Nord, Sud, pandemia e soldi
Continuo ad essere convinto che in tutta la manovra contro il governo precedente e la conseguente crisi politica che ci ha fatto perdere oltre due preziosi mesi in piena pandemia da Covid19, ci sia un piano teleguidato dalle potenze economiche e politiche del Nord Italia, preoccupate che i miliardi del recovery plan venissero gestiti da governanti del Sud. Infatti avevamo un Presidente del Consiglio bravo, efficiente e positivamente valutato anche fuori d’Italia, foggiano e tanti bravi ministri del Sud: come ad esempio Provenzano, Boccia e altri, che avevano tra l’altro previsto di portare il 40% del recovery plan al Sud. Precedentemente invece la parte più importante dei finanziamenti è sempre stata suddivisa a tutto vantaggio del Nord: sulla sanità, ad esempio, ogni abitante del Sud aveva 25 euro, mentre chi abitava nel nord-est riceveva 75 euro (dati ISTAT relativi agli anni 2000/2008). Questa crisi, provocata da chi, avendo furbescamente capito che politicamente è finito, ha utilizzato i malumori di molti politicanti, di vari partiti, PD compreso, per fare da cavallo di Troia e distruggere la precedente compagine governativa favorendo quella attuale, che sicuramente premierà lui e i suoi stretti collaboratori con posti e nomine di rilievo, lautamente retribuiti, in enti, banche e società statali; tutti posti non soggetti al giudizio elettorale. E l’arroganza di questo personaggio è arrivata al punto di andarsene, in veste di senatore della repubblica italiana e in piena crisi politica e pandemica, in Arabia Saudita ad elogiare, a pagamento, il capo di quel Paese, noto per calpestare i diritti del popolo ed eliminare fisicamente gli oppositori interni ed esterni. Non so se questi comportamenti non siano sanzionabili, anche se mi è stato detto che i senatori possono farlo, a prescindere dalla opportunità e dalla moralità, e i deputati no! L’attuale governo, a prescindere dal Presidente Mario Draghi, la cui competenza ed esperienza non è certo in discussione, anche se i risultati concreti sono ancora tutti da vedere, ha ben 18 ministri del Nord su 24 totali, e la stessa proporzione si vede nei 40 (!) sottosegretari e vice ministri, la cui importanza non ha alcun peso reale nelle scelte governative, essendo stati scelti col bilancino del manuale Cencelli e non per competenza, dalla massa dei partiti che si sono buttati, con autentiche e sospette conversioni ad U, nel nuovo governo. E’ chiaro quindi che la golosa gestione dei 209 miliardi europei sarà in mano al Nord Italia, addirittura a personaggi che fino a ieri inveivano contro l’Europa e l’euro, poi convertiti improvvisamente sulla “via del governo”, e da altri, diventati ministri, che in passato hanno fatto solo molti danni. Questa debacle del Sud (e delle donne) è però anche da attribuire alla mancata vigilanza dei governatori del Sud, alla cattiva qualità delle classi dirigenti e alla scarsa capacità di spesa dei fondi europei precedenti. E anche alla cronica carenza di infrastrutture, trasporti e tecnologie aziendali. Spero che almeno sulla vigilanza al riaccendersi di velleità autonomistiche di alcune grandi regioni del Nord, le regioni del Sud sappiano finalmente attivarsi positivamente e attivamente.