MOLFETTA - ‹‹Si è squarciato il cielo con fragori di tuono e dal cielo è sceso l’angelo vendicatore in sella ad un bianco destriero come un cavaliere d’altri tempi, un cavaliere col codino, Ciro Troiano››. Sono queste le parole usate dal magistrato Giuseppe Bianco (a destra nella foto accanto a Salvemini e Troiano) per descrivere l’impegno del direttore dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV (Lega Anti Vivisezione), che al cinema Odeon ha ricevuto il premio Agorà per uomini extra – ordinari, noto per il suo impegno nel combattere questa nuova frontiera del crimine organizzato. Perché, come pochi sanno a causa di una carente informazione, la mafia trae ingenti capitali dallo sfruttamento degli animali: corse e lotte clandestine con relative scommesse, importazione illegale di animali esotici e non (molti dei quali muoiono durante la traversata) dal porto di Bari e di Brindisi, quali ad esempio tartarughe provenienti dalla Grecia e dall’Albania, zanne di elefante, pelli e rettili, che poi vengono smistati in altre regioni dell’Italia.
Le condizioni con cui vengono trattati questi animali sono semplicemente disumane. Ma non è solo la mafia che compie questi delitti. Infatti il maltrattamento degli animali è una pratica molto comune. Cani che vengono picchiati dai loro padroni che vogliono sfogare la rabbia e la frustrazione, come è successo a un cucciolo di pastore tedesco di quattro mesi, massacrato e trovato in una pozza di sangue da Pasquale Salvemini, responsabile del WWF Molfetta. Portato d’urgenza alla Facoltà Veterinaria di Bari sono state riscontrate ben quarantanove fratture. Questo fatto è avvenuto al quartiere San Paolo.
Queste vessazioni su esseri viventi indifesi e poco tutelati, considerati spesso alla stregua di “cose”, di “oggetti” e non di compagni di vita dovrebbero essere puniti per legge come un vero e proprio reato. Ma nonostante la promulgazione nel 2004 della legge 189, fortemente voluta da Troiano, in Italia non esistono i delitti ambientali, ma le “contravvenzioni ambientali”. Infatti spesso queste situazioni si risolvono con la confisca dell’animale, che viene affidato ai volontari, e con una multa all’aguzzino.
Ma è davvero giusto così?
La conferenza che si è svolta in occasione della consegna del “premio Agorà” ha cercato tramite la passione malcelata dei tre relatori, sopra citati, ovvero Pasquale Salvemini, Giuseppe Bianco e il vero eroe della serata Ciro Troiano di sensibilizzare la cittadinanza molfettese nei confronti di un problema che viene spesso sottovalutato e tralasciato perché i “reati veri” – dicono alcuni – sono altri, quelli esclusivamente rivolte verso le persone.
Ma, come è stato scientificamente dimostrato già nel 1871, anno della pubblicazione de “L’origine dell’uomo” di Darwin, l’uomo e l’animale non discendono da un antenato comune? E non dovrebbero quindi avere i nostri stessi diritti?
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