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Novo cromo, l'artista Cosimo Allegretta espone a Terlizzi
13 ottobre 2009

TERLIZZI - In un silenzio di brocche e scodelle su cui la luce arabesca, a squadernarne l’essenza misteriosa, o nello sguardo malinconico-ruvido di una donna un po’ mascolina alla mescita di un locale, si potrebbero ravvisare alcune significative declinazioni di un’esperienza artistica, quella di Cosimo Allegretta, che, come sottolinea Luigi Dello Russo (curatore dei testi della brochure), si sottrae all’infantilismo senza genesi e senza finalità imperante nella società moderna, per riscoprire “la forza della tradizione”. 
Il pittore e scultore molfettese ha all’attivo numerose mostre personali, a partire da quella del 1971, presso la Galleria “Zeta ’71” di Bari, per poi proseguire con le esposizioni molfettesi delle gallerie “La Medusa” (1977), “L’Incontro” (1976-’84) – per citarne solo alcune – e con quelle presso la Galleria “Michelangelo” di Trani, o la Sala San Felice di Giovinazzo (2004). Nel 1985 una sua rassegna di 50 opere è stata curata a Bari dalla Regione Puglia e dall’Assessorato alla Cultura del capoluogo. Ha inoltre partecipato a numerose collettive, da Teramo ad Aliano, da Noci a San Vito dei Normanni, da Mola di Bari a Lecce.
Nel 2009, lo Spazio Aperto all’Arte del Comune di Molfetta ha ospitato la sua “Still life”, una mostra interamente dedicata all’affascinante, misteriosa  tematica delle nature morte; in agosto, il Torrione Passari è stato teatro della collettiva scultorea “Metamorfosi della materia”, da Allegretta curata.
Il 10 ottobre presso la Galleria Adsum (Arte Contemporanea) di Terlizzi, a Palazzo della Meridiana, in via Marconi 3/5, è stata inaugurata la sua nuova personale “Novo Cromo”. L’esposizione è aperta al pubblico sino al 24 ottobre; i visitatori possono accedervi ogni mattina, esclusi la domenica e i giorni festivi, dalle ore 10 alle ore 12, e tutti i pomeriggi, tranne il giovedì e i festivi, dalle 18.30 alle 20.30.
Il curioso titolo della personale allude al fatto che, come osserva Luigi Dello Russo, soprattutto nelle ultime creazioni di Allegretta “il colore, materico e fluido allo stesso tempo, ha acquisito dominio nel quadro eliminando ogni riferimento denotativo realistico”.
Due appaiono i filoni dominanti in “Novo Cromo”. Ancora una volta ricorre il tema delle nature morte, carissimo all’artista. Nella quiete quasi sacrale di oggetti in dismissione risuona l’elegia di un mondo ormai lontano. Un mondo dolceamaro, il cui confidente silenzio era rotto solo di tanto in tanto dal lieve trascorrere dell’acqua dalle brocche alle ciotole. Una still life, in cui numerosi oggetti si caricano di valenze simboliche: dall’auspicio di fecondità proprio delle uova agli uccelli impagliati, che alludono a ricordi dolorosi e alla morte. A questa tematica si affianca lo scandaglio, osserva Dello Russo, “dei comportamenti sociali”. È l’eredità dell’espressionismo tedesco, che si ravvisa nella lente deformante con cui Allegretta scruta il mondo dei caffé e dei locali. I cromatismi accesi tendono a connotare, piuttosto che descrivere, gli interni… A mostrarcene gli avventori, una varia umanità le cui insegne sono spesso il livore dei volti, gli sguardi che non si incontrano e puntano diritto verso un osservatore esterno o si perdono vacui, in attesa di quell’assenzio che lavi via le gibbosità del cuore…


 

 

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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