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Molfetta, una marea di gente commossa per l'ultimo saluto a Luigi Squeo, il militare morto tragicamente sulla A14
23 gennaio 2008

MOLFETTA - Questo pomeriggio Molfetta, nelle sue istituzioni civile ed ecclesiastica, si è fermata per portare l'ultimo suo saluto al cittadino Luigi Squeo, il giovane militare di 26 anni, deceduto nel tragico incidente sull'autostrada A 14 nei pressi di Poggio Imperiale. La messa esequiale si è svolta in Cattedrale, traboccante di concittadini e non, di quanti hanno avuto modo di conoscere, apprezzare e stimare Luigi Squeo, di quanti hanno voluto partecipare spinti dalla curiosità. Sulla bara avvolta nel tricolore, anche il basco militare e il fazzolettone scout, associazione nella quale Luigi aveva trascorso la sua adolescenza. Sono intervenuti, oltre ai familiari e agli amici, distintisi per la compostezza nell'indicibile dolore, alcune delegazioni delle Forze armate, una rappresentanza della Giunta comunale con le insegne del Comune di Molfetta guidata dal sindaco Antonio Azzollini, venuto appositamente da Roma, oltre al presidente del Consiglio Comunale, Nicola Camporeale, agli esponenti della massima assise cittadina, gli amici e gli scout dell'Agesci. “E' sempre difficile esprimere il proprio pensiero in queste occasioni, è bene allora ascoltare le parole di Dio, che diventano un vero e proprio balsamo per il dolore dell'uomo – ha così esordito il celebrante don Tommaso Tridente, che ha ricordato gli anni trascorsi da Luigi in parrocchia e la sua esuberanza e la sua voglia di vivere, che “rimarranno per sempre presenti tra noi, tra quanti lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. In questo momento il suo ricordo si fa preghiera per lui e per la sua famiglia, la cui mestizia verrà addolcita dalla presenza e dalla parola di Dio, perché la morte, oltre al dramma che porta con sé, è un momento di esame per l'uomo”. Alla fine le condoglianze del vescovo Mons. Luigi Martella, che, pur non in ottime condizioni di salute, non è voluto mancare nella preghiera, nel cordoglio e “nel ricordo di un ragazzo che ha scelto con un gesto eroico una vita al servizio degli altri, rapito da un agguato della morte”. Fino a quando la salma non si è allontanata dalla Cattedrale, gli amici più intimi si sono stretti in un silenzioso e caldo abbraccio, quasi ad imitare il mare che con le sue lacrime ha bagnato i volti dei presenti.
Autore: Marcello la Forgia
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