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"No all'Italia senza le Province": parla il Presidente dell'Unione delle Province Pugliesi, Francesco Schittulli
01 febbraio 2012

BARI - "E' di rilevante importanza l'ordine del giorno approvato oggi dalla Provincia di Bari sulle norme che il Governo ha varato escludendo qualunque forma di confronto e preventiva condivisione con le Province". E' quanto ha dichiarato il Presidente dell'Unione delle Province Pugliesi e della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, al termine della seduta del consiglio provinciale straordinario "No all'Italia senza le Province". Un'iniziativa promossa in tutta Italia dall'UPI finalizzata a promuovere una serie di azioni volte a garantire il rilancio delle Province intese come strumento di partecipazione democratica dei cittadini nel governo del territorio.
Schittulli ha chiesto alle Regioni "di promuovere ricorsi di fronte alla Corte Costituzionale per l'incostituzionalità delle disposizioni contenute nel decreto legge 201/2011 che violano i principi costituzionali di autonomia e democrazia, peraltro in contrasto con la forma di Stato prevista dal titolo V parte II della Costituzione. Le Province - ha continuato il presidente della Provincia di Bari - chiedono al Parlamento ed al Governo di approvare una riforma organica delle istituzioni di governo basata sulle seguenti priorità:
1.Intervento immediato di razionalizzazione delle Province attraverso la riduzione del numero delle amministrazioni ad un terzo: le Province dovrebbero registrare una popolazione complessiva non inferiore al milione di abitanti, attraverso accorpamenti tra le varie Province, mantenendo comunque saldo il principio democratico della rappresentanza dei territori con organi di governo direttamente eletti dai cittadini e non, invece, nominati dai partiti.
2. Ridefinizione e razionalizzazione delle funzioni delle Province in modo da lasciare alle stesse le funzioni di area vasta e relative deleghe da parte delle Regioni.
3. Eliminazione di tutti gli enti intermedi strumentali (agenzie, società, autorità, fondazioni, consorzi, ecc.) che svolgono impropriamente funzioni che dovrebbero essere esercitate dalle istituzioni democraticamente elette, così come previste dalla Costituzione.
 

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