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Molfetta, viaggio nell'arte contemporanea_ neo concept Inaugurazione sabato 17 dicembre 2011, ore 19.00 – Torrione Passari - Molfetta
13 dicembre 2011

Il progetto espositivo “Viaggio nell’arte contemporanea – neo concept”, pensato per gli spazi del Torrione Passari, promosso dal Comune di Molfetta e dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, patrocinato dalla Provincia di Bari, si pone come terza tappa di una attenta analisi dell’arte contemporanea e di tematiche connesse all’epoca globale.
Quest’anno il progetto, come cita un comunicato, partecipa alla “Notte bianca” del centro storico organizzata nel giorno dell’inaugurazione.  La mostra oltre a presentare opere mai esposte nel territorio pugliese, focalizza l’attenzione su artisti emergenti. Intende guardare al sincretismo di attitudini che hanno attraversato, e continuano ad attraversare, gli ambiti dell’arte visiva, spinte dalla pulsione a percorrere il mondo al di là dei confini estetici e degli standard stilistici. Sceglie di evidenziare la connotazione cangiante della ricerca multimediale e intermediale, inoltre di carpire l’impiego della tecnologia per ipotesi di nuove fantasie fluttuanti al confine con la realtà.  
L’arte si muove sia negli spazi artistici che in quelli sociali, nel pubblico come nel privato, arriva ad avventurarsi nell’ambito della biodiversità. Utilizza tutti i media, dal libro e dal poster all’oggetto trovato e all’azione fisica, dal video alla fotografia. Secondo Gianfranco Baruchello la concezione da valutare è quella di una pratica artistica “caleidoscopica” che assomiglia ad una compenetrazione con le frequenze sociali, linguistiche, esistenziali. Baruchello sperimenta “estraniamenti di pensiero” all’interno di assemblaggi e vetrine composte da piccoli oggetti e scritture, oppure mediante installazioni e film. Il suo lavoro promuove non solo associazioni di senso differenti, ma anche liberi e incessanti decentramenti di significato. Nel Torrione Passari Baruchello realizza un giardino dove crescono piante benefiche, associato inoltre ad opere oggettuali e video.       Osservando le dimensioni sociali e culturali globalizzate l’arte mette alla ribalta un mondo di relazioni e visioni in divenire. Costanti rimangono la riflessione etica e l’autoanalisi critica. Ad esempio le opere video di Olga Chernysheva appaiono come un segmento visivo dove si sedimentano energie in rottura col mutismo o col servilismo propagandistico. Portano alla ribalta l’incompiuto passaggio dall’esperienza collettiva condivisa, fondamento dell’ideologia sovietica, all’individualità nell’ambito della società capitalistica e neocapitalistica extraterritoriale. I video in mostra - The Train (2003), Russian Museum (2003-2005), March (2005) - restituiscono una immersione nel flusso iconico della realtà sociale sovietica, una realtà affetta da controversie e incertezze.  Da Duchamp in poi è iniziato il viaggio di apertura verso il molteplice e il regno dell’idea in simbiosi col mondo. Pertanto la mostra propone un’espansione verso contesti inesplorati dove trovare mescolanze e ripensamenti dei codici visivi.   Wolfgang Plöger sperimenta diversi motivi legati alla percezione e alla comunicazione impossibile. L’artista tedesco utilizza pellicole 16mm, oppure pellicole di film Super8, che avvolgono i tubi bianchi al neon sui quali si rendono visibili. Spesso su queste pellicole Plöger trascrive le dichiarazioni rilasciate dai condannati a morte prima dell’esecuzione (scovate sul web), che restano privi di una facile decifrazione. Inoltre unisce fotograficamente le parti dei volti dei condannati in sequenze di ritratti combinati e montati (Accused).   Dopo la scomparsa del soggetto (J. Derrida) e l’avvento della “iperrealtà” (Baudrillard), l’arte continua a dare un “mondo”, a convocarlo e provocarlo secondo una traiettoria immaginaria. Pertanto la ricerca di Grazia Toderi ne è esemplare. L’artista, impegnata nel captare vedute urbane e architetture - stadi, arene, importanti teatri storici - elabora un cosmo visivo misterioso e onirico carico di richiami alla esplorazione dello spazio celeste e terrestre. Nei video più recenti (da Semper eadem, 2004, a Orbite Rosse, 2009) questo cosmo appare modellato mediante una stratificazione di trasparenze e di bagliori, a volte un intreccio di luminescenze e movimenti rotatori. Per il video Pulse 60xZ, 2009, proiettato nella sala principale del Torrione, la dimensione onirica si fa vertiginosa: la rotazione della ripresa notturna di una città gira intorno a un punto di luce centrale. Il movimento rotatorio che ci allontana dalla realtà verosimile, eco degli espedienti cinematografici, distanzia la mente umana dalla sfera terrestre per una diversa sfera cognitiva, prossima ad un sogno astrale. La videoproiezione della Toderi diventa l’attraversamento di una apparizione luminosa da cui partire per iniziare la “sensazione visuale” di un viaggio cosmico e umano. [GZ] 

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