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Nuovi ospiti al Centro di Recupero Tartarughe Marine del Wwf Molfetta
31 agosto 2011

MOLFETTA - Pessime nuove sul fronte della salvaguardia delle tartarughe marine: in soli due giorni la Capitaneria di Porto di Bari ha recuperato ben quattro esemplari di caretta caretta con amo e lenza, che sono stati affidati al Centro di Recupero Tartarughe Marine del Wwf Molfetta.
Una delle tartarughe è, purtroppo, deceduta la sera stessa del recupero mentre le altre sono state sottoposte agli esami di rito.
La più grave presentava la lenza che fuoriusciva dalla cloaca mentre le altre due avevano ingerito lenze che si erano fermate nella zona bassa dell'esofago.
Per tutte, dunque, è stato necessario il ricorso a delicati interventi chirurgici eseguiti dal Prof. Antonio Di Bello, presso la facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari.
Gli interventi sono riusciti e le tre tartarughe potranno, dunque, tornare a breve nel loro habitat.
"Questa escalation mette in evidenza una problematica: quella della pesca di frodo - ha affermato il responsabile del centro di recupero Pasquale Salvemini - In questi giorni di fermo biologico, diverse imbarcazioni (tra le quali molti diportisti) effettuano strascico abusivo o utilizzano il palangaro, ossia uno strumento composto da grossi ami e lenze utilizzato generalmente per la cattura di pesci pelagici (tonni e pesce spada). In questo modo mettono a rischio la vita delle tartarughe marine e dei delfini, così come è accaduto a Mola di Bari, dove è stato rinvenuto l'ennesimo delfino spiaggiato. Auspichiamo maggiori controlli, soprattutto in questi giorni, da parte delle forze di polizia preposte".
Il centro di recupero del Wwf Molfetta si sta caratterizzando sempre più come punto di riferimento per la salvaguardia di animali in difficoltà o di animali esotici abbandonati: nell'ultimo mese, infatti, dopo l'arrivo di una grande iguana, è giunto un camaleonte.
I volontari del Wwf, dunque, lanciano un appello a non acquistare animali esotici, che richiedono notevoli e costose cure e che, pertanto, dopo i primi tempi di entusiasmo, vengono vissuti come un "peso". Evitandone l'acquisto si scongiurerebbero  gli abbandoni e si eviterebbe di incrementare il traffico di animali sottoposti a certificazione Cites.

 

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