del bilancio 2013. Ora la città intera si aspetta le dimissioni volontarie dell’ex sindaco oppure un provvedimento di presa d’atto, da parte del Consiglio di Amministrazione e del suo Presidente, della sua conclamata incompatibilità, con conseguente decadenza”.

“La ragione per la quale Azzollini è incompatibile con l’incarico di componente del CdA dell’Asi è molto semplice – spiega Calvani –. L’art. 13 dello Statuto del Consorzio prevede espressamente che ‘non può ricoprire la carica di componente del CdA chi si trovi in condizione di incompatibilità a ricoprire la carica di Sindaco o Presidente di un Ente consorziato’. Ebbene, come noto il Decreto legge n. 138/2011 (convertito con legge n. 148/2011) ha sancito in via definitiva l’assoluta incompatibilità tra la carica di Sindaco e quella di parlamentare (principio già sancito a chiare lettere anche in una recente sentenza della Corte Costituzionale). E’ evidente, quindi, che essendo Azzollini incompatibile con la carica di sindaco, in quanto Senatore della Repubblica, diviene automaticamente incompatibile (visto quanto previsto dall’art. 13 dello Statuto del Consorzio Asi) con il ruolo di componente del CdA. Non bisogna dimenticare, tra l’altro, che rappresenta ormai un principio fondamentale dell’ordinamento giuridico quello della non cumulabilità degli incarichi”.

“A tutto questo occorre aggiungere che, politicamente, è del tutto inopportuno che l’ex sindaco di centrodestra sieda nel CdA dell’Asi, in rappresentanza della Città di Molfetta dal momento che egli non rappresenta affatto gli intenti politici e programmatici della nuova amministrazione di centrosinistra, guidata da Paola Natalicchio. Questo penalizza gravemente lo sviluppo della nostra città dal momento che scelte molto delicate che riguardano il nostro territorio e il suo sviluppo vengono assunte da  chi, oggi, non ha alcun titolo per esprimersi”.

“Chiediamo, per questo – ha concluso il segretario del Partito Democratico di Molfetta –, un gesto di responsabilità da parte del sen. Azzollini con le sue immediate dimissioni, ma se queste non dovessero arrivare in tempi rapidissimi, invitiamo il Presidente del Consorzio Asi, Emanuele Martinelli, a calendarizzare quanto prima una riunione del CdA che si limiti semplicemente a prendere atto della conclamata incompatibilità di Azzollini”. 

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""

1°parte. - Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato. (continua)
2°parte. - Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra. (fine)


Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet