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Municipalismo civico contro la libertà negativa
15 febbraio 2017

Qualcuno a Molfetta pensa di poter vivere senza fare politica, si sente libero di scegliere e ciò gli basta. In realtà la politica ha invaso e determinato profondamente la nostra vita: dall’ospedale che forse verrà chiuso e che ci costringerà a ricoverarci a Bari, alle spiagge libere sempre più piccole e brutte per godersi un bagno a mare d’estate. Dalle spiacevoli e frequenti “avventure” nel traffico cittadino fino alle disavventure dei pescatori che hanno un porto insicuro e la possibilità di trovarsi ogni tanto una bomba nelle reti. Tanto della vita di ciascuno di noi dipende da come si allocano le scarne risorse economiche del Comune e da come si gestiscono la raccolta dei rifiuti, il traffico, i contributi ai più svantaggiati, da come si scelgono i decisori al municipio. A ciascuno di noi, al soggetto, è rimasta la libertà negativa, ovvero quella di scegliere fra ciò che è disponibile. Esiste però anche una libertà positiva ovvero la libertà di fare ciò che si ritiene giusto ed opportuno, la umana arroganza di decidere cos’è il bene e cos’è il male, la scelta di immaginare prima e costruire poi il futuro. Esiste la politica come scelta del partito o del politico da votare ed esiste la politica come agire cosciente e scelta collettiva di libertà in cui si immagina un progetto buono e giusto e lo si persegue collettivamente. UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO La nostra città è dentro la globalizzazione e la modernità: la rivoluzione industriale, quella tecnologica e quella economica sono giunte a compimento con le loro promesse di benessere e ricchezza per tutti. In molti cominciamo a vederne i limiti e con la crisi, la mancanza di lavoro per tanti, le grandi migrazioni, le guerre dall’altra parte del mare, la disuguaglianza economica, è iniziata la ricerca di un nuovo modello di sviluppo. Recuperare il senso della vita al di fuori delle grandi narrazioni, recuperare il benessere senza collegarlo al consumismo predatorio delle risorse ambientali, riaccendere il desiderio di felicità e di bellezza contro tutte le guerre e le ingiustizie. E’ innegabile che la crisi e i processi di cambiamento in atto richiederebbero una politica all’altezza del compito e istituzioni affidabili, generatrici di cambiamenti condivisi. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti la crisi profonda della partecipazione politica, di difficile spiegazione ma certamente legata anche all’aver delegato ai politici di professione la gestione della cosa pubblica. NUOVE FORME DI PARTECIPAZIONE Da tempo sono sorte e col tempo sono maturate in Italia esperienze di democrazia diretta, raggruppamenti di cittadini finalizzati a raggiungere obiettivi concreti e precisi che volentieri fanno a meno dei corpi intermedi (partiti e sindacati). Comitati di quartiere, comitati per l’acqua pubblica, comitati civici per la salute, forum per la cultura, vasti movimenti di opinione come anche associazioni di soccorso e solidarietà ai migranti e ai più bisognosi, religiose e laiche. Sul solco di queste esperienze nelle città si stanno sviluppando forme di partecipazione politica originali, legate al territorio, di livello municipale, focalizzate esclusivamente alle tematiche locali. Dopo il tramonto dei grandi partiti novecenteschi (del PCI, della DC e del PSI) e la fase calante dei partiti “personali” sta nascendo un nuovo senso comunitario e un bisogno di concretezza che è alla base del civismo nei municipi di tantissime città italiane. Le liste civiche sono state considerate qui a Molfetta come un mero supporto elettorale ai grandi schieramenti politici, oggi però si può pensare ad una forma più complessa di municipalismo civico che affronti con meno steccati, con meno barriere ideologiche, con più partecipazione e piacere la sfida che i problemi economici, sociali e ambientali del territorio in cui viviamo ci pongono con urgenza e in maniera ineludibile. Nel quadro dell’ampia crisi di reputazione e di efficacia dei partiti, per assicurare “dal basso” una difesa della stessa democrazia, relegando la rappresentanza ad una fastidiosa comparsa. GOVERNARE SENZA LOGICHE CLIENTELARI Ma come elaborare concreti progetti di sviluppo locale, come governare i municipi sfuggendo alle logiche clientelari, come garantire la pluralità delle opinioni conservando la capacità di scegliere tempestivamente risposte concrete ai problemi concreti, come decidere consapevolmente la politica giusta e possibile? Forse che un leader carismatico, invece di fare la cosa opportuna per se stesso, sceglierà sempre e comunque di fare la cosa giusta per i cittadini? Forse che la maggioranza di per se stessa, invece di propendere per le soluzione più conservatrici, sceglierà di innovare i processi di sviluppo economici, ambientali e sociali municipali? Per tanti non ha più senso riproporre modelli politici mutuati dai partiti tradizionali e applicare programmi sviluppati a livello nazionale e portati avanti diligentemente dalle sezioni dei partiti, molti pensano che è storicamente documentata l’incapacità diffusa delle attuali classi dirigenti ad agire onestamente e a sviluppare politiche che non siano mera gestione del potere. FORMAZIONI CIVICHE MUNICIPALI Una caratteristica delle formazioni civiche municipali è appunto la capacità di coinvolgere i cittadini in un dibattito