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Molfetta, una città senza progetti con un'estate povera solo con schiamazzi notturni e desolazione
12 agosto 2005

MOLFETTA – 12.8.2005 Una città "brutta, sporca e... cattiva" (piena di invidia e di egoismo). E' questa l'immagine che Molfetta dà di sé, una città senza progetti per il futuro. Con un'estate povera: in mancanza di locali e iniziative culturali e musicali, la città diventa luogo di schiamazzi notturni e desolazione: dopo le 22 sembra un deserto, una città morta. Un esempio per tutti il lungomare, dove i pub diffondono musica ad alto volume tra la protesta degli abitanti degli edifici circostanti. La stessa cosa avviene in altri punti della città dove sono presenti questi pub, che andrebbero multati severamente e più spesso. Dove sono le forze dell'ordine, così solerti durante il giorno nel rilevare anche l'infrazione più insignificante, utile forse ad aumentare significativamente il bilancio trimestrale degli interventi da pubblicare sui giornali? E che dire poi dell'aspetto complessivo della città, dell'arredo urbano? Se si fa eccezione per l'intervento messo in opera a Piazza Mentana, l'immagine della riqualificazione urbana di Molfetta e della capacità degli amministratori di migliorarne il volto sta tutto nella ristrutturazione di Piazza Principe di Napoli, da "Quindici" ribattezzata piazza Principe dei Puffi, con fontane che sembrano vespasiani, arredi nani e di dubbio gusto. Al di là di fantomatici e improbabili progetti, che forse servono solo ad arricchire gli architetti, data la loro difficile, costosa e lontana realizzazione, Molfetta si presenta brutta, sporca e cattiva (con riferimento anche ai giovinastri padroni non della notte, ma delle ore serali dei molfettesi) su un lungomare terra di nessuno, ignorato dalle forze dell'ordine, dove i giovani bevono abbondantemente e poi si divertono a scagliare le bottiglie contro il muretto oppure a farle frantumare sugli scogli. E nessuno sanziona questi atti incivili. E' questo il volto che offriamo non solo ai molfettesi che rientrano e sono ormai abituati a questo degrado - come hanno sottolineato nelle lettere inviate a "Quindici" - ma anche ai potenziali turisti, ai quali certamente non verrà la voglia di fermarsi e lasciare qualche soldo in città. Il sindaco in buona fede continua a sfogliare il suo libro dei sogni e a immaginare una città che non c'è. Ci preoccupiamo che un suo brusco risveglio possa nuocergli alla salute: sarebbe utile che qualcuno cominciasse a fargli gradatamente aprire gli occhi, per evitargli un trauma. E l'estate molfettese passa così nell'ozio per la mancanza di iniziative, ozio che porta agli atti di inciviltà appena descritti, mentre la maggior parte dei cittadini preferisce restare nei lidi balneari accettando anche i costi ormai proibitivi degli stessi, che comprendono il trattenimento serale, oppure emigrare nei paesi vicini, che offrono alternative interessanti e in molti casi gratuite. Noi accontentiamoci del semplice "Festival del mare" (anche questa illusione ottica per il sindaco), in attesa di tempi migliori. Un'estate povera, non per i botteghini del festival, visti i prezzi dei biglietti. Cosa pensate della nostra estate? Scrivete le vostre opinioni, sia nella parte dei commenti a questa notizia, sia nello spazio libero "Dite la vostra", dove potete dilungarvi di più scrivendo anche un piccolo articolo su questo e su altri argomenti. Potremo dare un contributo al miglioramento e magari un contributo di idee (ne hanno pochine, in verità) ai nostri amministratori. Siamo sicuri che condividete le nostre perplessità e le nostre critiche per una città che perde sempre più i propri connotati culturali a vantaggio dei Comuni vicini e vive nel ricordo di quella che fu. A quando l'inversione di tendenza per cambiare questa città che tutti amiamo? Non eravamo mai caduti ad un livello (amministrativo e culturale) così basso.
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