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“Non c'è democrazia in consiglio comunale” L'opposizione: prevale la forza dei numeri. Frattura nel centro-destra: la Minuto accusa
15 ottobre 2001

E' ormai guerra aperta in Consiglio Comunale tra la maggioranza che governa la città dopo il vero e proprio plebiscito per Tommaso Minervini dello scorso 13 maggio e le opposizioni. A determinarla la scelta operata dal centrodestra, nel corso del Consiglio Comunale del 28 settembre, di tenere per sé tutte le nomine (ben 14) di spettanza della massima assise cittadina in seno ai collegi di revisori dei conti del Comune e dell'Asm, nonché nei consigli di amministrazione della stessa Asm e della Multiservizi. “L'etica dell'asso pigliatutto” con queste sarcastiche parole di Nunzio Fiorentini, consigliere comunale dello Sdi, è cominciata la lunga requisitoria delle minoranze contro tale scelta, continuata con accuse dure mosse a turno da tutti i consiglieri di opposizione. “E' la fine della democrazia se alle minoranze, che rappresentano pur sempre il 35 per cento della città, viene di fatto impedito di svolgere il proprio ruolo di controllo sull'attività amministrativa, perché estromessi, con un colpo di mano, dagli organi preposti a fare questo” sono state le parole del consigliere Pietro Centone ex candidato sindaco dell'Unione di centro, supportato da Nino Sallustio, ex candidato sindaco del centro-sinistra il quale ha detto che “mai prima d'ora nessuna amministrazione aveva osato tanto”. Clima incandescente, quindi, sfociato nella decisione dei consiglieri di minoranza di abbandonare l'aula e di ritirare tutte le candidature presentate per i diversi incarichi. Ma a questo punto il colpo di scena. Benito Cimillo, eletto nella lista di “Democrazia europea” a sostegno del candidato sindaco Centrone, decide di non assecondare la scelta della minoranza e rimane al suo posto dichiarando di mantenere ferma la sua candidatura per un revisore dei conti del Comune (Vito De Candia). Decisione molto apprezzata dal sindaco che nella sua replica rende pubblicamente merito a Cimillo per “l'alto senso di responsabilità dimostrato nel rimanere al suo posto” e attacca la minoranza rea di “considerare discriminante tra democrazia e non-democrazia una misero posto di revisore dei conti”. Morale della favola: Cimillo ottiene il tanto ambito revisore; la minoranza perde un pezzo e la maggioranza sembra acquisirne uno. Diciamo sembra perché lo stesso consigliere “d'antoniano” affida il chiarimento sulla sua posizione ad una nota distribuita alla stampa, nella quale dichiara di “continuare ad essere opposizione”, sebbene ometta di dichiarare a che cosa. Ma le opposizioni non ci stanno e nel corso di una conferenza stampa attaccano violentemente quella che Centrone non esita a definire “la peggiore amministrazione che Molfetta abbia mai avuto negli ultimi trent'anni, avendo ormai fatto del mal costume la propria regola nell'amministrare”. La decisione di non concedere alle minoranze nemmeno un posto nel collegio dei revisori dei conti è per l'opposizione “un fatto gravissimo, dal momento che si è, di fatto, calpestato un basilare principio democratico: il rispetto delle minoranze e del ruolo di controllo sull'attività amministrativa che a queste è garantito dalla legge. C'è stata una prevaricazione arrogante dettata dai numeri e dimostrata dalla famelicità con la quale sono stati occupati tutti i posti disponibili”. E la stessa scelta di Cimillo è stata presa duramente di mira ancora da Centrone il quale ha dichiarato che “con l'elezione del revisore dei conti indicato dal consigliere di Democrazie europea, il sindaco si è reso protagonista di una vergognosa operazione trasversale di acquisizione di un consigliere”. E di certo può dirsi che non tutto all'interno della coalizione di centrodestra che governa la città, vada nel verso giusto. E' stata infatti presentata dalla consigliera comunale del Cdu, Carmela Minuto, una interrogazione al sindaco, al presidente del consiglio comunale e all'assessore ai servizi sociali, con la quale si richiedono chiarimenti in merito al personale delle cooperative sociali che gestiscono i centri comunali per anziani e portatori di handicap. In particolare “la bella Carmela” (ci sarà consentito questo apprezzamento) chiede “di ricevere una relazione scritta e orale in Consiglio comunale circa i controlli che non sono stati effettuati sulla gestione dei suddetti centri; il motivo per il quale il presidente del Consiglio comunale, Pino Amato, risulta ancora tra il personale impiegato; la qualifica con la quale il personale è stato assunto; la corrispondenza tra servizi resi e quanto richiesto dai rispettivi capitolati; i motivi del continuo rinvio delle gare di appalto che determinano le continue proroghe agli attuali gestori”. Il tutto specificando che “tale richiesta riveste caratteri di particolare urgenza”. La risposta a queste pressanti richieste avverrà nel prossimo consiglio Comunale, però il dato rilevante ci sembra un altro: è pur vero che, così come specificato nel documento protocollato, la Minuto richiede tali notizie “al fine di poter acquisire informazioni utili all'espletamento del proprio mandato”, però dalla durezza di alcuni passaggi di questa interrogazione e dalla stessa scelta di codesta forma per ottenere i chiarimenti richiesti, pare proprio che i rapporti tra la consigliera comunale più suffragata (con più di novecento voti) e la coalizione di centrodestra (o parte di essa) che esprime il sindaco Tommaso Minervini, siano davvero vicini ad un punto di rottura. Che si comincino ad aprire delle vistose crepe all'interno di quella che fino a ieri pareva una “maggioranza granitica”? Giulio Calvani
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