TRANI - Il caso Monte dei Paschi di Siena non è isolato. La Procura di Trani sta lavorando a una maxi inchiesta per possibile usura e truffa: indagati ben 61 persone tra dirigenti e funzionari degli Istituti a nord di Bari. Non solo Siena, non solo Città del Vaticano, sotto i riflettori degli scandali bancari c’è anche Bari. Nella città portuale due sono gli Istituti di credito nel mirino: la Banca di Intesa San Paolo su cui indaga la Procura di Trani per ipotesi di truffa pluriaggravata e usura e poi il Gruppo Bancario Mediterraneo.
Sembrerebbe essere coinvolta tutta la casta barese nella maxi operazione condotta dalla Procura di Trani che indaga sui derivati emessi dalla filiale barese di Intesa San Paolo. Le ipotesi di reato sono di truffa pluriaggravata ed usura. Intanto, le indagini si muovono in senso doppio: il pm Antonio Savasta indaga sull’operato di 61 persone, tutti dirigenti e dipendenti delle filiali a nord di Bari, e sugli strani scambi di denaro e transizioni (150 casi in totale ) avvenuti tra il 2008 e il 2010, denaro che ammonta a 30milioni di euro.
Poi, c’è l’altra strada dell’operazione su cui indaga il pm Michele Ruggiero che si muove per accertare le responsabilità di una possibile truffa, controllando chi fosse al vertice proprio quando sono stati emessi i crediti. Se dovesse essere accertata la truffa pluriaggravata e l’ipotesi di usura resta da capire perché la Banca d’Italia non ha vigilato a sufficienza per scoprire la matassa.
Il Gruppo Mediterraneo non vanta una condotta molto ‘giusta’: in realtà, la banca che ha sempre avuto perdite e conti in rosso, nel 2010 tocca il deficit con 4,5milioni di euro, un down di denaro troppo alto per una piccola banca che ha solo tre filiali a Bari, Andria e Barletta. Mario Draghi, presidente della BCE, decide nello stesso anno di inviare degli ispettori per controllare la situazione. In effetti, il risultato non è stato dei migliori e il punto della situazione è stato: «carenze nell’organizzazione e nei controlli interni».
A questo verdetto si aggiungono anche alcuni favoritismi: in pratica 1/3 delle erogazioni è andata a favore di soggetti che sono esponenti aziendali. Questo significa che ben il 30% dei prestiti concessi dalla banca barese è stato a favore dei dirigenti ed azionisti della stessa banca. Questa presunta “irregolarità” è costata al Gruppo Mediterraneo una sanzione di 121 mila euro.
Una banca della casta, quindi, “costruita” ad hoc. A quanto pare, scavando in questi sistemi di potere, si trovano molti casi simili al Monte dei Paschi di Siena.
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