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Nasce “Informamondo” Presentato lo sportello informativo per gli immigrati
15 marzo 2000

Nasce a Molfetta “Informamondo”, uno sportello informativo al quale, da oggi, possono rivolgersi tutti i cittadini stranieri per ricevere notizie utili a risolvere numerosi problemi. Presso lo sportello saranno fornite, infatti, informazioni riguardanti i permessi di soggiorno possibili offerte lavorative, assistenza di tipo legale, notizie sul mercato immobiliare in modo da facilitare la ricerca delle abitazioni e consigli vertenti l’aspetto sanitario, più semplicemente, avvisi su eventuali iniziative culturali in corso o in programma. “Informamondo” è un progetto che il Comune di Molfetta ha fortemente voluto e realizzato grazie ad un finanziamento di 80 milioni di lire stanziato dalla Regione Puglia. Tuttavia l’assessore alla cultura ed alla socialità, Marta Palombella, sostiene che lo sportello sarebbe stato realizzato in ogni caso, anche utilizzando solo i finanziamenti comunali, perché si tratta di un progetto nel quale l’amministrazione comunale ha fortemente sperato per cui “nelle cose in cui si crede bisogna investire tutte le proprie forze”. Evidentemente nel progetto ha creduto molto anche la Regione, destinando a Molfetta una parte delle risorse da investire nell’accoglienza degli immigrati in Puglia durante l’anno 2000. Perché “Informamondo” Vi siete mai chiesti quali siano i problemi che, quotidianamente, un cittadino straniero che vive nel nostro paese si trova a dover affrontare? Non si tratta affatto della solita domanda retorica, il fenomeno dell’immigrazione consiste in una realtà con la quale oggi dobbiamo imparare a convivere, non possiamo più far finta di non accorgercene. Lo sanno bene le insegnanti della scuola elementare Seminario, che devono riuscire a spiegare la matematica o la storia a bambini di nazionalità albanese che non conoscono nemmeno una parola in italiano; lo sanno bene anche le famiglie che devono cercare casa a Molfetta. Se per noi molfettesi il problema della casa è quasi irrisolvibile, immaginate per uno straniero che non conosce le nostre leggi, non comprende ciò che scrivono i giornali locali e non ha familiari ai quali rivolgersi per farsi aiutare. Ed anche scendendo nella quotidianità non crediate che le cose migliorino: bisogna imparare in fretta a conoscere e saper usare un’altra moneta, adattarsi ai nostri costumi, agli orari di vita. Per un musulmano ad esempio ci sono orari di preghiera da rispettare, credete forse che tutti i datori di lavoro, sebbene esista una legge che lo preveda, siano disposti a concedere pause o ferie in merito? No, o perlomeno quasi certamente no. Qualcuno si è mai chiesto come facciano taluni a poter scrivere una lettera ai propri familiari, non esistendo nel raggio di cento metri, o forse più, una macchina per scrivere in arabo? Rimane un mistero. Sebbene “Informamondo” non potrà certamente risolvere tutte le difficoltà, peraltro numerose, che riguardano gli stranieri, sicuramente costituisce un primo passo, seppure modesto, per contribuire alla conoscenza prima, e ad una possibile risoluzione poi, delle problematiche che di volta in volta si presenteranno. Come nasce “Informamondo” E’ a partire dal 1994, anno in cui l’amministrazione Minervini si insedia, che, sensibile ai problemi della qualità della vita e delle relazioni umane, inizia a riflettere sulla presenza della comunità straniera a Molfetta. Si organizzano settimane di cultura albanese (novembre 1994), offrendo ai cittadini stranieri un modo per sentirsi benevolmente accolti e, al contempo, ai concittadini uno spaccato della situazione che l’Albania sta attraversando dopo cinquanta anni di dittature e di povertà; durante i periodi estivi, grazie anche alla collaborazione di associazioni di volontariato, l’Albania porta a Molfetta le sue danze, la musica, i costumi, i colori e l’allegria di un popolo che ancora riesce a sorridere, anche però momenti toccanti: la letteratura, le poesie, le esperienze di un paese in guerra. Intanto Molfetta, città che si onora del riconoscimento di “Città per la pace”, continua ad interrogarsi sul problema della giusta integrazione, mentre gli sbarchi degli albanesi in Puglia continuano a farsi sempre più massicci. La scorsa estate il Servizio civile internazionale (Sci) ha coinvolto, durante un campo di lavoro, giovani cittadini albanesi. Oggi un gruppo di lavoro, ha progettato e realizzato “Informamondo”. Il gruppo di lavoro Per la realizzazione di “Informamondo” hanno collaborato alcune persone oltre a gruppi associativi, unendo competenze e conoscenze, in modo tale che il risultato finale fosse il più possibile confacente le esigenze. Le istituzioni hanno occupato un ruolo importante: l’assessorato alla socialità ha potuto contare sui lavori della quinta commissione consigliare, che si occupa anche di politiche dell’immigrazione, presieduta dal consigliere comunale Franca Carlucci. E’ stato senz’altro grazie alla sensibilità della nostra amministrazione che è nata l’idea stessa dello sportello per gli stranieri. Fondamentale il contributo reso dall’Università degli Studi di Bari ed in particolar modo del Politecnico che ha compiuto una lunga indagine di monitoraggio della situazione esistente da un lato, e di costituzione di una rete di relazioni da mettere al servizio di enti territoriali, associazioni, organizzazione religiose, sindacali, istituzioni nazionali ed internazionali dall’altro. Il dipartimento di Architettura ed Urbanistica, che studia i processi di trasformazione urbana, ha ritenuto opportuno costituire un osservatorio sull’immigrazione, che avesse come finalità precipua, dopo la fase dello studio e dell’analisi, quella di dar vita ad un sistema informativo da mettere a disposizione dell’ente comunale e di tutte le altre istituzioni che, come ha fatto Molfetta, intendessero servirsene. Ancora, non di minore importanza, il ruolo svolto da associazioni di volontari soprattutto il gruppo di scout Agesci Molfetta 1° che ha portato a termine, durante la primavera dello scorso anno un lavoro di ricerca e analisi del fenomeno immigrazione in ambito locale, e ha contribuito alla nascita di “Informamondo”, all’interno del suo, più ampio progetto “Osare il futuro”, che prevede l’individuazione di bisogni emergenti nel territorio e di nuovi ambiti d’azione. Anche il campo di lavoro organizzato dal Servizio Civile Internazionale, svoltosi la scorsa estate, può ritenersi un tassello importante nel percorso avviato dall’amministrazione, un contributo che continuerà ad essere fornito dai volontari dello SCI, “affinché il confronto positivo tra le varie culture conduca al superamento degli stereotipi e favorisca una corretta percezione del fenomeno migratorio”. Alla presentazione di “Informamondo” c’erano tutti: l’assessore alla cultura ed alla socialità, Marta Palombella, il consigliere comunale Franca Carlucci, presidente della quinta commissione consigliare; il dott. Edoardo Abruzzese, dirigente regionale del settore lavoro-cooperazione; il prof. Dino Borri del Politecnico di Bari; Michele de Sanctis jr., rappresentante del gruppo scout; Cristoforo Marzocca dello SCI; Gianluigi De Vito, giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno”, che cura la pagina “GazzettaMondo” e numerosi cittadini stranieri, residenti a Molfetta, che, in prima persona, hanno partecipato al team di lavoro. Non si è trattato di un momento formale, ma di una festa: bambini albanesi hanno cantato e ballato musiche tradizionali, coadiuvati da Rita, l’insegnante di madre lingua albanese che lavora presso la scuola elementare Seminario, e l’atmosfera sembrava piuttosto quella di una riunione fra amici. La prima meta è stata raggiunta, come dice il nostro sindaco, Guglielmo Minervini: “Stiamo compiendo un viaggio di cui vogliamo essere consapevoli”. Cinzia Ligustro Le cifre dell’immigrazione a Molfetta Stando alle stime fornite dalla Prefettura di Bari, a Molfetta vi sono 465 immigrati, di cui 265 con residenza ed i restanti 200 con domicilio. La sola scuola elementare Seminario è frequentata da ben 35 bambini albanesi. Nel 1999, in provincia di Bari, il numero dei soggiornanti stranieri è aumentato, rispetto al 1998, del ben 49,9%, in tutte le restanti province pugliesi, fra le quali anche Lecce e Brindisi, a differenza di quanto si possa credere, la percentuale è notevolmente più bassa.
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