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Nessuna preoccupazione per Nicola de Candia, militare di Molfetta ferito in Afghanistan La solidarietà del partito Futuro e Libertà al soldato e alla famiglia
06 gennaio 2012

MOLFETTA – Non destano preoccupazioni le condizioni del militare di Molfetta, Nicola de Candia, ferito in Afghanistan.
La causa dell’incidente è stata l’esplosione di un Ied, un ordigno rudimentale, nel sud-est dell'Afghanistan. La deflagrazione, avvenuta nella zona del Gulistan, nel distretto di Bakwa, ha coinvolto un blindato Lince che partecipava a una ricognizione affidata al nostro contingente.
De Candia, appartenente al reggimento San Marco della Marina Militare, è stato soccorso e trasferito in elicottero all'ospedale di Farah. Ha riportato contusioni. Una fonte militare ha precisato che è rimasto sempre cosciente e "ha avvisato personalmente i familiari" dell'accaduto, rassicurandoli sulle sue condizioni.
L'esplosione si è verificata ieri alle 16.15 locali (le 12.45 italiane) a 12 chilometri a nord-est della Fob (base operata avanzata) Lavaredo, settore a responsabilità italiana nel distretto di Bakwa, nella parte orientale dell'estesa provincia di Farah.
La competenza dell'area è affidata al Reggimento San Marco, di stanza a Brindisi, che tra i suoi compiti ha anche quello di garantire la sicurezza nel distretto del Gulistan.
La pattuglia era impegnata in una ricognizione nel'ambito dell'operazione "Souther Slash" condotta dal 152° Reggimento 'Sassari' e dal Reggimento 'San Marco' per contrastare l'infiltrazione di insorti nell'area.

Il Partito di Gianfranco Fini "Futuro e libertà" ha espresso solidarietà al militare molfettese ferito: "Futuro e Libertà esprime la sua solidarietà al militare molfettese della Marina Militare ferito in Afghanistan e alla sua famiglia. Possiamo solo lontanamente immaginare quanto i parenti di questo ragazzo possano essere stati male alla notizia del ferimento del loro caro.
Ci rallegriamo per come siano andate le cose e auguriamo a Nicola de Candia una veloce guarigione. Tutti noi italiani non possiamo non essere orgogliosi dei membri delle nostre forze armate che ogni giorno rischiano la vita per ristabilire la pace e la democrazia in zone ostili. Si tratta di valori che richiedono un prezzo in termini di impegno, denaro, sacrificio e a volte anche di vite.
Ci auguriamo che episodi del genere possano sparire definitivamente dalle cronache giornaliere anche se gli equilibri di certe zone del mondo non consentono di essere ottimisti. Ai militari italiani impegnati in missioni di pace e a quelli molfettesi in particolare, e ce ne sono tanti, ribadiamo il nostro in bocca al lupo".

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