MOLFETTA - Un gruppo di soci dell’associazione ANTIQUA MATER (nella foto sotto)ha visitato l’area dei cantieri navali di Molfetta (U ‘SCAL), accompagnati da chi scrive e guidati da Mauro Bellifemmine.
Il Gruppo è stato “ospitato” da Luigi Salvemini e dal padre Mastro Peppe (Giuseppe Salvemini, decano dei Mastri d’ascia di Molfetta: ottant’anni suonati) titolari, con l’altro figlio Gaetano, dell’omonimo Cantiere (ex Cantiere “ALLA VIA”).
Il caso ha voluto che il gruppo arrivasse nell’area del Cantiere nel momento preciso in cui veniva varato il M.P. EMANUELE PADRE dopo i lavori di manutenzione all’opera viva ed allo scafo tutto, fatti nell’attuale periodo di “fermo biologico”. Il varo di un natante, ancorché complesso e abbastanza rischioso, è quasi un’operazione di routine per gli addetti ai lavori. Per chi non vi ha mai assistito esso diventa uno spettacolo singolare e bellissimo, soprattutto nel particolare momento in cui il bastimento sull’invasatura, avuta la spinta che annulla l’attrito, scivola velocemente e maestosamente in mare.
I Padroni di casa poi hanno permesso alla comitiva di accedere a bordo di una delle costruzioni in ferro, quasi completata, sul Cantiere. Grande meraviglia ha suscitato la visita all’interno della sovrastruttura della barca quando hanno constatato la cura e …l’eleganza, si potrebbe dire, dell’arredamento interno dei locali di soggiorno, cucina e notte, oltre alla timoneria.
Sia Luigi che mastro Peppe hanno spiegato che ormai, anche per i pescherecci vale l’esigenza di un po’ più di comfort che gli armatori richiedono oggi, per mitigare un po’ anche la durezza della vita su di una unità adibita all’attività di pesca, e che i costruttori si ingegnano ad allestire, con grande maestria.
Infine si è passati alla visita del “Cantiere CAPPELLUTI M. e de CANDIA P.” che ha in costruzione un nuovo scafo in legno, con materiale e forme di scafo inusuali per una barca da pesca: infatti la costruzione è realizzata con un legname poco utilizzato, finora, nella cantieristica locale: il MOMINGUI – un legname di provenienza africana, di colore giallo, che sostituisce, in questo caso il tradizionale legno di quercia.
Un’altra peculiarità di questo scafo è costituita dalla geometria dei sesti e quindi delle linee di scafo (al contrario del solito, le linee di scafo non sono arrotondate, ma a spigolo), per cui l’oggetto finito, sarà assolutamente peculiare per il design classico delle barche da pesca, finora adottato a Molfetta.
La visita ha pienamente soddisfatto gli Ospiti che si sono mostrati interessati ed attentissimi nell’ascoltare le spiegazioni date dai Mastri.
La situazione della Cantieristica di Molfetta, richiederebbe forse una maggiore frequenza di queste manifestazioni; sarebbe un eccellente modo per “risvegliare” nella gente, che non ha la più pallida idea dell’attività, un interesse che senza dubbio aiuterebbe e sensibilizzerebbe di più per la preservazione di un’attività così importante, non solo dal punto di vista industriale, ma anche e soprattutto per la conservazione della memoria storica e della tradizione.
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