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Natale di mani (Don Vincenzo Di Palo)
24 dicembre 2023

 Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia. L’evangelista Luca nel suo Vangelo al capitolo due, al versetto sette, dice che Maria, la madre di Gesù, fece questo dopo aver dato alla luce il figlio. Nessuna ostetrica, nessuna neonatologa ad aiutarla, solo lei e Giuseppe che si trovano di fronte a questa creatura, il Dio Bambino; devono rispondere ad una vita che nasce e nell’immediato al primo pianto dopo il parto. Cosa fa Maria? Con le sue mani prende un panno e avvolge il neonato portandolo sicuramente vicino a sé, al suo corpo, al suo cuore, per poi deporlo nella mangiatoia.

Dunque, mani che avvolgono e mani che depongono. Si può pensare, immaginando, alle mani della Madonna che hanno accarezzato, sfiorato il volto di Gesù, toccato gli occhi, a mani che, bagnate dalle lacrime per lo stupore della vita e l’emozione del suo miracolo, hanno sorretto il corpo del piccolo con una delicatezza senza pari, e questo per il timore di fare qualcosa di sbagliato o di provocare non volutamente anche il benché minimo male. Mani che hanno toccato la mano di Gesù, che a sua volta come gesto istintivo avrà stretto la mano di Maria.

Il Natale rimanda a tutte le nascite, porta con sé la memoria dei primi atti della vita, dei gesti immediati, non programmati, che si compiono quando si ha di fronte un neonato. Sembra che questi gesti vedano protagoniste le mani che, dando forma ai sentimenti di un amore indescrivibile, soprattutto materno, fanno quanto di più bello si possa immaginare. E questo senza preventivarlo. Si tratta di una incoscienza che si trasforma sempre e solo in gesti di amore, di bellezza, di cura, di attenzione, frutto di chi sa che quanto ha ricevuto in dono è infinitamente più grande della sua stessa vita.

Accade nell’oggi di ogni storia che le mani, che all’inizio dell’esistenza di una persona, hanno detto amore e vita, possano esprimere violenza e morte. Mani veloci più di una parola nel ferire, offendere, percuotere; mani ad uso di una violenza inaudita, mai vista. Mani che un minuto prima hanno accarezzato la persona amata e un minuto dopo colpiscono, feriscono e uccidono. Mani che gettano via corpi umani, mani che abbandonano, dimentiche di ogni vicinanza, affetto, amore.

Ci sono mani al servizio della guerra, da quelle che con un dito puntato ordinano un attacco, a quelle che imbracciano armi. Sono mani senza pietà, senza umana compassione, senza fraternità. Mani bestiali… peggio ancora: sono mani che non hanno imparato alcuna legge di natura e di crea- zione. Mani usate solo per distruggere e mai per costruire, solo per annientare e mai per creare, solo per abbattere e mai per erigere. Sono mani di sangue di corpi esanimi, non di corpi appena nati. Sono mani di morte, non di vita.

Il Natale consegni alla persona il valore delle mani, il suo significato, il suo fine. Il Dio Bambino, primogenito di ogni creatura che viene alla luce, ridoni a tutti l’incanto delle mani. Esse tornino a raccontarci l’amore, solo l’amore.

Auguri.

Don Vincenzo Di Palo

 

 

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