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No delle insegnanti e dei “Salveminiani” alla cessione del Filippetto allo Stato “La storia si ripete, vogliono cancellare la memoria di Salvemini”
05 dicembre 2006

MOLFETTA - “Ritiro della Delibera di Giunta per motivazioni politiche e storiche e perché spetta al Consiglio comunale dare gli indirizzi in tema di organizzazione delle forme e delle modalità di gestione dei servizi pubblici locali. La Giunta ha deliberato su qualcosa per cui non ha titolo”. Con questa proposta del consigliere comunale Nino Sallustio (Margherita) si è concluso l'incontro voluto dalle insegnanti della scuola materna comunale con l'Amministrazione, alla luce della volontà della Giunta municipale di voler trasferire la gestione della storica scuola al Circolo Didattico Statale, Cesare Battisti, così come denunciato nei giorni scorsi da Quindici on line (unico organo di informazione a sollevare la questione). Per l'Amministrazione comunale, essendo il sindaco impegnato a Roma, erano presenti gli assessori Annamaria Brattoli (Servizi Sociali) e Doriana Carabellese (Personale). All'incontro hanno partecipato anche alcuni consiglieri di centrosinistra, oltre al già citato Sallustio, e cioè Lillino Di Gioia e Nicola Piergiovanni. Le insegnanti hanno manifestato la loro amarezza per aver scoperto in maniera casuale (molti proprio dall'articolo pubblicato da Quindici) le intenzioni della Giunta. Hanno con orgoglio rivendicato una professionalità maturata, in alcuni casi, in oltre 35 anni di servizio. “Dopo tanti anni di servizio andremo a fare gli impiegati al Comune, in pratica a scaldare una sedia e rubare lo stipendio, non avendo le competenze necessarie per svolgere un ruolo che non abbiamo mai svolto” è stato l'amaro e diffuso commento. L'assessore Brattoli ha illustrato le motivazione della Giunta: la scelta politica di esternalizzare i servizi vista l'impossibilità economica del Comune a sostenere un servizio così oneroso. Sul futuro del personale impiegato, l'assessore Carabellese ha parlato di corsi professionali per dare alle ex maestre, quelle competenze per essere produttive nella macchina comunale. A queste parole non sono mancate vibrate contestazioni. Non sono arrivati i fischi solo perché nessuno sapeva fischiare. Sul prossimo numero di "Quindici" di dicembre in edicola alla fine della prossima settimana, racconteremo tutta la vicenda dell'asilo ed i particolari di questa iniziativa dell'amministrazione di destra che vuole cancellare la memoria di Salvemini, soprattutto perché antifascista e socialista. Un atto politico, insomma. Ieri ha ha preso la parola anche l'avv. Carmine Spadavecchia, 83 anni, “Salveminiano” doc. E così, dalla discussione, è uscita la cronaca spicciola ed è entrata la Storia, per la passione e la veemenza a tratti commovente con cui questo pezzo di memoria storica della nostra città ha difeso “Filippetto”. Carte alla mano, l'Avv. Spadavecchia ha contestato l'iniziativa della Giunta Comunale prima sotto il profilo giuridico e poi sotto il profilo morate, politico e storico. “Ci avevano già provato nel '28 a cancellare il nome di Salvemini. Oggi, in forme diverse, la storia si ripete. Ma oggi come allora i “Salveminiani” saranno in prima linea”. Insomma, l'iniziativa della Giunta, si direbbe in termini calcistici, per molti è un'entrata a gamba tesa nella Storia, contro un comune sentire che non può essere ignorato. “Gaetano Salvemini non può essere liquidato con due paginette di una delibera. E' l'ennesima vergogna di quest'amministrazione”. E' stata la vibrante protesta finale di Lillino Di Gioia.
Autore: Francesco Del Rosso
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