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Morto il molfettese accoltellato al Mercato ittico Il decesso avvenuto oggi all'ospedale di Canosa
14 agosto 2006

MOLFETTA - Si è trasformato in tragedia il litigio per motivi non ancora accertati avvenuto tre giorni fa a Molfetta. È morto presso l'ospedale di Canosa, dove era stato ricoverato dopo il primo soccorso portatogli alla struttura sanitaria di Molfetta, Guglielmo Grosso, 31 anni, accoltellato da Giuseppe Maldera alla fine di una disputa scoppiata nel Mercato Ittico (nella foto) nella serata dell'11 agosto. L'autore dell'accoltellamento fu arrestato poco dopo il fatto dai Carabinieri. Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Ettore Cardinali, responsabile delle indagini, ha disposto l'autopsia, mentre i Carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche della vittima nei due ospedali che lo hanno avuto in cura.
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Abbiamo la memoria corta.- La situazione odierna dell' amministrazione della giustizia e del sistema penitenziario risale a molto tempo addietro: se si deve parlare di indulto, anzitutto occorre prendere atto che lo Stato è assolutamente inadempiente nei confronti dei cittadini perché la legge costituzionale sul giusto processo e sul carattere specifico della pena è permanentemente violata.- Basti ricordare la giurisprudenza “creativa” della cassazione sul prolungamento della prescrizione: per effetto di queste decisioni vergognose sono innumerevoli i cittadini che si sono visti condannati e magari carcerati nonostante il reato fosse prescritto.- Bisogna chiarire un attimo quello che è successo: la Cassazione continua ad affermare che la prescrizione è sospesa anche per tutta la durata del rinvio deciso dal Giudice per impedimento dell' imputato o del suo difensore: cioè se l' imputato o il difensore è impedito a presentarsi per il tempo di due giorni e per questo motivo il processo viene rinviato di un anno, il termine della prescrizione si allunga non di due giorni ma di un anno, ponendo così a carico dell' imputato i tempi di funzionamento (recte: di malfunzionamento) della macchina giudiziaria (cioè gli impegni di lavoro del Giudice).- Senza richiamare leggi e principi, è sin troppo evidente che così non può essere, perchè in tal modo si tutela (recte: si autotutela) il Giudice e lo Stato, ma non il cittadino, del quale si violano diritti ed attese.- Del pari dicasi per il sistema penitenziario: se lo Stato non è in grado di tenere carceri degne della Costituzione e del vivere civile, deve riconoscerlo ed emettere necessariamente provvedimenti di sfoltimento: se a ciò consegue che alcuni tornano in carcere per scontare la pena condonata e quella nuova, è bene che sia per loro specifica scelta, che non toglie validità al motivo di concessione dell' indulto.- Per tornare alla situazione generale, il nostro Paese vive dal 1947 una situazione di emergenza: a causa di una oggettiva connessione (leggi: depistaggi) fra poteri deviati e occulti, cioè fra parte del potere politico, della magistratura e dell' amministrazione (servizi segreti, carabinieri, polizia, ecc….), sono innumerevoli le stragi ed i delitti rimasti impuniti; da Portella della Ginestra al delitto Pecorelli, da Ustica a Peteano, e poi, il caso Mattei, la Uno Bianca, la strage del Circeo, Bologna, ecc…; non è neanche il caso di commentare le “voci” di compravendita delle sentenze civili, la cui trattativa avviene tramite alcuni “studi legali” (Previti docet).- Ma è il caso di commentare un attimo la strage della Banca dell' Agricoltura: è paradigmatico che quel processo avrebbe dovuto essere celebrato a Milano, ma fu trasferito – per decisione della cassazione - a Catanzaro, così fu l' inzio della fine.- Perciò dico agli smemorati, ma anche a Di Pietro ed AN, a Libertà e Giustizia, agli avvocati ed ai molti magistrati che quotidianamente nel silenzio compiono il loro dovere: la giustizia è ostaggio di poteri occulti e l' indulto è il risultato finale di una situazione di degrado e di abbandono in cui si dibatte il mondo giudiziario in Italia.- Bisogna avere il coraggio di mettere a nudo le disfunzioni e le mele marce, individuando i responsabili: così è possibile rimettere in piedi un settore vitale per i diritti del cittadino e por fine definitivamente ai provvedimenti di “clemenza”.- O almeno la smetteremo di essere ipocriti.-

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