Molfetta, una città senza identità, un a lettrice scrive a “Quindici”
MOLFETTA – La nostra città è sempre più senza identità? Una lettrice scrive a “Quindici”.
«Buon pomeriggio sono una concittadina e volevo porre all’attenzione della vostra redazione la situazione in cui versa la nostra città.
Una città senza identità in cui per sentire l’aria del carnevale bisogna andare fuori, in altri paesi. E non si tratta di vedere sfilare qualche carro di carnevale di cartapesta, dove in un passato anche non molto lontano Molfetta vantava illustri maestri, ma anche la vivacità delle maschere, di figuranti, di istituti scolastici, di scuole di ballo o anche di qualsiasi altra cosa alle prese con l’organizzazione di balletti, vestiti, acconciature e tanto altro.
Musica, divertimento, occasione per i bambini di qualsiasi età di divertirsi e di stare insieme senza cellulari, pc, altre diavolerie elettroniche bensì godere di cose semplici.
Io la mia città non la riconosco più e mi dispiace perché da quarantenne quale sono io queste situazioni goliardiche le ho vissute nella mia infanzia e ora con i miei bambini devo ritrovarle altrove. E non perché sia particolarmente legata al carnevale ma più direi al “priscio” dello stare insieme, del sentirmi parte di una comunità.
E questo dispiace tanto…
Mi chiedo cosa stiamo lasciando ai nostri figli di identitario se non i racconti di una Molfetta che non c’è più.
Buona serata
Elsa Sciancalepore».
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