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Nino Sallustio: “Siamo partiti troppo tardi” Parla il candidato sindaco del centro-sinistra sconfitto alle elezioni
15 maggio 2001

di Lella Salvemini Non ha perso il sorriso, il candidato sindaco di centro sinistra, nonostante la città non gli abbia concesso nemmeno la prova d’appello del ballottaggio. Eppure non deve essere facile, dopo lo stress della campagna elettorale, accettare l’idea di essere il perdente nello scontro con Tommaso Minervini. L’abbiamo incontrato per fare un bilancio di quest’esperienza. A quali ragioni attribuisce la sua pesante sconfitta? “Credo ci siano più concause. Cominciamo dall’onda lunga della destra, ed in particolare di Forza Italia. La gente era convinta di votare Berlusconi pur apponendo la sua preferenza su un rappresentante locale senza volto e senza storia. Sarebbe sciocco non riconoscere che una parte l’hanno fatta gli errori commessi in sei anni d’amministrazione. Abbiamo lavorato troppo “per la città” e poco “nella città”, i partiti si sono svuotati e di conseguenza abbiamo perso il radicamento sociale e la capacità di comunicare con la città e con i cittadini. L’enorme mole di lavoro svolto dal 1994 al 2000 ha portato risultati importanti, ma l’interruzione anticipata del consiglio non ci ha consentito di raggiungere gli obiettivi che la gente attendeva: le case, lo sviluppo e l’occupazione. Rimane l’amarezza di lasciare alla nuova amministrazione solo il facile compito di tagliare i nastri e prendersene i meriti”. Lei personalmente ritiene di avere delle responsabilità? “Cosa vuole che le risponda? Di aver accettato, nonostante il grave ritardo con cui il Centrosinistra ha deciso di candidarmi alla carica di Sindaco. E’ un’impresa proibitiva quella di competere contro un avversario che sta correndo gli ultimi metri mentre tu sei ancora fermo ai blocchi di partenza. Ho cominciato la mia campagna elettorale a metà marzo del 200,1 mentre Tommaso Minervini aveva cominciato nel settembre 2000. E’ chiaro che in tutto il tempo in cui il centrosinistra è stato latitante la destra si è radicata, ha costruito il suo consenso, ha lanciato una lunga e costosa campagna d’immagine che ha riscosso successo. Senza dimenticare l’enorme divario fra le risorse disponibili. Hanno speso cifre pazzesche con cui hanno mobilitato “truppe” con metodi che io condanno fermamente perché denotano un basso profilo etico e democratico! Su questo intendo ritornare in seguito, poiché c’è il rischio che i cittadini scambino un ragionamento serio per una polemica animata solo dalla rabbia e dal risentimento di un candidato sconfitto”. Quale ruolo politico intende ricoprire ora? Si sente il capo dell’opposizione? “Ricoprirò il ruolo che i cittadini mi hanno assegnato: consigliere comunale d’opposizione. Se sia necessario un “capo” e se debba assolvere io a questo ruolo non sono certo io a doverlo dire. Se ne parlerà con gli altri consiglieri eletti, fra noi non esistono autoinvestiture, ma solo decisioni collegiali e democratiche”. Quali obiettivi avrà la sua presenza in Consiglio comunale? “Saremo la spina nel fianco della nuova amministrazione, ma senza inutili ostruzionismi. Vigileremo sul puntuale e rigoroso rispetto del programma e saremo pronti a denunciare ritardi, inadempienze, raggiri e illegalità, a garanzia dei cittadini e del loro diritto all’informazione. La coalizione che reggerà le sorti della città nei prossimi anni inesperta e piena di contraddizioni e che dovrà attuare un programma nebuloso ed a tratti visionario. Sono convinto che ci sarà bisogno di noi, delle nostre competenze e del nostro rigore morale per limitare i danni che la nostra città potrebbe subire”.
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