politico concreto, teso a risolvere problemi noti a tutti e percepiti quotidianamente da tutti. La partecipazione diretta porta ad una maggiore consapevolezza dei problemi e delle possibili soluzioni. Le liste civiche si richiamano alla pratica politica della “democrazia partecipativa” come alternativa alla “rappresentativa”. L’obiettivo è l’attivazione di percorsi di partecipazione diretta dei cittadini su vari aspetti delle problematiche locali. Una lista civica è un’organizzazione politica snella e con statuti a dimensione locale (il territorio come identità primaria) e con l’utilizzo intensivo delle possibilità offerte dalla “rete” per aumentare la partecipazione e il coinvolgimento deiMantenere sempre aperto il dibattito sulle politiche locali apre poi la possibilità di verificare passo dopo passo il proprio progetto politico municipalista, modificandolo, riaggiustandolo e verificandolo con la vita di tutti i giorni, sulla propria pelle. Non sarà un metodo perfetto ma almeno si mette in correlazione il proprio modo di vivere nelle città con il modo con cui queste vengono politicamente gestite, scoraggiando atteggiamenti ideologici, clientelari e populisti. CIVISMO POLITICO: LIMITI E DIFETTI Il civismo politico ha anche limiti e difetti: talvolta permette il riciclaggio della vecchia politica, la sua ottica esclusivamente localistica non fa sempre percepire nessi causali con i macro-fenomeni, ma anche e soprattutto ci si chiede se tutti i componenti di una organizzazione municipalista civica devono avere la stessa visione del mondo o se è possibile per ciascuno conservare la propria visione (speriamo in modo sempre più laico e cinico nei confronti delle visioni totalizzanti). Il “civismo politico” reale ondeggia fra approccio completamente alternativo al sistema dei partiti e un approccio critico ma anche sinergico al sistema dei partiti. Ancora la verità non è nota e certamente non è compito dei movimenti civici municipali distruggere i partiti. Il “civismo politico” restituisce al singolo cittadino il ruolo di attore primario della politica, un ruolo rimosso dall’abitudine al clientelismo, alla delega e alla passività, nelle città e nei quartieri laddove comunque non ha senso rivendicare la propria appartenenza ad un partito. Il soggetto, ognuno di noi, che chiama il proprio modo di vivere dentro la comunità delle persone che vivono il proprio tempo e il proprio luogo con il giusto nome di “politica” può decidere liberamente. Certo ci deve essere compatibilità e affinità fra i componenti. Non si può pensare ad una convivenza nello stesso progetto civico tra cittadini che vogliono una comunità di liberi ed uguali e cittadini che ammettono e favoriscono politiche che accentuano le disuguaglianze economiche e progettano muri di emarginazione sociale fra i più forti e i più deboli. Si deve pensare ad un movimento civico composito, in cui la discussione ed il confronto fra visioni diverse del mondo mantenga vivo il disincanto per le grandi narrazioni e contemporaneamente stimoli la ricerca di un’etica politica praticabile qui ed ora. LA VISIONE DEL FUTURO Questo movimento ha anche dei vantaggi innegabili. Dove altro si può formare una esperienza politica, dove si può sviluppare una visione laica ed eticamente solida della politica, dove si può praticare la democrazia se non nel confronto quotidiano con i propri concittadini sui problemi reali del proprio Comune? Dove ci si può formare una visione del mondo autenticamente propria se non all’interno di una esperienza politica municipale e civica, fuori dal controllo e dal condizionamento delle formazioni politiche esistenti e a contatto diretto con i problemi della collettività? Il “civismo politico” si presenta come un forte richiamo alla partecipazione attiva alla vita politica della città per fermare il progressivo deteriorarsi delle condizioni economiche, sociali e ambientali. Si tratta di istituire un organismo politico civico, democratico e ugualitario che sia capace di realizzare un progetto economico, sociale ed ambientale senza politiche clientelari, progettato e condiviso da tutti coloro che fanno politica civica e solidale nella nostra città. Bisogna rimuovere dal dibattito politico municipale ogni velleità di rappresentanza di concezioni universalistiche della politica. Ognuno vale per quello che dice e fa, qui ed ora, attraverso la politica spicciola delle delibere e delle scelte dei progetti da finanziare o scegliendo le modalità di gestione delle strutture municipali che organizzano l’utilizzo dei beni comuni: traffico, spiagge, rifiuti, campagna, porto, cultura, attività economiche locali, fasce deboli della popolazione. L’invito è anche a cominciare a considerare (quando si ragiona di politica municipale) ogni formazione politica presente alle elezioni comunali come se fossero liste civiche, perché così è di fatto. Attraverso le lenti di una visione municipalistica delle liste, si vedranno meglio le reali qualità delle loro politiche. Non si potranno eliminare i trasformisti sempre alla ricerca del posto migliore accanto al vincitore, ma si vedranno più chiaramente. Per fortuna in una città come Molfetta cambiare la politica non richiede un numero enorme di persone. Basta avere le idee chiare ed aprire il dibattito politico davvero sui programmi e sulla visione del futuro della città piuttosto che sulle persone e sul loro carisma.

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